DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La misoginia delle femministe

Sulla pelle, sulla carne, sul sangue delle donne, e dei loro figli che non nasceranno, qualcuno scatena l’ennesima guerriglia ideologica. Occasione: la Ru486.
Ritanna Armeni, ad esempio (
Riformista , 2 dicembre), fa il processo alle intenzioni ed emette la sentenza: « Si vogliono mantenere le difficoltà della sua applicazione, si vuole che per le donne abortire significhi il massimo delle fatica e della pena, si vuole sottolineare e sottolineare la loro ' colpa' e quindi punirle? Il ricovero ospedaliero ordinario (...) ha esattamente questa finalità » . A scendere in campo con decisione è soprattutto Umberto Veronesi, che sull’ Unità ( 28 novembre) minimizza: la Ru486: « Interrompe la gravidanza in modo semplice: con una pillola. Io credo che il buon senso debba vincere » . Una semplice pillola, ed è fatta. Il giorno dopo raddoppia su Repubblica : chi è contro la Ru486 è contro la donna: « Mi auguro che il ministro Sacconi si schieri decisamente a favore del pensiero femminile dando rapidamente e finalmente il via libera alla diffusione della Ru486 » .
Stupiscono i toni veementi di Livia Turco (
Unità , 28 novembre): « Dovrebbero avere il coraggio di dire che non vogliono la pillola abortiva perché il Vaticano è contrario. Ma, per favore, non invochino la 194 e la salute delle donne, perché non c’è nemmeno un argomento tecnico a sostegno di quelle posizioni. C’è invece una misoginia profonda. Una sfiducia nelle donne » .

M
a il fronte va da sinistra a destra.
Filippo Facci (
Libero, 27 novembre) si esprime con il consueto tono sbrigativo: « Si parla di una pillola che ha evidenziato nocività inferiori non solo rispetto all’aborto chirurgico, ma rispetto a una comune aspirina » . Bum! Da notare l’uso chimico di « nocività » al posto del chirurgico « morti » . Facci insiste, scagliandosi contro « una propaganda infarcita di dati scientifici letteralmente inventati o falsificati » . Bum- bum! A Facci – e un po’ a tutti – replica, sulla stessa pagina, Luigi Santambrogio.
Altro che « aspirinetta » : « Basterebbe leggere le testimonianze rese al
magistrato da 38 donne sottoposte alla sperimentazione per frenare gli entusiasmi nel considerare la pratica meno invasiva e cruenta dell’aborto chirurgico. Chi lo afferma è ignorante, cioè non sa quel che dice. O conosce le cose per sentito dire » . Conclusione: « C’è una stregoneria medica che propaganda l’aborto come metodo contraccettivo: occorre un no laico e generale a questo trionfo della morte in un bicchier d’acqua » . Stoccatina alle sindromi laiciste: « E chi si inventa inesistenti crociate dei cattolici è solo perché rifugge il confronto » .

I
l Foglio
se la prende con i cattolici del Pd ( 27 novembre): « Ecco che vi vediamo votare per l’immediata commercializzazione di un veleno abortivo che chiude virtualmente la faccenda, che banalizza, universalizza e privatizza, sottraendo a qualsiasi seria verifica pubblica della società o deontologica del medico, l’aborto procurato » . Infine sintetizza ( 28 novembre): « La pillola è fatta per liberare i medici della loro responsabilità, per privatizzare l’aborto, per renderlo sempre più automatico e moralmente indifferente »

Avvenire 3 dic. 2009