Così come con l’executive order 13237 del 2001 l’allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush creò il «President’s Council on Bioethics» (traducibile letteralmente in Consiglio del Presidente sulla bioetica, assimilabile al Comitato nazionale di bioetica italiano), con un provvedimento della stessa natura, il numero 13521, Obama ha costituito quella che adesso si chiama «Presidential Commission for the Study of Bioethical Issues », la Commissione presidenziale per lo studio delle questioni bioetiche. Era il giugno scorso quando, per decisione dello stesso Obama, dopo 8 anni, fu smantellato l’organo voluto da Bush e presieduto da Edmund Pellegrino, professore emerito di medicina ed etica medica alla Georgetown University.
Adesso Obama dà seguito a quella scelta, nominando a capo della nuova commissione Amy Gutmann, filosofa e professoressa di Scienze politiche ed attualmente rettore dell’Università della Pennsylvania. Dalla biografia resa nota dall’ufficio stampa della Casa Bianca si apprende anche che la Gutmann è stata direttrice dello University Center for Human Values a Princeton e membro fondatore dell’Associazione di etica pratica e professionale. Il vice della Gutmann sarà James W. Wagner, rettore della Emory University, ingegnere con specializzazione nel ramo biomedico. Nel comunicato stampa che introduce l’executive order 13521, vengono riportate le parole con cui Obama definisce di fondamentale importanza gestire «in modo responsabile» gli avanzamenti negli ambiti della sanità e della ricerca biomedica. Un compito che Obama ha affidato a Gutmann e Wagner in virtù della loro esperienza pluridecennale sia nel campo scientifico che in quello etico.
La Commissione voluta da Obama sarà parte integrante del Dipartimento di Sanità degli Stati Uniti. La composizione completa ancora non è stata resa nota: nell’ordine attuativo viene posto il limite massimo a tredici membri, tra i quali almeno uno (ma con un massimo di tre) dovrà essere un bioeticista o uno scienziato designati direttamente dallo staff di Obama. Secondo alcuni osservatori, come David Prentice del Family Research Center, quest’ultimo aspetto potrebbe essere decisivo per imprimere un’ulteriore svolta nella direzione già intrapresa da Obama a proposito dei fondi destinati alla ricerca sulle staminali embrionali. Ma il giudizio resta in sospeso in attesa di conoscere i nomi dei restanti undici membri.
Lorenzo Schoepflin
Avvenire 3 dic. 2009