Pillole contraccettive senza ricetta per le ragazze: così in Inghilterra corrono ai ripari per l’alto numero di gravidanze di teenagers: 42 ogni mille di loro, nel 2007. Già erano disponibili nelle farmacie inglesi senza ricetta le pillole del giorno dopo -che però hanno ridotto le gravidanze delle ragazze meno di quanto prevedevano i promotori: solo dell’11% - e ora anche questa novità. Insomma, tutti a correre ai ripari contro le gravidanze delle teenagers, senza riflettere che solo il 50% ha poi abortito, mettendo in luce che mentre gli adulti vorrebbero fare piazza pulita delle gravidanze giovanili, tante giovani invece non ne vogliono fare a meno e lanciano un grido: la vita di una giovane ha iscritto in se stessa la possibilità di diventare mamma. E allora si potrebbe pensare: diamo la possibilità di far famiglia prima di quanto accade ora. Invece no: si aprono i cancelli al sesso precoce per cui se non lo fai da giovane non sei alla moda, e si chiudono le porte ad ogni idea di fare famiglia e di avere figli; si ipersessualizza a fini commerciali una generazione di ragazzini, l’educazione sessuale si limita a spiegare come mettere il preservativo, ma si evita di accompagnare i giovani nel difficile e traumatico passaggio dell’adolescenza: l’età dell’insicurezza e dei cambiamenti ormonali, delle crisi esistenziali e della scoperta degli ideali. Agli ideali invece sostituiamo il sesso usa e getta e pensiamo che i ragazzi siano contenti. Invece no, tanto che le gravidanze giovanili sono una sorta di protesta per una violenza sociale che impedisce di fare famiglia e figli all’età giusta.
E’ dell’anno scorso il caso del patto delle 17 ragazze statunitensi che vollero restare tutte incinte senza rivelare chi fossero i padri dei bimbi, per un fenomeno di ribellione e anticonformismo. E pochi giorni fa la nota giornalista inglese Camilla Chafer sull’Independent, si gloriava giustamente di essere stata in grado, pur nella solitudine e povertà, di aver fatto nascere e allevato e educato il suo bambino quando lei aveva 17 anni. Si è laureata e si sta realizzando come persona; dice che non ce l’avrebbe fatta se non fosse stato per la sua scelta di far nascere il bimbo. Invece oggi pensare di avere un figlio da giovani (e magari non abortirlo quando c’è qualche problema) è una scelta controcorrente. Ma è’ “strana” la Chafer o è strano il resto del mondo? Non è una domanda pellegrina, perché se viviamo in una società violenta, che approva il sesso tra i giovani ma rifiuta i figli dei giovani, non vuol dire che dobbiamo approvarla. Il guaio è che questa società i bambini proprio non li sopporta: non sono previsti, non sono una priorità; non li fa più, non sopporta che i giovani li facciano e non sopporta che quando crescono pensino a riprodursi invece di pensare solo a consumare lingerie e scarpe di marca. Far propaganda per il sesso e censurare l’idea di far figli è come dare un pallone da basket ai ragazzi ma togliere i canestri: dopo un po’ ci si stufa; e i ragazzi si stufano del sesso inutile, le gravidanze delle teenagers sono il segni d questa insofferenza che sfocia in protesta, talvolta in rivolta.