Tratto da Tempi del 27 novembre 2009
Ci siamo più volte occupati della trasformazione della scuola in agenzia commerciale e di socializzazione. Il primo aspetto è legato al moltiplicarsi di attività collaterali e a pagamento (come i discutibilissimi corsi di musica con tastiera Yamaha) e il secondo al proliferare di materie “educative”, “relazionali”, “affettive”, di “convivenza civile”. Con il risultato che la parte riservata alle materie tradizionali (storia, geografia, letteratura, matematica, eccetera, sprezzantemente connotate come “nozionistiche”) viene sempre più compressa mentre l’ignoranza è in costante dilatazione. Qualcuno pensa che esageriamo e protesta che non vi è nulla di male ad affidare alla scuola anche il compito di formare la persona dell’alunno in termini affettivi e di capacità relazionali. Forse in Italia resiste ancora una scuola degna di questo nome, anche se sbrecciata e cadente. Ma vedremo cosa succederà se si apriranno le porte alle novità che vengono proposte oltre confine, in particolare in Spagna.
La stampa spagnola informa che la giunta della regione dell’Estremadura non ha trovato di meglio, per migliorare la cattiva qualità degli apprendimenti (come si usa dire nel gergo burocratico-didattico), che promuovere una formazione sessuale avanzata degli alunni. E come? Attraverso dei corsi di tecniche di masturbazione. Sì, avete capito bene, di masturbazione. La nuova materia si chiamerà “Il piacere è nelle tue mani”… Se fosse una manifestazione di senso dello humour e di autoironia sarebbe strepitosa. Purtroppo non lo è, perché il progetto preparatorio per “Il piacere è nelle tue mani” costerà 14 mila euro ai cittadini.
La somma, si dirà, è modesta. Bisognerebbe però commisurarla alla qualità del progetto e soprattutto al fatto che è stato appaltato a una ditta esterna, in linea con l’andazzo commerciale e di conferimento dei progetti in “esternalizzazione” – in tal caso bisognerebbe parlare di “esternalizzazione dei processi intellettivi” o Kpo, acronimo di “Knowledge Process Outsourcing” da non confondersi (Dio non voglia!) con Bpo, “Business Process Outsourcing” (basta metterla in inglese e anche la più gran cretinata diventa scienza). Ebbene la ditta appaltatrice scelta dalla giunta è un’azienda commerciale di prodotti erotici denominata “I piaceri di Lola”…
Questo geniale progetto educativo ha suscitato vivaci proteste: per quanto sia, ancora qualche atomo di ragione balla nel vuoto torricelliano. E come si è difeso il Consiglio della gioventù della giunta di Estremadura? Sostenendo che l’intenzione è nobile: lottare contro gli «stereotipi» della «discriminazione di genere». Cosa diamine c’entri il genere in questa faccenda è un mistero ma, si sa, quando si vuol far deglutire qualcosa la chiave è agitare la parola magica “genere” e l’ombra della “discriminazione”.
Alcuni dei critici hanno sottolineato, al di là della volgarità e stupidità della proposta e del suo carattere spudoratamente commerciale, la sfrontatezza con cui sempre più viene invasa la sfera intima delle persone, usurpando uno spazio proprio dell’educazione che dovrebbe competere in primo luogo alla famiglia. Ma se questa è la linea difensiva – per noi sacrosanta – va detto che è perdente a priori. Ormai, anche in Italia, i più accaniti difensori dei valori della famiglia si sono arresi a mani alzate all’idea che vada trasferita alla scuola l’educazione affettiva e persino l’educazione sentimentale. Per cui, aspettiamoci di avere presto anche qui i corsi di masturbazione. L’unica questione aperta è a quale età iniziare. Noi genitori (A e B) attendiamo con ansia il responso degli “esperti”.