DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Bare vuote in strada, provocazione islamica a Londra

DA L ONDRA E LISABETTA D EL S OLDATO

U na provocazione che rischia di fare salire la tensione con la comunità islamica. Un gruppo di musulmani britannici minaccia di organizzare una clamorosa protesta a Wootton Bassett, cittadina tra Londra e Bristol dove vengono commemorati i militari caduti in Afganistan: i promotori minacciano di portare bare vuote nelle strade come simbolo del «vero costo della guerra». Ed immediatamente si sono alzati un coro di proteste e un muro di opposizione.
Islam4UK, gruppo legato al predicatore Omar Bakri Mohammed e ad al-Muhajiroun, un’organizzazione bandita dalla legge sul terrrorismo del 2006, aveva già agitato le acque qualche mese fa con l’idea di una marcia a favore della Sharia, la legge islamica. Questa seconda iniziativa è essere stata condannata dallo stesso primo ministro: «è
ripugnante e offensiva», ha detto infatti Gordon Brown. In un comunicato, il premier ha dichiarato che Wootton Bassett ha assunto «un significato speciale» per la nazione, e ha aggiunto di sentirsi «personalmente inorridito dalla prospettiva di una simile manifestazione in questa città. Ogni tentativo di usare questo luogo per causare altra pena e sofferenza a chi ha perso i propri cari sarebbe profondamente sbagliato». Intanto la polizia del Wiltshire sta valutando se consentire lo svolgimento della marcia e ha confermato di essere al corrente delle ansie e delle preoccupazioni che stanno crescendo nella comunità. Anche l’opposizione ha chiesto che la protesta non sia tollerata. «Le azioni di Islam4Uk sono molto discutibili – ha dichiarato ieri il ministro ombra conservatore dell’Interno Chris Grayling –. L’organizzazione ha legami stretti con predicatori d’odio banditi dalla legge, ai quali invece permette di predicare nel Regno Unito via audio o video.
Non si può andare avanti così, la legge dovrebbe incriminarli». Ma per il portavoce del gruppo islamico, Anjem Choudary, l’intento non vuole essere offensivo, tantomeno turbare la convivenza. «Abbiamo scelto Wooton Basset perché il luogo ci permette di avere massima pubblicità per sottolineare il vero costo della guerra in Afganistan.
Non per mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e delle loro famiglie.
Manifestare dovrebbe essere un diritto in questo Paese, è alla base di ogni democrazia». Steve Bucknell, il sindaco della cittadina, ha invitato a fare un passo indietro. «Le persone che prendono parte alle cerimonie di rimpatrio delle salme hanno senza ombra di dubbio idee diverse sul conflitto in Afganistan, ma le loro vedute non vengono sbandierate sulle nostre strade e questo per rispetto nei confronti di chi ha perso la vita e delle loro famiglie». Islam4Uk ha ufficialmente non più di cinquanta membri, eppure sta minacciando di farne scendere in piazza almeno 500. Sul sito di Facebook una pagina contro la marcia ha già raccolto più di 1200 firme. E questo non è l’unico grattacapo per Gordon Brown sul fronte dell’immigrazione. Qualche giorno fa è stato fortemente criticato da un gruppo di parlamentari per le sue politiche, 'colpevoli' di far «straripare» il Paese.
Secondo dati recenti, infatti, la Gran Bretagna potrebbe superare i 70 milioni di abitanti entro vent’anni, una crescita di ben dieci milioni di persone.

Un gruppo vuole protestare contro la guerra in Afghanistan Anche Brown dice no E deputati chiedono freni all’arrivo di
stranieri: siamo troppi




Rientro dei caduti a Wootton Bassett




Avvenire 7 gennaio 2010