Come potrei non crederci quando ad ogni messa, dopo la consacrazione, la Chiesa fa sua questa preghiera e si volge con lo Spirito verso Gesù risuscitato supplicandolo: “Vieni!”? E la risposta di Gesù ci è data nello stessa passaggio: “Sì, vengo presto!” (Ap 22, 17-20).
Si obietterà che Gesù risponde ciò da circa 2000 anni e che, per il Signore, mille anni sono come un giorno… C'è tuttavia un'importante osservazione da fare. Il fatto che i secoli anteriori sono passati e hanno confessato che non era ancora il Giorno del Signore. Invece, il nostro tempo, che è il presente, ha tutte le probabilità di vedere la venuta di Gesù nella gloria. Occorre che il Signore faccia rapidamente se vogliamo esserci ancora per la Sua venuta. Per questo ogni volta che con la Chiesa ripeto: “Vieni Signore Gesù!”, mi permetto di aggiungere mentalmente: “ed il più presto possibile sarebbe meglio”…
Certi cristiani sono impressionati dall’accelerazione vertiginosa della storia contemporanea, dall’apparente moltiplicazione di catastrofi, così come per il grande numero di rivelazioni private, riconosciute o no, che annunciano il ritorno imminente del Signore. Anch’io lo sono. Resto tuttavia ancora prudente nei confronti delle generalizzazioni frettolose, e più diffidente davanti alle profezie che fissano delle scadenze più o meno precise. Gesù non ha detto di sé stesso: “Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”? (Mc 13, 32)
Certi cristiani sono impressionati dall’accelerazione vertiginosa della storia contemporanea, dall’apparente moltiplicazione di catastrofi, così come per il grande numero di rivelazioni private, riconosciute o no, che annunciano il ritorno imminente del Signore. Anch’io lo sono. Resto tuttavia ancora prudente nei confronti delle generalizzazioni frettolose, e più diffidente davanti alle profezie che fissano delle scadenze più o meno precise. Gesù non ha detto di sé stesso: “Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”? (Mc 13, 32)
Incoraggio però, vivamente i fedeli a prendere sul serio la realtà del Parusia, ossia la nuova venuta di Gesù nella gloria. E io li invito a desiderarla ardentemente, senza lasciarsi spaventare dalle “convulsioni” che precederanno necessariamente questo grande avvenimento e di cui Gesù ci ha parlato così chiaramente (Cfr. Mc 13). Perché niente è più desiderabile di questa venuta che inaugurerà i cieli nuovi e la terra nuova dove, come dice ancora l'Apocalisse, "la morte non esisterà più, non ci saranno più né lutto, né grido, né sofferenza, perché il mondo vecchio è sparito" (Ap 21, 4).
Importante è il nostro desiderio ardente della Parusia, perché Dio ne ha bisogno per realizzarla in questo tempo che è il nostro. "Difatti, quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra? " (Lc 18, 8)
« Oh Sì, Vieni Signore Gesù ! » - S.E. A.-M. Leonard, Vescovo di Namur (Belgio) (21/10/2009)