DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Mons. Bruno Forte: il Decalogo luogo comune per ebrei e cattolici. Il rabbino Joseph Levi: differenze utili per comprendere le rispettive identità

Raccontare e divulgare la verità senza più tacere, ma anche riscrivere la storia di due popoli, quello cristiano e quello ebraico, a partire dalla riconciliazione. Questo l’obiettivo al centro dell’incontro “La Shoah delle pallottole”, durante il quale padre Patrick Desbois, direttore della Commissione dei vescovi francesi per i rapporti con l’ebraismo, ha illustrato l’olocausto per fucilazione, di migliaia di ebrei in Ucraina. La conferenza è stata anche occasione di dibattito, all’indomani della storica visita di Benedetto XI alla Sinagoga di Roma, sulle prospettive di dialogo tra le due religioni. Il servizio di Cecilia Seppia:

Duemiladuecento luoghi di sterminio, fosse comuni, canali, cimiteri, boschi, agghiaccianti testimonianze di un massacro avvenuto in Ucraina tra il 1941 e il 1944. E’ il risultato di anni di ricerca condotti da padre Desbois per far luce su un capitolo dell’Olocausto quasi ignorato, ma di dimensioni spaventose: l’uccisione di oltre un milione e mezzo di ebrei. Uno sterminio sistematico eseguito dalle squadre della morte naziste, mediante fucilazione anziché camere a gas. Villaggio dopo villaggio, padre Desbois ha ritrovato e intervistato i testimoni delle stragi, documentando ogni cosa, ha fatto riemergere dal silenzio parole che restituiscono oggi una giusta sepoltura a coloro che furono travolti dalla furia omicida del progetto nazista. D’altra parte riconoscere il dolore, come spiega il Rabbino Capo di Firenze, Joseph Levi, è oggi il primo passo per ricostruire una storia tormentata, quella del rapporto tra ebrei e cristiani, ma ancora animata dal comune desiderio di camminare insieme. Sentiamo il rabbino Joseph Levi:
“Solo dal riconoscimento del dolore dell’altro possiamo provare a partire insieme per costruire una nuova umanità, che non deve essere tutta fatta nella stessa maniera, ma deve anzi essere una umanità che riconosce la diversità come un dono divino e che è unita dall’immagine divina che esiste in ogni creatura umana”.
D’altra parte, per percorrere la via del dialogo, spiega padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, è fondamentale - come auspicato da Benedetto XVI - riscoprire le radici comuni pur nel rispetto delle differenze:
“Siamo due religioni diverse e, quindi, ci sono e ci devono essere differenze. Dobbiamo parlare anche di questo e non ci devono spaventare. Lo scopo di questo incontro è proprio quello di non appianare le differenze, ma quello di conoscerci meglio e far sì che le differenze non diventino un ostacolo nel dialogo e nell’amicizia tra di noi. Abbiamo bisogno di dare questa testimonianza al mondo, soprattutto in un mondo laico, facendo vedere che le differenze tra le religioni rappresentano una ricchezza e non una difficoltà”.
Sulla stessa linea mons. Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, che insiste sulla necessità, di testimoniare insieme l’unico vero Dio, ricordando il valore perenne del Decalogo per Ebrei e Cristiani, contro ogni ingiustizia e sopruso, di fronte alle sfide del nostro tempo e a cominciare dalla difesa della vita e della persona umana nella sua totalità. Sentiamo le sue parole:
“Nel villaggio globale c’è bisogno di un linguaggio comune per poterci ritrovare nel consenso sui alcuni punti e su alcuni temi etici fondamentali. Questo lo offre esattamente il Decalogo, “le dieci parole” - come le chiama la tradizione ebraica - che sono quelle che portano nella nostra coscienza iscritto il disegno di Dio”.

Radio Vaticana