Roma. La Cina impara a fare a meno
delle grandi aziende occidentali grazie ad
aziende-copia cresciute in casa. Questa
settimana il motore americano di ricerca
su Internet più usato al mondo, Google, si
è detto pronto a rinunciare al mercato cinese.
Ma sono i cinesi, piuttosto, ad avere
poco bisogno di Google, a differenza del
resto del mondo. Non solo non riescono
proprio a pronunciare quel suono liquido
di “Google”, ma al 60 per cento preferiscono
Baidu, il motore di ricerca diventato la
prima compagnia cinese a essere quotata
al Nasdaq. Essere il motore dominante su
un mercato illimitato come quello della
Cina è ovviamente una posizione di infinito
privilegio commerciale.
Non vale soltanto per il fronte Internet.
Anche nell’industria delle auto, il business
occidentale per eccellenza, la Cina
ha appena sorpassato l’intero mercato
americano (era il più forte). Il governo di
Pechino ha avuto un paio di idee semplici.
Primo, obbligare le case costruttrici che
fanno affari con il governo a costruire – e
quindi a puntare con idee e risorse – su
auto sempre più piccole. Poi tagliare le
tasse per chi compra. Stanno andando via
come biscotti, con sgomento occidentale
Il Foglio 16 gennaio 2010