MAURIZIO SCHOEPFLIN
« D a mihi animas, caetera tolle » : fu questo il motto sacerdotale scelto da Giovanni Bosco. Riprendendo in senso allegorico le parole pronunciate dal re di Sodoma nel 14° capitolo della Genesi, il Santo piemontese, come avrebbe spiegato più tardi all’amato discepolo Domenico Savio, intendeva elevare a Dio un’accorata preghiera che mettesse in evidenza la volontà di considerare la salvezza delle anime il compito primo e più importante della sua vita e del suo apostolato. Soltanto partendo da questa invocazione – ' O Signore, datemi anime e prendetevi tutte le altre cose' –, si ottiene una visione più chiara della straordinaria lezione educativa e pedagogica del Santo e della sua attualità che, a centocinquanta anni dalla fondazione dei Salesiani, avvenuta proprio nel dicembre del 1859, appare ancora particolarmente viva. Non v’è dubbio che il celebre sistema preventivo ideato da don Bosco resti un caposaldo nella storia dell’educazione; ma se non viene collocato nel contesto di una scelta di fede forte e decisa, esso perde molto del suo significato. Il prete astigiano inquadrò sempre l’azione educativa nel contesto di un preciso impegno per la salvezza dell’uomo come la intende il cristianesimo.
A suo giudizio, educare vuol dire mettere in pratica la carità evangelica, e l’opera dell’autentico educatore non può che mirare a far diventare Dio stesso il vero maestro di ogni educando. La fede occupa una posizione centrale e dominante nella teoria e nella pratica educative di Giovanni Bosco: da essa e dal suo primato prendono luce e valore tutte le altre intuizioni che fanno del fondatore dei Salesiani uno dei più grandi educatori di tutti i tempi. È stato notato che « per lui era più importante il contenuto che il metodo, il punto d’arrivo più che il percorso, il fine più che i mezzi » . E il fine coincideva con la salvezza delle anime e non con il successo visibile del lavoro educativo. Certo, ciò non significò per lui non tenere presenti le esigenze dell’uomo e, soprattutto, del giovane; ma fu una chiara e robusta antropologia cristiana a guidarlo mentre elaborò i metodi e i contenuti dell’educazione: l’amorevolezza, il sapiente uso della ragione, l’amicizia, il gioco e tutte le altre componenti della pedagogia salesiana si fondano sulla fede cristiana e da essa traggono luce e significato.
Giovanni Bosco non dissimulò mai la propria appassionata adesione a Gesù Cristo e non annacquò mai la verità evangelica, tanto che, fedele al suo stile improntato a serena immediatezza, non esitò ad affermare: « La mia politica è quella del Padre Nostro » .
Proprio a un uomo siffatto, a un cristiano così limpido e coerente, si rivolgeva il laicissimo ministro Urbano Rattazzi quando doveva segnalare dei casi umani difficili. È questo solamente un piccolo particolare nella vita di San Giovanni Bosco, ma non privo di significato anche per noi che viviamo in tempi di emergenza educativa.
Avvenire 16 gennaio 2010