L'arcivescovo di Monaco di Baviera, mons. Reinhard Marx, in un'intervista al settimanale 'Der Spiegel' accusa il cancelliere protestante, Angela Merkel, di aver di fatto condotto il partito cristiano-democratico (Cdu) a dire addio ai principi cristiani. Anche dal partito piovono dure critiche.
Quando vinse le elezioni tedesche lo scorso 27 settembre, Angela Merkel sembrava destinata a un futuro politicamente tranquillo, ma ora due terzi dei cittadini sono insoddisfatti del nuovo governo e la popolarità della leader conservatrice subisce un vero e proprio crollo.
Così passa la gloria del mondo, Signora Cancelliere!
LA CHIESA CATTOLICA CONTRO MERKEL, "CDU POCO CRISTIANA"
(AGI) - Berlino, 9 gen. Il partito cristiano-democratico sotto la guida di Angela Merkel non rappresenta più i valori dei cattolici tedeschi. La durissima accusa arriva dall'arcivescovo di Monaco di Baviera, Reinhard Marx, il quale in un'intervista al settimanale 'Der Spiegel' accusa il cancelliere protestante di aver di fatto condotto il suo partito a dire addio ai principi cristiani.
"Nel programma della Cdu si parla genericamente di 'valori' cristiani', ma per me questo e' un concetto troppo nebuloso", spiega Marx, che attacca la politica della famiglia seguita dal cancelliere, poco impegnata in difesa del matrimonio e nell'educazione dei figli.
In particolare, l'arcivescovo di Monaco contesta la decisione del ministro della Famiglia di incitare le madri a mandare i figli all'asilo nido già all'età' di un anno, invece di accudirli ed educarli personalmente. "E' assolutamente fuorviante se il mondo politico vuole far credere alla gente che si puo' avere tutto allo stesso tempo, carriera, stipendi elevati e figli", tuona Marx, che prende di mira anche il ministro della Ricerca scientifica, Annette Schavan (Cdu), favorevole ad estendere a fini di ricerca l'uso delle cellule staminali embrionali. "E' una cosa che mi ha molto deluso", spiega il presule, secondo il quale per le gerarchie cattoliche "la ricerca con le cellule fecondate e' inaccettabile. E' molto deplorevole che la Cdu su questo argomento non abbia seguito le nostre indicazioni ed abbia addirittura ancora più ammorbidito la sua posizione". Durissimo è poi l'attacco alla Merkel per la critica da lei rivolta a suo tempo a Benedetto XVI sulle dichiarazioni del vescovo lefebvriano Williamson. "Siamo rimasti tutti indignati", spiega Marx, "poiché il Papa si era espresso in maniera inequivocabile sulle inaccettabili dichiarazioni di Williamson. A mio avviso non era opportuno che il cancelliere si immischiasse in questa polemica".
Fuoco di sbarramento nei riguardi della Merkel arriva anche da alti esponenti regionali della Cdu, che nell'edizione di domani della 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' accusano il cancelliere di aver oscurato nella recente campagna elettorale le posizioni del partito in favore di un suo "stile presidenzialista". I presidenti dei gruppi parlamentari della Cdu nei laender di Assia, Sassonia e Turingia, rimproverano alla Merkel di essersi presentata "non come un candidato della Cdu, ma come cancelliere della 'Grosse Koalition'. Questo stile presidenziale ha prodotto un'elevata popolarità per il cancelliere, ma una scarsa identificazione con il partito". "E' stato solo un colpo di fortuna, se abbiamo vinto le elezioni", e' la conclusione dei tre esponenti della Cdu, mentre nel nuovo numero del settimanale 'Der Spiegel' il presidente della Cdu della Renania-Palatinato, Christian Baldauf, paventa la perdita in futuro di altri elettori tradizionali del suo partito, nel caso in cui la Merkel porti avanti la linea politica seguita finora. Pericolo intravisto anche da Josef Schlarmann, presidente dell'associazione dei piccoli imprenditori iscritti al partito cristiano-democratico, secondo il quale "se va perduto il contatto con la base, la Cdu è a rischio".
Schlarmann sottolinea di non riconoscere più nel partito guidato dalla Merkel la Cdu "al governo a Bonn" ai tempi di Helmut Kohl.
AGI