DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I vescovi tedeschi chiedono perdono alle vittime degli abusi

Berlino, 23. I vescovi tedeschi chiedono perdono alle vittime degli abusi sessuali compiuti in alcune scuole di gesuiti della Germania tra gli anni Settanta e Novanta. Al termine della prima giornata dell'assemblea plenaria (durerà fino al 25 febbraio) della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), a Friburgo, il presidente, arcivescovo Robert Zoellisch, ha chiesto pubblicamente scusa, aggiungendo che il mese prossimo ne discuterà direttamente con Benedetto XVI.
Il presule si è detto "profondamente sconvolto" dallo scandalo e ha definito un "crimine ripugnante" gli abusi commessi sui giovani. "Chiedo scusa a nome della Chiesa cattolica tedesca a tutte le vittime di questo crimine", ha affermato l'arcivescovo Zoellisch nel corso di una conferenza stampa in cui ha ammesso che si tratta di fatti ancora più odiosi perché gli adolescenti ripongono una fiducia particolare nei sacerdoti. Il presidente della Conferenza episcopale ha assicurato che i vescovi tedeschi denunceranno alle procure i casi di abusi di cui dovessero venire a conoscenza. Il fatto che gli abusi risalgano ad almeno una ventina di anni fa rende di fatto impossibile chiamare i responsabili a renderne conto davanti alla giustizia, poiché reati di questo tipo cadono in prescrizione in Germania dopo dieci anni.
Il presule ha tenuto a precisare che la Chiesa tedesca "vuole discutere come, in questa difficile situazione, si possa ristabilire la reputazione delle scuole cattoliche". Secondo il presule l'impatto di tali vicende è infatti ancora più forte all'interno della Chiesa, poiché "danneggia la sua credibilità" in molti campi, per esempio nei suoi insegnamenti sul matrimonio e la famiglia, o sulla morale sessuale, e nel ruolo della Chiesa nell'ambito dell'educazione, attraverso le scuole cattoliche.
Ma il maggior pericolo di questa tempesta sta nel fatto che investe il cuore di coloro che credono "scuotendo la loro fede e minacciando la loro capacità di affidarsi a Dio".
All'assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca partecipano 65 presuli. Tra i momenti centrali dell'incontro, una giornata di studi sul tema: "L'invecchiamento della società come sfida per la Chiesa".
Si parlerà del mutamento demografico in atto e delle conseguenze che tale nuovo fronte ha per il servizio della Chiesa, in particolare per quanto concerne la "cura delle anime".
Verranno, per esempio, affrontate le delicate questioni relative all'impegno della Chiesa nell'ambito delle cure sanitarie. Dopo l'introduzione dell'arcivescovo Robert Zollitsch interverranno alcuni esperti, tra i quali, i professori Andreas Kruse, direttore dell'istituto di gerontologia, Heidelberg, Isidor Baumgartner, cattedra di studi sociali cristiani e scienze caritative della Università di Passau, Peter Neher, presidente della Caritas tedesca, il vescovo Joachim Reinelt, presidente della Commissione per le questioni caritative, il vescovo Joachim Wanke, presidente della Commissione pastorale e l'arcivescovo Reinhard Marx, presidente della Commissione per le questioni sociali.
Altri temi importanti al centro della riflessione dell'assemblea plenaria sono l'impegno in Afghanistan dell'esercito tedesco, le questioni relative alla pastorale vocazionale e un esame degli aiuti forniti a Haiti.
Inoltre i presuli tedeschi comuni-cheranno le rispettive esperienze a riguardo dei "risultati e delle prospettive" della priorità programmatica indicata dieci anni fa, "Tempo di semina. Essere Chiesa in modo missionario".
Alla seduta inaugurale dell'assemblea plenaria hanno preso parte il nunzio apostolico, arcivescovo Jean-Claude Périsset e, come ospiti della Chiesa universale, l'arcivescovo di Bamako (Mali), monsignor Jean Zerboì, l'arcivescovo di Manaus (Brasile) Luiz Soares Vieira, il vescovo di My Tho (Viêt Nam), monsignor Paul Bùi Vãn Ðoc e padre Wilnès Tilus, già direttore di Caritas Haiti.


(©L'Osservatore Romano - 24 febbraio 2010)