DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Pedofilia/ Diocesi Monaco di Baviera: Ora tolleranza zero Si è dimesso l'abate benedettino di Ettal. "Chiarire le accuse"

Roma, 25 feb. (Apcom)

Si allarga lo scandalo dei preti pedofili in Germania e, dopo le prime denunce del settimanale 'Spiegel', ora tocca anche Monaco di Baviera. Dopo le dimissioni di un abate benedettino, l'arcidiocesi chiede "piena trasparenza" sui fatti del passato remoto e recente e promette "tolleranza zero".
"L'arcidiocesi di Monaco e Frisinga si attende dall'abate benedettino di Ettal un chiarimento senza riserve delle accuse di abusi sessuali sui minori nella scuola o nel collegio del monastero", afferma la nota diffusa nella tarda serata di ieri.
"Per l'abuso sessuale di bambini e adolescenti, non ci può essere alcuna tolleranza. Quindi mi aspetto che dal monastero un inflessibili chiarimento e trattamento delle accuse e dei possibili crimini", afferma nella nota il vicario generale della diocesi, monsignor Peter Beer.
"Non si tratta solo degli eventi dei passati decenni, che oggi possono essere sono difficilmente perseguiti penalmente. Bisogna anche rispondere alla domanda se ancora nel recente passato ci sono stati colpe ed errori".
L'abate del convento benedettino di Ettal, padre Barnabas Boegle, si è dimesso ieri. Otto ex allievi del collegio hanno recentemente affermato di essere stati vittima di abusi sessuali nel 1954, ma anche negli anni Settanta e Ottanta. Ora l'arcidiocesi chiede all'abbazia di specificare quanti casi sono noti, che tipo di crimine è stato compiuto e se il monastero si è adeguato alle linee guida che i vescovi tedeschi hanno approvato di recente. Inoltre l'arcidiocesi vuole spiegazioni su come sono stati trattati i religiosi sospettati e se essi sono stati mantenuti in servizio a contatto con dei minori.
"So che affrontare queste accuse è un processo doloroso", afferma il vicario generale nella nota. "Ma non ci sono alternative, perché si tratta della protezione di bambini e giovani e di giustizia per le vittime". L'arcidiocesi sottolinea di aver già fornito tutte le informazioni richieste e di essere pronta a dare "ulteriore sostegno" per un "chiarimento effettivo ed efficace". "Sarebbe inaccettabile ogni dissimulazione, copertura o insabbiamento", afferma monsignor Beer. "La nostra linea è tolleranza zero sugli abusi sessuali e sulla connivenza con possibili crimini.
Pretendiamo piena trasparenza", afferma il presule. L'arcisiocesi di Monaco - di cui Joseph Ratzinger è stato arcivescovo dal 1977 al 1982 - è ora retta da monsignor Reinhard Marx, molto stimato dal Papa. Lo scandalo dei preti pedofili in Germania è scoppiato in seguito alle rivelazioni che il settimanale 'Spiegel' ha pubblicato sugli abusi compiuti negli anni Settatanta e Ottanta nel prestigioso collegio gesuita Canisius a Berlino.
Nel corso delle scorse settimane sono poi emersi numerosi altri casi relativi ad altre case di gesuiti ad Amburgo, St Blasien (Foresta nera) e nella zona di Bonn. I gesuiti hanno condannato con nettezza i casi emersi, costretto a dimissioni il rettore di una di queste residenze per giovani e aperto un'inchiesta interna affidata all'avvocatessa Ursula Raue. Nel frattempo lo scandalo si è allargato. Sono emerse denunce di abusi che sarebbero stati compiuti in una casa per minori handicappati gestito da salesiani a Berlino-Wannsee (e l'ordine fondato da don Bosco ha aperto un'inchiesta), in altre case per ragazzi gestite da pallottini (che hanno incoraggiato le vittime a parlare), da francescani minori (che per ora tacciono), e nella diocesi di Hildesheim. Ora viene toccata dallo scandalo anche la diocesi di Monaco. I vescovi tedeschi, riuniti in questi giorni in assemblea generale a Friburgo, hanno chiesto pubblicamente scusa per l'accaduto, impegnandosi a ogni chiarimento e alla denuncia alle autorità giudiziarie civili. In Vaticano la situazione tedesca non viene sottovalutato, anche se appare evidente che i casi tedeschi sono sporadici, a differenza della situazione di "endemica" pedofilia emerse in Irlanda con la recente pubblicazione di due rapporti governativi.
Il Papa in persona - fautore della 'tolleranza zero' - ha ricevuto in Vaticano i vescovi irlandesi per affrontare strutturalmente la questione, e una sua lettera ai cattolici irlandesi è attesa per metà marzo.
L''Osservatore romano' ha di recente ripubblicato, sulla situazione tedesca, un articolo precedentemente apparso sulla 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' nel quale si condannavano i casi di pedofilia e si ricordava che i vescovi tedeschi già negli anni scorsi hanno affrontato il tema approvando nel 2002 linee guida molto rigorose per la punizione dei colpevoli e la prevenzione di altri casi.

© Copyright Apcom


Germania: i vescovi nominano un coordinatore per accertare i casi di abusi su minori






Per far luce sui casi di abusi su minori verificatisi in Germania negli anni ‘70-‘80 e di cui sarebbero responsabili religiosi, docenti e laici di diversi collegi, istituti e parrocchie, la Conferenza episcopale tedesca ha nominato come responsabile centrale per gli accertamenti il vescovo di Treviri mons. Stephan Ackermann. L’annuncio è stato dato ieri al termine dell’Assemblea plenaria dei vescovi dal presidente della Conferenza episcopale mons. Robert Zollitsch. “Noi vescovi tedeschi accettiamo le nostre responsabilità e condanniamo i reati compiuti da religiosi, sacerdoti e collaboratori laici nelle nostre diocesi – scrivono i presuli nel comunicato finale della plenaria - mortificati e scioccati, chiediamo a tutte le vittime di questi orribili gesti di essere perdonati e scusati”. Per collaborare ai procedimenti giudiziari, la segreteria della Conferenza episcopale ha aperto a Bonn un ufficio di coordinamento e presto sarà attivato un 'telefono amico' al quale potranno rivolgersi le vittime. Entro agosto, poi, saranno riviste e aggiornate le norme ecclesiastiche del 2002 in tema di accertamenti nei casi di abusi sessuali su minorenni da parte di religiosi.” Vogliamo che tutto venga chiarito in modo leale, senza falsi ritegni – ha detto mons. Zollitsch – le vittime hanno diritto a ciò”. Per una “prevenzione completa”, ha auspicato il presule, occorre “una cultura dell'attenzione” da parte di responsabili delle scuole e della pastorale per i giovani e una formazione accorta dei futuri sacerdoti. Intanto nella scuola benedettina di Ettal, nella Baviera, si è dimesso l’abate Barnabas Boegle che si è assunto la responsabilità di avere trasgredito le regole della Chiesa cattolica sull’obbligo di segnalare ogni caso di abuso su minorenni. Finora sono circa 120 gli abusi denunciati. (A cura di Tiziana Campisi)