DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Serbia, il nuovo Patriarca apre al Papa. E attacca l’Islam

Dialogo sì, ma non con tutte le religioni. Il patriarca Irinej, nuovo capo della chiesa ortodossa serba, inizia la sua missione all’insegna della contraddizione. Da una parte invita il papa a visitare il suo Paese per migliorare i rapporti con i cattolici. Dall’altra attacca i musulmani, accusandoli di essere oppressivi verso le altre confessioni. Una politica che riscuote successo in Vaticano, ma che ovviamente provoca irritazione nella comunità islamica.

Già prima della sua elezione, avvenuta lo scorso 22 gennaio, Irinej aveva espresso la speranza di ospitare Ratzinger nel 2013. Quella del Pontefice sarebbe una visita storica: oltre ad essere la prima volta di un papa in Serbia, potrebbe essere l’occasione per un incontro col Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. L’obiettivo, lontano ma possibile, è la “riunificazione delle due Chiese”, auspicata esplicitamente da Irinej e implicitamente da Benedetto XVI, che pochi giorni fa si è augurato “che i discepoli di Cristo possano essere nuovamente uniti”.

La moschea Bajrakli a Belgrado

All’apertura verso Roma non corrisponde un atteggiamento analogo nei confronti dell’Islam. “Sappiamo qual è la filosofia dei musulmani – ha detto Irinej il 27 gennaio. – Quando sono in minoranza, sanno comportarsi bene ed essere corretti. Quando sono in condizioni di parità alzano già la testa. Quando diventano maggioranza, cominciano a esercitare pressioni”. Elderin Asceric, segretario della Comunità islamica di Serbia, ha immediatamente annunciato una lettera di proteste diretta alla Chiesa di Irinej. “Le parole del nuovo patriarca – si legge nel testo – lasciano intendere che i musulmani sono tollerabili solo quando sono minoritari e sottomessi. Se il capo degli ortodossi serbi vuole un minimo di dialogo, ci aspettiamo delle scuse chiare e precise”.

Il 25 aprile Irinej sarà protagonista di una cerimonia di insediamento a Pec, in Kosovo. La neonata Repubblica, proclamatasi indipendente due anni fa e non riconosciuta da Belgrado, è a maggioranza islamica: su oltre due milioni di abitanti, solo 100 mila sono di religione ortodossa. Il nuovo patriarca serbo si è augurato che la sua presenza non venga interpretata come una provocazione: molto però dipenderà dal suo stesso atteggiamento, finora tanto aperto verso i cattolici quanto ostile verso i musulmani.