Una rinfrescante cannonata laica
contro la parrocchia neodarwinista.
E’ questo il senso del libro dei due
scienziati Massimo Piattelli-Palmarini
e Jerry Fodor, “What Darwin got
wrong” (presto in Italia). Ieri Repubblica
ha intervistato il cognitivista italiano
che c’è andato giù duro contro la
“sacra triade” evoluzionista (Dawkins-
Dennett-Pinker). Piattelli Palmarini
non è inciampato nell’antinomia creazione/
evoluzione. Non ha brandito come
un feticcio la comune ascendenza
genetica dell’uomo con il gibbone.
Non ha fatto dell’evoluzione un idolo.
Ha rotto un muro ideologico, anche se
l’agguerrita setta neodarwiniana tenterà
di dissipare e fargli rimangiare
tesi così scandalose. I due scienziati
hanno rimesso in discussione tutto da
una posizione di mainstream. Non sono
due emarginati della comunità
scientifica, parlano dal suo interno.
Piattelli-Palmarini ha criticato la concezione
neodarwinista che sfodera il
revolver non appena qualcuno si permette
di dubitare della selezione naturale:
il vero, feroce paradigma dell’evoluzionismo.
“Perché i porci non
hanno le ali” è il bel titolo di un saggio
a cui Fodor fu quasi impiccato dalla
comunità evoluzionista, gelosa dei
propri riti e verità rivelate. E’ una felice
sorpresa che Piattelli-Palmarini,
uno fiero delle proprie credenziali
laiche, si dica in sintonia con la filosofia
delle forme del cardinale Christoph
Schönborn. Questo pamphlet
dovrebbe essere l’occasione per riparlare
di Darwin e di come la sua
trasformazione in fortilizio ideologico
abbia impedito di pensare liberamente
senza la certezza di essere accusati
di “oscurantismo”.
© Copyright Il Foglio 30 marzo 2010