DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La mistificazione della lobby laicista

Quanto sta accadendo al Papa è il segno eclatante della crisi del mondo contemporaneo. Non la crisi della cultura cosiddetta laica o del mondo postmoderno, ma di tutto l’impianto culturale dominante nel mondo. I fatti vengono semplicemente censurati. Zero assoluto. Non si tratta più di stabilire quale sia l’oggetto del contendere. Il New York Times accende la miccia contro la Santa Sede, sparando ad altezza d’uomo a Benedetto XVI e quest’operazione - e non i fatti! - diventa il punto dal quale partire. Ogni replica non conta, conta soltanto l’obiettivo: mettere all’angolo la Chiesa. Cioè, in sostanza, buttare via il bambino con l’acqua sporca.


Ma, insomma, chi ha cominciato la guerra contro la pedofilia nella Chiesa? E chi ha stigmatizzato duramente e con toni e parole irrituali la violenza sessuale nei confronti dei più deboli e fragili, dei piccoli? Un uomo soltanto: Joseph Ratzinger, prima nei panni di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine come Pontefice. Fatti, non chiacchiere da bar o accuse da salotti laicisti organizzati. Pierluigi Battista ha scritto sul Corriere della Sera che la Chiesa non debba "gridare al complotto della "lobby laicista internazionale"; conviene alla Santa Sede proseguire "sulla stessa linea indicata da Ratzinger nella sua lettera all’Irlanda cattolica". Appunto. Ma lo sa Battista che il mondo laicista odia la Chiesa e che la subcultura laicista è diventata altro dalla sana cultura laica, anti-ideologica e realista? Questo è il primo punto: il mondo è cambiato e non in meglio, cosa che può capitare, nella storia.


Detto questo, seguire la linea Ratzinger significa proprio assumere il criterio della verità come pietra angolare dell’intelligenza e della storia. Chi attacca volendo far male all’avversario - o al Nemico -, senza tener conto dei fatti, compie un’altra operazione. Si chiama mistificazione e di solito non fa bene alla civiltà. Non basta. La laicità avrebbe oggi tutto da imparare da un Papa come Ratzinger. Perché la strada che egli indica apre all’uso della ragione e al metodo dell’equilibrio nella valutazione storica e ciò favorisce il rapporto tra mondo agnostico e cristianità. Aprire un fronte di attacco come questo indebolisce la laicità e innalza il valore oggettivo della cristianità che, purtroppo, si trova priva di un credibile interlocutore. A chi giova tutto ciò? Non al mondo laico, perché non è innocente, come molti agnostici intelligenti dicono da decenni - da Glucksmann a Finkielkraut, per fare qualche nome noto -; non al mondo politico perché senza la Chiesa non esiste bene comune e concezione del bene comune.


Questo violento spostamento del baricentro dell’attacco, con questi toni beceri e indecenti, disgrega e rafforza la desocializzazione. Stando così le cose, domandiamoci: come viene usata la libertà di informazione? Per quali finalità dobbiamo fare informazione? Va tutto bene al di là delle finalità specifiche oppure si deve ragionare intorno a queste ultime?



Raffaele Jannuzzi

27/03/2010



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