DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Lazio/centrosinistra Una Bonino in difficoltà inciampa su Regioni e Ru486, dando valore a «nuclei affettivi» e «libera scelta». PIER LUIGI FORNARI

T i puoi fidare di Emma? A giudicare dalle sue affermazioni a tre giorni dal voto si direbbe di no. A proposito della prolu­sione del presidente della Cei, in evidente difficoltà a replicare nel merito, la lea­der radicale sostiene con strafottenza a che «l’aborto e la legge 194 non sono com­petenza regionale, e questo dovrebbe saperlo anche il si­gnor Bagnasco». Dimentica che tale livello di governo a­vrà un ruolo importantissi­mo nella applicazione dei protocolli sulla Ru486 (sono stati i radicali per primi a sponsorizzarne la introdu­zione in Italia). La Bonino si spertica poi in un peana del­la legge 194 «votata dall’80% degli italiani, per non torna­re alle mammane e ai cuc­chiai d’oro, che promuove la libera scelta e la maternità responsabile». Non ram­menta che contro quella leg­ge i radicali promossero un referendum demolitorio per la completa liberalizzazione dell’aborto.
Proprio a favore di una dif­fusione
della pillola abortiva si pronuncia il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, per­ché, a suo dire, sarebbe «u­na tecnica meno invasiva, da applicare dentro i criteri del­la legga 194, su indicazione degli organi tecnici compe­tenti ». Quanto alla prolusio­ne dell’arcivescovo di Geno­va, il leader piacentino so­stiene: «Non credo che vo­glia intervenire a piedi uniti nella campagna elettorale, Bagnasco ha riaffermato un principio». «Tre pareri del Consiglio superiore di sanità – risponde a Bersani il sot­tosegretario alla Salute, Eu­genia Roccella – non sono bastati evidentemente a convincerlo che la pillola a­bortiva Ru486 non è una tec­nica meno invasiva ma anzi è un metodo più lungo, più incerto e più doloroso di quello chirurgico». Dunque «l’unico motivo per cui è so­stenuto in Italia è quello di introdurre la prassi dell’a­borto a domicilio e di far sal­tare le garanzie della legge 194».
Tornando alla Bonino, sulle unioni di fatto la leader ra­dicale ribadisce quello che è ha già affermato nel pro­gramma della 'lista Bonino­Pannella', ma non in quello del sito 'emmapresidente', cioè che per lei vale la 'fa­miglia anagrafica': «L’atten­zione ai nuclei affettivi, alla libera scelta è un dato fon­damentale c’è una legge del­lo Stato che vale per me e tutti gli altri, il decreto del presidente della Repubblica del 1989, che ha già definito cosa sono le famiglie in Ita­lia ». In altri termini per la 'le­galitaria' Emma un regola­mento anagrafico vale più della Costituzione. Da nota­re infine che nel programma della 'lista Bonino-Pannel­la' si pone tra le priorità «la lotta all’omofobia e alla tran­sfobia », con un’attività di «sensibilizzazione nelle scuole medie inferiori e su­periori in materia di preven­zione del bullismo» (nel po­litichese europeo il termine è sinonimo di «omofobia»).


© Copyright Avvenire 24 marzo 2010