DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Nella Chiesa c’è chi usa gli scandali per abolire il celibato. di Andrea Tornielli

A chiedere esplicitamente e ripetutamente la sua abolizione è stato il teologo progressista tedesco Hans Küng. Comunità di base, editorialisti e commentatori hanno fatto propria questa richiesta, da ultima una columnist del New York Times, che ieri ha scritto: «Papa Benedetto è determinato a proibire che i preti prendano moglie». Il celibato sacerdotale, tema sul quale più volte si sono espressi i Papi negli ultimi decenni, e sempre ribadendo la necessità di mantenere questa regola per il clero cattolico latino, sembra tornare al centro del dibattito a motivo degli scandali degli abusi sui minori.
Una frase dell’arcivescovo di Vienna, Cristoph Schönborn, qualche settimana fa, era sembrata aprire a questa ipotesi. Ma si trattava di una cattiva traduzione. Così come si è trattato di un travisamento quanto attribuito al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, dal quotidiano austriaco Die Presse. Secondo il giornale, Martini avrebbe detto che il celibato dovrebbe essere ripensato di fronte a ciò che sta accadendo.
Questa volta però il porporato gesuita non ha lasciato correre.
«Sono rimasto molto sorpreso nel vedermi attribuita una espressione che non corrisponde al mio pensiero. Anzi, ritengo sia una forzatura coniugare l’obbligo del celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale». Così Martini ha smentito le parole che gli sono state attribuite, spiegando di non aver mai interloquito con il giornale austriaco, che riportava invece un brano di una lettera del cardinale ai giovani. «Ma il testo di tale lettera da me approvato diceva: “Occorrerebbe ripensare alla forma di vita del prete”, intendendo così sottolineare l’importanza di promuovere forme di maggiore comunione di vita e di fraternità tra i preti affinché siano evitate il più possibile situazioni di solitudine anche interiore».
Dunque nessuna richiesta di discutere il celibato in concomitanza con le polemiche sugli abusi, come hanno ripetuto in molti in questi giorni e come ha ribadito ieri il cardinale Walter Kasper su La Stampa (dichiarazioni rilanciate da L’Osservatore Romano).
«Di sicuro - afferma Kasper - il celibato non ha nulla a che vedere con gli abusi sessuali del clero sui minori. Tutti gli esperti documentano che la stragrande maggioranza dei casi avviene nelle famiglie e non in ambiti ecclesiastici».
Ma se ora, di fronte alla bufera degli scandali, che non accenna a placarsi, molti porporati fanno quadrato, ciò non significa che il tema dell’abolizione del celibato e dunque della possibilità di ordinare preti uomini sposati, non sia all’ordine del giorno.
Aperture in questo senso negli ultimi anni sono venute dai cardinali Roger Etchegaray, Cormac Murphy O’Connor, Godfried Danneels, Claudio Hummes, come pure dallo stesso Martini. E non si deve dimenticare che qualche spiraglio in questo senso - seppure come possibilità remota - è contenuto anche nella recente costituzione apostolica per gli anglicani che vogliono tornare alla piena comunione con Roma. La Chiesa cattolica, peraltro, ha già i suoi preti sposati, nelle comunità cattoliche di rito bizantino. Ma Benedetto XVI non intende discostarsi dalla linea seguita dai predecessori, e nelle scorse settimane è tornato a esaltare il valore del «sacro celibato», sottintendendo così di non essere intenzionato a mettere in discussione quella legge, anche se non è un dogma.

© Copyright Il Giornale, 30 marzo 2010