Roma. Ieri il Vaticano, attraverso il suo portavoce
padre Federico Lombardi, ha parlato del montare
delle polemiche scoppiate in Germania sui presunti
episodi di pedofilia perpetrati tra il 1958 e
1973 a Ratisbona, in Baviera, all’interno del coro diretto
dal 1964 al 1994 da don Georg Ratzinger, fratello
di Benedetto XVI. Premesso che “la chiesa sta
facendo tutto il possibile affinché in futuro non si ripetano
più abusi sessuali su minori” – ha detto Lombardi
– occorre ricordare che “gli episodi di pedofilia
non riguardano solo la chiesa ma anche altri ambienti
ed è bene preoccuparsi anche di questi”. Poche
ore prima era stato don Georg a parlare: pur ribadendo
di non essere mai stato a conoscenza di
abusi perpetrati all’interno del coro, ha chiesto perdono
per gli errori del passato.
Germania e Irlanda, Austria e Olanda: sono però
tanti i paesi dove stanno venendo allo scoperto casi
di pedofilia che coinvolgono preti e religiosi. Ma il
caso della Germania è giocoforza centrale: sono in
molti qui, anche all’interno della chiesa, a leggere
le dolorose vicende di pedofilia ponendosi interrogativi
sulla castità dei sacerdoti. La tesi è, in sostanza,
quella espressa pochi giorni fa sul Tablet da
Hans Küng: gli abusi su minori da parte dei preti
potrebbero essere debellati abolendo il celibato.
“Non si tratta di casi isolati, ma di un problema interno
al clero” ha scritto il teologo tedesco. E ancora:
“Gli abusi sessuali compiuti dai sacerdoti non
hanno nulla a che fare con il celibato? Obiezione!
Come mai si registrano in massa proprio nella chiesa
cattolica, guidata da celibatari? Chiaramente
queste colpe non sono attribuibili esclusivamente
al celibato. Ma questo è la più importante espressione
strutturale dell’approccio teso che i vertici ecclesiastici
hanno rispetto alla sessualità”. Non così
la pensano il Papa e i vertici della Santa Sede. Eppure
la pressione sul celibato sacerdotale, la spinta
perché la consuetudine che vuole i preti cattolici di
rito latino celibi venga superata è forte. E soffia su
Roma soprattutto dalla Germania, in coincidenza
dell’anno sacerdotale che il Papa ha voluto indire.
Un anno nel quale Ratzinger ha deciso di mostrare
a tutti la figura del Curato d’Ars: “La sua castità è
quella richiesta a un prete per il suo ministero”.
Sull’importanza del celibato nel sacerdozio il Papa
ha parlato più volte. Recentemente è stato lo psichiatra
e teologo Manfred Lutz, direttore dell’ospedale
psichiatrico di Colonia e consultore della Congregazione
per il clero, a parlarne sulla Frankfurter
Allgemeine Zeitung: “Qualunque cosa si possa pensare
della morale sessuale cattolica essa è sempre
stata, per chiunque l’ha rispettata, un baluardo contro
l’abuso dei bambini. E citare in questo contesto
il celibato è un atto irresponsabile. In una conferenza
che si è tenuta a Roma nel 2003, i principali
esperti internazionali, tutti non cattolici, hanno dichiarato
che non esiste un collegamento tra questo
fenomeno e il celibato”.
Eppure l’argomento è vivo. Tanto che domani e
venerdì anche di questo diversi cardinali e vescovi
parleranno in un convegno promosso dalla Congregazione
per il clero alla Lateranense: molti gli interventi
dedicati al celibato ecclesiastico. In sostanza,
si tratta di una sorta di risposta a coloro che
nella chiesa avanzano dubbi sul celibato dei preti.
Ci sarà il prefetto del clero, il cardinale Cláudio
Hummes. Fu lui, appena arrivato a Roma nel 2006,
a dire che “il celibato non è un dogma”. Un concetto
scontato ma che, espresso dal neo prefetto del
clero, fece clamore. Tanto che poi Hummes, in pubblico,
non ne parlò più. Insieme a Hummes parlerà
anche il vescovo di Ratisbona Gerhard Müller, il primo
esponente della chiesa tedesca ad ammettere gli
abusi sessuali di Ratisbona. Poi il cardinale Carlo
Caffarra (arcivescovo di Bologna), monsignor Filippo
Santoro (vescovo di Petrópolis), monsignor Leo
Burke (prefetto del Supremo tribunale della segnatura
apostolica), il cardinale Antonio Cañizares Llovera
(prefetto del Culto divino), monsignor Mauro
Piacenza (segretario del Clero).
Venerdì, il giorno dell’arrivo in Vaticano di Robert
Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi, i partecipanti
al convegno saranno ricevuti dal Papa: un
segno importante soprattutto in questi giorni in cui
la bufera sul Vaticano non accenna a calmarsi.
Paolo Rodari
© Copyright Il Foglio 10 marzo 2010