DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

“B-XVI ferisce al cuore la mentalità dominante, ecco perché lo attaccano”. Intervista a Mons. Antonelli

Roma. L’accusa del cardinale Ennio Antonelli,
ex arcivescovo di Firenze, incaricato
di seguire in Vaticano le politiche per
la famiglia, è precisa e circostanziata. Ed
è diretta contro i media. Sono loro, secondo
il porporato, a indirizzare l’opinione
pubblica contro la chiesa. Sono loro a stravolgere
i fatti dipingendo il Vaticano come
un’enclave di preti pedofili guidati dal Papa.
Dice Antonelli al Foglio: “E’ evidente
che si tratta di un attacco non solo contro
il Papa, ma anche e soprattutto contro la
chiesa cattolica come autorevole referente
morale nel nostro mondo di oggi. I toni
usati, l’accanimento nelle accuse, la ripresa
come se fossero notizie attuali di fatti
lontani nel tempo e già noti pubblicamente,
l’omissione di ogni riferimento alle statistiche,
la presentazione della pedofilia
come un vizio specifico del clero anziché
come un vizio enormemente diffuso nella
società: tutti questi elementi e altri ancora
configurano chiaramente una ‘informazione’
militante contro la chiesa. Per offuscare
l’immagine della chiesa e comprometterne
la credibilità, è logico che si cerchi
di arrivare a colpire il Papa in persona,
sebbene la fermezza e la coerenza del
suo impegno contro certi comportamenti
delittuosi siano conosciuti da sempre”.
Ad Antonelli, come a tanti suoi confratelli,
dà “profonda sofferenza il danno recato
alle vittime, la mancata fedeltà al Signore
dei sacerdoti responsabili, il fango
che deturpa l’immagine della chiesa”. Ma,
insieme alla sofferenza, c’è il rammarico
per “lo scandalo che subiscono tante persone
condizionate dai media”.
Il magistero di Benedetto XVI è una lama
che ferisce al cuore la mentalità dominante,
il sentire dei più. I valori “non negoziabili”
stilati da Ratzinger pochi mesi
dopo l’elezione, non solo non vengono capiti
da molti, ma spesso sono volutamente
respinti. Spiega ancora Antonelli: “E’ in
atto un duro contrasto. Da una parte l’insegnamento
di Gesù Cristo e della chiesa
sull’amore, la sessualità, il matrimonio, la
famiglia, il rispetto di ogni vita umana; dall’altra
parte la cultura relativista e individualista
che provoca la disgregazione della
famiglia, riduce l’amore a soddisfazione
sessuale e sentimentale egoistica senza
impegno e senza sacrificio per il bene dell’altro,
sostiene l’equiparazione di forme
di convivenza assai diverse tra loro, promuove
l’esercizio esclusivamente ludico
della sessualità, favorisce la pratica dell’aborto,
ed esige il riconoscimento di esso
come un diritto. Il Papa, pur essendo molto
rispettoso verso tutte le persone, molto
attento all’educazione delle coscienze e
molto prudente nel discernimento della
responsabilità personale di ciascuno, ribadisce
con chiarezza la verità oggettiva del
bene, le norme morali e il loro significato
e valore per l’autentica crescita umana
delle persone e della società, smaschera
gli idoli e i falsi valori della cultura dominante,
mette in guardia contro le illusioni
e i pericoli. Questo in molti ambienti non
gli procura simpatie e applausi”.
Antonelli conosce Ratzinger da tempo:
“Il Papa mi ha sempre dato l’impressione
di un’intelligenza straordinaria, di grande
serenità d’animo, di mitezza e umiltà. Mi
sembra che per Giovanni Paolo II fosse
più spontanea la comunicazione con le
grandi folle, mentre per Benedetto XVI lo
è la comunicazione con le singole persone
e con i piccoli gruppi. Ambedue sono grandi
personalità e un dono prezioso di Dio
per la chiesa e per il mondo di oggi”.

Paolo Rodari

© Copyright Il Foglio 21 aprile 2010