Washington, 31. I vescovi degli Stati Uniti si schierano a difesa  dell'operato di Benedetto XVI volto a contrastare con fermezza il  "peccato e il crimine" degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti.  Affermano i presuli in una dichiarazione resa pubblica ieri:  "Sappiamo  per nostra stessa esperienza come Papa Benedetto XVI sia profondamente  preoccupato per quanti sono stati colpiti da abusi sessuali e come abbia  rafforzato la risposta della Chiesa alle vittime e dato sostegno ai  nostri sforzi di affrontare i colpevoli". Il recente emergere -  continuano i vescovi - di più resoconti su abusi sessuali compiuti da  sacerdoti rattrista e indigna la Chiesa e ci causa vergogna. Se c'è un  posto dove i bambini dovrebbero essere al sicuro questo dovrebbe essere  nella propria casa e nella Chiesa". Proseguono i presuli:  "Continueremo  a intensificare i nostri sforzi di fornire un ambiente sicuro per i  bambini nelle nostre parrocchie e nelle nostre scuole. Inoltre,  lavoreremo insieme agli altri nelle nostre comunità per affrontare la  piaga degli abusi sessuali in tutta la società".
Nella dichiarazione  - firmata dal presidente della Conferenza episcopale, il cardinale  Francis George, dal vicepresidente, il vescovo di Tucson, Gerald  Kicanas, dall'arcivescovo di Louisville, Joseph Kurtz, dal vescovo di  Youngstown, George Murry e dal vescovo di Paterson, Arthur Serratelli -  si ricorda la visita negli Stati Uniti di Benedetto XVI nel 2008:  "Uno  dei momenti più toccanti" - si legge nel documento - è stata la  conversazione privata del Papa, avvenuta nella Nunziatura apostolica di  Washington, con le vittime degli abusi. Benedetto XVI "ha potuto  ascoltare direttamente come gli abusi sessuali abbiano devastato la vita  delle vittime.
Il Santo Padre ha condiviso la loro dolorosa  esperienza e ha ascoltato, tenendo strette frequentemente le loro mani e  rispondendo teneramente, rassicurandoli". Con l'appoggio - continua la  dichiarazione - "sia di Giovanni Paolo ii che di Benedetto XVI noi  vescovi ci siamo vigorosamente impegnati a fare ogni cosa in nostro  potere per fare in modo che non vengano più compiuti abusi sui bambini.  Concretizziamo questo impegno attraverso il Charter for the protection  of Children and Young People, uno statuto che ci chiama a rispondere con  compassione alle vittime, a lavorare diligentemente al fine di vigilare  su quanti lavorano con i bambini e i giovani nella Chiesa, a diffondere  una coscienza anti abusi e un'educazione preventiva, a comunicare casi  sospetti di abuso alle autorità giudiziarie civili e a valutare i nostri  sforzi nella protezione dei bambini e dei giovani attraverso una  verifica esterna annuale a livello nazionale". Concludono i vescovi:   "Così come accompagniamo Cristo nella Sua passione e morte nel corso  della Settimana Santa, siamo con il Santo Padre Benedetto XVI in  preghiera per le vittime dell'abuso sessuale, per tutta la Chiesa e per  il mondo intero".
Intanto, martedì, nell'omelia per la messa per i  membri del parlamento italiano, il cardinale Antonio Cañizares Llovera  ha voluto esprimere vicinanza al Papa:  "In questi giorni così  particolarmente santi" - ha detto - "terremo quanto mai presente il Papa  Benedetto, autentico servitore di Dio che, abbracciato alla croce  salvatrice di Cristo Signore della Chiesa e della storia, ci insegna  continuamente, e in modo speciale nel momento attuale, che "solo Dio  conta", perché "Dio è amore" e "in speranza siamo già salvati",  invitandoci a "non avere paura", a non essere pusillanimi. Grazie, Santo  Padre! Con tutta la Chiesa, e in modo particolarmente eminente nei  tempi odierni, siamo con Pietro, con il grande dono che Dio ci ha fatto  nel suo successore il nostro amatissimo Papa Benedetto XVI. Preghiamo  insieme per lui, pieni di affetto filiale, a braccia levate:  proprio  dalla Croce, nell'ora delle tenebre, scaturisce la speranza della luce e  la vittoria dell'amore. Come Gesù nella croce, anche noi viviamo l'ora  di Dio, che è l'ora della fiducia piena - la fiducia del bimbo appena  svezzato in braccio alla madre - l'ora della speranza che non delude,  l'ora della preghiera. Grazie di tutto, Santo Padre! Grazie per  incoraggiarci alla speranza e per mostrarci quanto Dio ci ama nella  persona del Vicario del Suo Figlio, abbracciato alla croce e testimone  singolare del suo amore in questi tempi difficili che viviamo. È da  tempi così, analoghi a quelli di allora a Gerusalemme, che scaturisce la  vita e la chiamata alla conversione, l'invito a ritornare alla Sorgente  dell'unico Amore che i rinnova, a essere uomini nuovi, purificati dal  sangue versato per noi sulla croce, dove pende la salvezza per il mondo  intero".
(©L'Osservatore Romano - 1 aprile 2010)