DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

In America la solitudine e la crisi si combattono affittando un amico

Las Vegas. Una famiglia (marito-mogliedue
figli) d’aspetto perfetto sbarca in un
sobborgo pasciuto (alla Wisteria Lane di
“Desperate Housewives”) e spopola presso
il prossimo, grazie a una serie inesauribile
di gadget (dalla mazza da golf Mizuno
MP-52 Iron alla Audi R8). Ma i quattro si
rivelano una “unit”, ovvero una famiglia
“di cartone” assoldata da assi del marketing
che cercano (con successo) di piazzare
i sopracitati gadget alle varie fasce di
mercato alle quali ha accesso il quartetto.
La trama è Hollywoodiana, tratta dal film
“The Joneses” con David Duchovny e Demi
Moore uscito in America da pochi giorni,
ma il concetto di “affitto estremo” si sta
facendo strada nelle vite americane, sconquassate
dalla recessione. Svestiti (in gran
parte) del manto materialista, con case,
auto e affini spesso immolati alle stesse
banche leggere che avevano dato placet al
bengodi, molti americani si ritrovano a investire
su se stessi, letteralmente.
Il caso più eclatante è quello di Rent-AFriend,
compagnia fondata a Las Vegas da
Scott Rosenbaum per sopperire alle supposte
lacune relazionali della sua città.
Las Vegas è per vocazione luogo transitorio,
quindi le amicizie durano spesso
quanto le fiches nell’angolo di gioco. E la
città ha anche salda mano da anni su un
micidiale record, quello di numero uno
d’America per suicidi (uno studio 2008 del
Social Science and Medicine Journal ha
rivelato che gli abitanti di Clark County,
contea di Las Vegas, hanno dal 54 al 62 per
cento di probabilità in piu’di ricorrere al
suicidio di altri residenti americani). Rosenbaum
si è ispirato all’originale giapponese
ed ha creato un sito (www.RentAFriend.
com) dove per 24 dollari e 95 centesimi
al mese si ha diritto di procacciarsi
un fedelissimo a pagamento. Mentre chi
vuole offrire la propria disponibilità platonica
può piazzare profilo e foto gratuitamente.
In soli sei mesi d’azione il sito, che
coinvolge anche resto degli Usa e Canada,
ha raggiunto un traffico di centoventimila
potenziali “amici” e oltre 1.200 membri. La
lista delle attività praticabili è versatile a
dir poco: dal canonico “cinema” e “shopping”,
all’ovvio “casinò” fino a “mongolfiera”,
“arti marziali”, “snowboarding” (sì,
anche a Las Vegas, a Mount Charleston, 45
minuti da Downtown) e un vago “religione”.
E anche se il sito osserva un granitico
“platonic-only”, gli “amici” posso anche richiedere
solo uomini, donne, etero, gay o
bisex. La cifra, a scelta dell’amichevole
preda, va da dieci a cinquanta dollari l’ora
e il solerte Rosenbaum calcola che se
siete amici di fascia alta e lavorate 5 giorni
alla settimana potete portare a casa
(senza commissione dovuta, in quanto Rosenbaum
guadagna dalle iscrizioni) un solido
96mila dollari all’anno. Per ora Rosenbaum
offre “solo” amici, mentre le controparti
giapponesi, culla del fenomeno
rent-a-mania , offrono anche finti boss per
i disoccupati, “amici” per matrimoni (offerti
dalla Office Agents) e persino animali
all’ora (Cat Cafes). Ma un’altra via che
sta riprendendo piede negli Stati Uniti
(dopo la pausa dei gaudenti metà anni Zero)
è quella di affittare il proprio corpo (in
particolare collo, braccio, avambraccio,
fronte, mano, stomaco e schiena) per tatuaggi
temporanei a pubblicizzare una
particolare azienda. Le tariffe vanno dai
100 ai 5.000 dollari e il servizio viene offerto
da compagnie come la Lease Your Body
(www.leaseyourbody.com) di Miami. In voga
è anche l’essere portatori di pubblicità
sull’auto (con agenzie come www.autowrapped.
com o www.autowraps.com). Naturalmente
i soggetti più ambiti sono quelli
che guidano vetture piacenti, rientrano
nell’aurea demografica dei 18-45enni, abitano
in città appetibili e coprono migliaia
di chilometri l’anno. Ma la possibilità è
aperta in generale a tutti coloro di fedina
pulita e muniti di assicurazione e patente.
Molte agenzie richiedono un minimo di
chilometri mensili e spediscono un’emissario
a verificare il tutto una volta al mese.
E i guadagni si aggirano tra i 200 ed i
900 dollari mensili. Quanto basterebbe per
un mero gadget dei “Joneses”, ma Hollywood,
si sa, pratica molta teoria.

Benedetta Pignatelli

© Copyright Il Foglio 27 aprile 2010