DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La pedofilia e l’odio per le “verità morali”. Di Giuliano Ferrara

E’ ormai un contrasto culturale: il
Papa incarna verità morali che
non sono accettate e così le mancanze
e gli errori di sacerdoti sono usate come
armi contro la chiesa”. Mentre
prosegue la gragnuola mediatica internazionale
sulla chiesa cattolica per
i casi di pedofilia nel clero, offensiva
che anzi ha cambiato registro negli ultimi
giorni, trasformandosi in una
campagna contro Benedetto XVI, il
cardinale decano ed ex segretario di
stato Angelo Sodano ha scelto l’ufficialità
dell’Osservatore Romano per
ribadire e meglio argomentare la sua
“inusuale” difesa del Papa pronunciata
il giorno di Pasqua. Anche Sodano,
con questa intervista, compie e fa
compiere alla chiesa un positivo e apprezzabile
salto di qualità. Pur non
minimizzando le colpe – né tantomeno
“arroccandosi” con vittimismo curiale,
come ha accusato ieri il vaticanista
Giancarlo Zizola sulla Repubblica –
Sodano afferma che al fondo dell’attacco
al Papa c’è un “contrasto” di natura
generale: “Ci sono visioni della
famiglia e della vita contrarie al Vangelo”.
Non evoca complotti, non cela
goffamente le colpe, ma denuncia
un’evidente inimicizia. Nel modo in
cui “viene brandita l’accusa della pedofilia”
per attaccare il Papa, trova
l’analogia con altri precedenti storici,
tra cui “l’offensiva contro Pio XII per
il suo comportamento durante l’ultimo
conflitto mondiale” e quella “contro
Paolo VI per l’Humanae vitae”.
Il cardinale ha ragione. Pur nella
diversità imparagonabile delle situazioni
storiche, è innegabile che esista
una filiera di inimicizia secolarista
che spesso ha voluto colpire, più che
le eventuali colpe specifiche, l’essenza
stessa e il ruolo della chiesa. C’è un
plurisecolare mainstream del pensiero
di matrice riformata, illuminista e
atea – che pure avrebbe qualche responsabilità
in più della chiesa per gli
orrori dell’ultimo secolo, dal Gulag alla
Shoah all’eugenetica – che oggi pretende
di infliggere alla chiesa una punizione
finale, addossandole in modo
collettivo la colpa sempre soggettiva e
individuale della pedofilia. In virtù di
un’inimicizia che, con la pedofilia, ha
poco a che fare. E’ con questa cultura
che oggi è in atto quello che Sodano,
con misura diplomatica, chiama “contrasto
culturale”. Dice di voler “servire
la chiesa usque ad effusionem sanguinis”.
Per ora è sufficiente raccogliere
la sfida con i giusti linguaggio e
consapevolezza culturali.

© Copyright Il Foglio 7 aprile 2010