DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Lettera di Agnoli sul "Disegno intelligenete" e risposta di Ferrara

Al direttore - La precisazione dell’ottimo
Piattelli Palmarini, che prende le distanze
dal “disegno intelligente”, mi spinge ad alcune
riflessioni: esulando dal “disegno intelligente”
così come viene espresso oggi da alcuni
scienziati americani, l’idea di un progetto
sotteso alla creazione è presente in tutta la
storia della scienza. Newton parlava di “disegno
intenzionale” e lo stesso Darwin scriveva
di riconoscere nel complesso della creazione,
non magari nelle sue singole parti, un disegno,
un ordine. Ciò significa che quando si
parla di un progetto, di un disegno “intelligente”,
non si intende qualcosa di “perfetto”.
San Paolo parla di perfezioni visibili che rimandano
alle perfezioni invisibili, ma mentre
le ultime sono veramente tali, qui, sulla terra,
non vi è nulla di totalmente perfetto, di compiuto,
di autonomo. In questa visione c’è dunque
spazio sia per l’intelligenza dell’ordito che
per la sua imperfezione creaturale. Tanto più
che il peccato originale si ripercuote su tutta
la natura: “La creazione stessa… infatti è stata
sottomessa alla caducità… e nutre la speranza
di essere lei pure liberata dalla schiavitù
della corruzione, per entrare nella libertà
della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti
che tutta la creazione geme e soffre fino
ad oggi nelle doglie del parto” (Rom 8, 19-22).
Al contrario, nel casualismo assoluto dei
darwinisti materialisti, lo spazio per la logica,
la ragione e il senso, è negato radicalmente
e dogmaticamente. Tutto è roulette, caso,
disordine, guerra, lotta… Per questo i darwinisti
finiscono poi sempre per annichilire
l’uomo, negando la sua natura spirituale e riconducendo
l’amore e la carità all’istintività
deterministica e all’interesse puro. Il loro tentativo
si infrange sempre sul capolavoro del
disegno intelligente divino: l’uomo che compie
grandi cose, Socrate che muore per la giustizia,
Gesù che muore per gli uomini, Madre
Teresa che lascia tutto per soccorrere poveri,
lontani e sconosciuti.
Francesco Agnoli

La bella lettera del professor Piattelli
Palmarini concludeva che l’ardua scelta
di una cultura, di una metafisica, di una
morale – atea o religiosa – spetta a noi e
non alla scienza. Posizione grandemente
laica, antidolatrica, e intimamente, metodologicamente
aperta alla libertà della
coscienza, compresa quella credente. Con
i tempi e le intolleranze che corrono, è
moltissimo come prova di liberalismo colto
e civilizzato. La critica del neodarwinismo
dogmatico dà frutti. (Giuliano Ferrara)

© Copyright Il Foglio 15 aprile 2010