DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Quel Curato così «ignorante» NEGLI SCRITTI DEL VIANNEY LA FEDE RICCA E SOLIDA DI UN PRETE SEMPLICE

DI FILIPPO RIZZI
S
an Giovanni Maria Vianney è spesso considerato un santo «ignorante». Lo stesso Curato d’Ars amava definirsi «un asino, un po’ testardo e un po’
testone».

Ma, nonostante la semplice formazione di sacerdote di campagna, ancora oggi la sua predicazione, la catechesi, le omelie, la sapienza spicciola dei suoi detti parlano ai sacerdoti ma anche ai fedeli laici di oggi.

Tra le pubblicazioni uscite in questi mesi, molte sono sulla figura del Curato d’Ars, ma vale la pena citare anche quelle che si sono dedicate a far conoscere gli scritti del Curato, le sue parole semplici e dirette. Il Centro missionario francescano, ad esempio, ha recentemente mandato alle stampe un testo – che fece epoca – del Santo Curato d’Ars
I pensieri (pagine 224, euro 15) proprio in occasione dell’Anno Sacerdotale. Le riflessioni sono state prese dai catechismi e dalle omelie del grande sacerdote francese, dalla sua prima biografia realizzata dal gesuita Alfred Monnin, dai processi di canonizzazione e da altre fonti minori. Filo conduttore è soprattutto il volume di Bernard Nodet Jean Marie Vianney, Pensées, Le Puy 1958. Il nuovo volume è stato promosso dal progetto editoriale La Perla Preziosa ), sorto grazie ai Frati minori conventuali delle Marche, con lo scopo di rendere accessibile al maggior numero di persone la spiritualità e lo spessore di questa figura indicata dal Papa come esempio per i sacerdoti. Non a caso, oltre a questo testo, in occasione del 150esimo anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney il Centro missionario ha voluto ripubblicare la prima biografia sul sacerdote francese di Alfred Monnin Il Curato d’Ars. San Giovanni Maria Vianney. La prima biografia (pagine 288, euro 17) e un’agile sintesi di questo volume. «Abbiamo pensato di dare alle stampe la vita del Curato di Ars – racconta padre Roberto Brunelli, frate minore conventuale e responsabile del progetto – puntando sulla brevità e sulla semplicità, in modo che tutti abbiano la possibilità di nutrirsi spiritualmente. Eventuali guadagni, saranno impiegati per aiutare le missioni francescane in Zambia, Perù e Cuba».

Sfogliando e leggendo attentamente i
Pensieri si rimane affascinati dalla grandezza spirituale ma anche dal buon senso evangelico del Vianney. Infatti oltre alla fantasia e all’acuto spirito di osservazione, il Curato attingeva per i suoi scritti da alcuni testi classici dell’epoca: le vite dei Santi – come quella di Ribadeneyra –, quelle dei Padri del deserto, la Perfezione cristiana di Alfonso Rodriguez e le opere del padre Lejeune.

A colpire in questo volume è, ad esempio, il capitolo dedicato alla preghiera dove il Santo Curato d’Ars confida la sua totale fiducia dell’esistenza del Paradiso ma soprattutto dell’amore di Dio. Centrale in questo testo sono le parti dedicate ai sacramenti, ai miracoli, ai ministeri ma anche alla proverbiale solitudine che tocca ai poveri curati di campagna del suo tempo. Un viaggio nei pensieri più autentici del Vianney che fa toccare con mano gli aspetti più attenti del suo apostolato: l’Eucarestia, il senso del peccato, la Parola di Dio, il sacramento della riconciliazione. Di qui
emerge la sua proverbiale saggezza di medico delle anime nel conoscere il polso di chi si accosta al suo confessionale: «Alcuni nascondono i peccati mortali per dieci o vent’anni. Sempre sono corrucciati; hanno sempre presente il loro peccato; sempre si propongono di confessarlo, e sempre ne ritardano la confessione: è un inferno». E ancora il Vianney confida: «Non è il peccatore che torna a Dio per chiedergli perdono, ma è Dio stesso che corre dietro al peccatore per farlo tornare a Lui».

A stupire – tra le altre – sono le pagine che il Santo Curato dedica alla domenica: «Come si sbaglia nei suoi calcoli quello che si dà da fare la domenica con l’idea che guadagnerà più soldi o che farà più lavoro!

Possono mai due o tre franchi compensare il torto che fa a se stesso?».

Il Vianney nei suoi pensieri mette in evidenza i mali tipici del suo tempo ma anche le tentazioni che allontanano l’uomo da Dio. Non a caso il grande sacerdote dà molta importanza nella sua predicazione all’inferno, al purgatorio, al rapporto tra peccato e grazia, all’impegno del diavolo per tenerci lontani da Dio. Per Vianney è decisivo affidarsi alla misericordia di Dio. Il santo indica la povertà, la castità, l’umiltà, la pazienza, la pace interiore come le strade sicure per la santità personale. Una santità che è l’ossigeno del mondo: «Se non ci fosse qualche bell’anima per riposare il cuore e consolare lo sguardo da tanto male che vediamo e sentiamo, non potremmo sopportarci in questa vita... Sono piccoli ma le loro preghiere sono grandi presso il Buon Dio».

Dello stesso filone degli scritti raccolti, ordinati e riproposti è un altro libro, appena pubblicato dalla casa editrice pugliese Viverein,
Omelie del Santo Curato d’Ars a cura di Emanuele F. Falcone (euro 15, pagine 216). Vi sono racchiusi molti tra i testi più significativi della sua predicazione sulla vita di Gesù, i quaresimali, le omelie nel tempo di Pasqua e di Pentecoste. A impressionare in queste pagine è la costante preoccupazione del Curato che i suoi parrocchiani un giorno potessero godere della visione di Dio attraverso una vita di ascesi, la pratica delle virtù cristiane e l’amore verso il prossimo.