DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L'Irlanda difende la sua sovranità in materia di diritto alla vita

di Alessandro Fonti
Tratto dal sito Ragionpolitica.it il 12 dicembre 2009

Mercoledì l'Irlanda ha difeso di fronte alla Corte europea dei diritti dell'uomo la sua legislazione in materia di aborto, una delle più restrittive del Vecchio Continente.

La Corte di Strasburgo esaminava la richiesta di due donne irlandesi e di una lituana che si erano dovute recare nel Regno Unito per abortire, e che ora accusano il governo di Dublino di trattamenti inumani e di violazione della privacy, oltre che di essere responsabile di discriminazioni in base al sesso.

La legge vigente in Irlanda non autorizza alcun intervento abortivo a meno che non sia in serio pericolo la vita della donna. «Le ricorrenti non domandano a questa Corte di determinare quando la vita comincia. Esse chiedono semplicemente la protezione dei propri diritti», ha affermato l'avvocato delle tre donne. Il legale ha poi ribadito poi le ragioni che avevano condotto le sue clienti - tutte con palesi problemi medici o sociali - ad interrompere la gravidanza: la prima, ai limiti della povertà, disoccupata ed ex alcolista, stava cercando di riottenere l'affidamento dei suoi quattro figli quando è rimasta incinta; la seconda lamentava una gestazione extrauterina ed è una donna single; la terza aveva da poco sconfitto un tumore e temeva metastasi.

Da parte sua Paul Gallagher, consigliere giuridico del governo irlandese, ha sottolineato che le richieste in questione minano i principi della Corte europea, laddove essa si è invece distinta, da sempre, nel riconoscere la diversità di usi e costumi ovunque nell'Unione. Gallagher ha inoltre ricordato che l'Irlanda aveva chiesto esplicitamente garanzie all'UE circa la preservazione della sua legislazione in tema di aborto, indicandola come una condizione preliminare all'indizione di un secondo referendum sul Trattato di Lisbona.

Nel 2005, al momento dell'iscrizione della denuncia delle tre donne presso la Corte europea, l'associazione di planning familiare irlandese stimava a seimila il numero di donne che ogni anno si recano nel Regno Unito per un intervento abortivo. La Corte emanerà la sentenza tra qualche mese. La speranza è che essa trovi le giuste parole per dirimere un contenzioso così spinoso e che lasci alla sensibilità nazionale le questioni prettamente etiche. Rispettando così la storia e la cultura dei popoli.