DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

QUI SI NOMINA IL NOME DI DIO. Ruini, la nuova Cei e una tre giorni di simposio (anche pop)

Roma. Tre giorni per parlare di “Dio
oggi”, e del perché “con lui o senza di lui
cambia tutto”. Tre giorni proposti dal Comitato
per il progetto culturale della Conferenza
episcopale italiana anche per dimostrare
che l’investimento non si è appannato
nel passaggio di testimone tra il
cardinale Camillo Ruini – che del progetto
continua a essere il presidente – e il
suo successore alla guida della Cei, Angelo
Bagnasco. Quello che si aprirà giovedì
10 dicembre a Roma non è un incontro accademico,
sia pure di altissimo livello e di
rilevo internazionale, ma qualcosa di inedito:
nella sostanza, nella forma, nella
scelta dei partecipanti e dei temi. E negli
intenti. Primo tra tutti, ha detto Ruini venerdì
scorso, dimostrare “qual è il primo
e in ultima analisi unico
interesse della chiesa, e
così anche qual è la sua
più profonda natura e
vocazione, il suo dover
essere: rendere – come
ha scritto Benedetto
XVI – Dio presente in
questo mondo e aprire
agli uomini l’accesso a
Lui” (il riferimento è alla
lettera del Papa ai vescovi
del 10 marzo 2009). Grandi le aspettative.
A quella tre giorni tocca anche il
compito di dimostrare che la Cei “c’è”. E
c’è, nella miglior tradizione ruiniana, per
sparigliare, e per chiamare a raccolta personaggi
che difficilmente si immaginerebbe
impegnati a discutere di teologia.
Forse perché strettamente teologica la
tre giorni su “Dio oggi” non è. Dal pomeriggio
del 10 fino alla mattina del 12 dicembre,
filosofi, scienziati, letterati, poeti,
musicisti – che si riconoscono nella fede
o che se ne sentono lontani – discuteranno
di che cosa significhi accogliere o
escludere Dio nell’orizzonte del pensiero,
dell’esistenza individuale, della storia. La
novità è che tutto questo succederà in forme,
se non proprio pop, certamente inusuali.
Accanto a relazioni magistrali di filosofi
e teologi, capiterà infatti di ascoltare
musica (con i compositori Pierangelo
Sequeri e Pier Paolo Bellini, incaricati di
una “visita guidata” a “Dio nella musica
ieri e oggi”), mentre la fogliante Mariarosa
Mancuso, con Aldo Grasso e Adriano
Aprà, farà la stessa cosa con “Dio nel cinema
e nella televisione”, mostrando filmati
e commentandoli. Si leggerà e si farà
poesia tra Ferruccio Parazzoli, Davide
Rondoni, Robert Schneider e Alessandro
Zaccuri, guide deputate a “Dio nella letteratura
e nella poesia”. Poco paludata e
molto variegata, la tre giorni su “Dio oggi”
non vuole affrontare l’esiziale faccenda in
forma museale, tradizionale, conservativa:
“Dio fa la differenza – dice al Foglio il
professor Sergio Belardinelli, coordinatore
delle attività scientifiche del comitato
per il progetto culturale – e quella differenza
ha inciso nella nostra storia e nella
nostra cultura. Noi vogliamo parlare di
Dio, e invitiamo a farlo anche chi non crede,
perché pensiamo sia l’unico modo per
poter parlare seriamente
degli uomini, e per
salvare il meglio della
modernità”.
L’Auditorium della
Conciliazione, tempio
musicale romano, ospiterà
gran parte degli incontri,
ma anche delle
esposizioni e delle presentazioni
di libri. Che
rappresentano uno spazio
ancora più “franco” di discussione (il
vaticanista Sandro Magister ha evocato
per l’occasione l’Areopago ateniese), dove
si spera di assistere a eleganti duelli e ad
appassionato argomentare. Si parte il 10,
con la sessione su “Dio della fede e della
filosofia” (ne parlano, con il cardinale
Ruini, il filosofo Robert Spaemann e Andrea
Riccardi). Nel carnet, tra gli altri,
Giacomo Canobbio, monsignor Ignazio
Sanna, Giorgio Israel, il cardinale Carlo
Caffarra, Aldo Schiavone, Giuliano Ferrara,
Enrico Berti, il cardinale Angelo Scola
(che dibatterà con il filosofo Roger
Scruton), monsignor Gianfranco Ravasi,
Antonio Paolucci, Rémi Brague, Massimo
Cacciari, Lorenzo Ornaghi, Emanuele Severino,
Angelo Panebianco, Denis Alexander,
monsignor Fiorenzo Facchini, monsignor
Bruno Forte, Ernesto Galli della Loggia,
Francesco D’Agostino, Salvatore Natoli.
Sabato 12, si chiude con “Dio e le
scienze” e Ugo Amaldi, Martin Nowak,
George Coyne, Peter van Inwagen, monsignor
Rino Fisichella.

Il Foglio 8 dic. 2009