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Uno sguardo profetico sugli eventi

Regno Unito: intervento della Chiesa sull'educazione sessuale a scuola

L’educazione dei giovani nelle scuole deve essere organizzata nell’ambito di un processo che li aiuti a “sviluppare stili di vita salutari e rispettosi della santità della vita”. È quanto si afferma in un documento pubblicato dal Catholic Education Service for England and Wales (Cesew), l’agenzia per l’educazione cattolica supportata dalla Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, in risposta alle nuove e controverse proposte del governo in materia di formazione, che prevedono l’insegnamento obbligatorio dell’educazione sessuale negli istituti. Tali norme, che dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2011, riguardano tutti gli studenti dai 15 anni in su e non prevedono la possibilità di esenzione. Le nuove direttive, annunciate dal ministero dell’istruzione, si legge nel testo, dovrebbero servire a ridurre il fenomeno del crescente numero di gravidanze che coinvolgono le minorenni. In Gran Bretagna infatti, si legge sull’Osservatore Romano, si registra il più alto numero in Europa di ragazze minorenni in gravidanza, che spesso ricorrono alla pillola per abortire. Secondo la normativa vigente, i genitori possono chiedere l’esclusione dei figli dalle lezioni didattiche riguardanti il tema della sessualità, fino al compimento del 19.mo anno di età. Con le nuove proposte, invece, oltre a rendere obbligatoria la materia per gli alunni dai 15 anni in su, è stato precisato anche che coloro che non vorranno partecipare alle lezioni per motivi religiosi o morali, riceveranno la penalizzazione dell’assenza ingiustificata e per questo motivo saranno puniti. Nel documento si esprime il desiderio che le proposte aiutino “ad affermare il valore della vita, contribuendo a fornire un sussidio nel ridurre il numero delle minorenni in gravidanza e degli aborti”. “Questo può avvenire soltanto – si legge ancora nel documento – aiutando i giovani ad avere più stima in se stessi e a credere al valore della vita matrimoniale, proteggendoli dalle pressioni esterne che invitano le nuove generazioni a praticare una vita sessuale precoce e ad avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio”. In particolare, nel testo viene posto l’accento sulla necessaria collaborazione tra genitori, insegnanti e comunità parrocchiali nell’educazione cattolica dei giovani. “Mantenere i giovani nell’ignoranza dei fatti, ovvero impedire una comprensione adatta all’età delle forme di contraccezione e dei suoi rischi, oppure nascondere le conseguenze negative dell’aborto, non contribuisce a ridurre le gravidanze in età adolescenziale”. “È meglio – si ribadisce nel documento – che questo apprendimento abbia luogo nel contesto dell’insegnamento della Chiesa, piuttosto che rischiare che i giovani vengano informati male dai loro coetanei, dai media e dalla pubblicità”. Intanto, il governo britannico, in una lettera inviata al Cesew, ha rivolto parole di apprezzamento per “il significativo contributo che le scuole cattoliche rendono al sistema educativo”. (A.D.G.)

Radio Vaticana