Il Papa dice che l’umanazione, cioè
l’insorgenza dello spirito, non si può
dissotterrare con la vanga. Chi avrebbe
il coraggio di obiettare qualcosa a
un’evidenza tanto felicemente evocata?
In senso tecnico – basta guardare
un qualunque manuale – il biologismo
evoluzionista non spiega nemmeno la
posizione eretta dell’uomo, figuriamoci
l’insorgenza dello spirito, insomma
l’uomo stesso. L’arcivescovo di Vienna,
Schoenborn, asserisce che “la teoria
moderna dell’evoluzione deve essere
liberata dai suoi ceppi ideologici”. Basta
leggere qui sopra il “Wallace” del
formidabile Francesco Agnoli, in difesa
del professor De Mattei sotto Inquisizione
giacobina, e vedrete che quei
ceppi hanno radici antiche, nonostante
la grandezza letteraria e intuitiva di
Darwin, capace di osservazione positivista
e di tormentata riflessione umanistica
alla stessa stregua, abbia poco
a che fare con il riduzionismo neodarwinista.
Date le premesse, con Telmo Pievani
e la setta degli illuminati di Micro-
Mega (le mie scuse a Battista, che non
vuole luminarie), la discussione rischia
di non cominciare nemmeno.
Però certi attivismi ideologici e certe
grottesche volgarità sulla “mediocrità”
teologica di Ratzinger si radicano
in una debolezza percepita della
chiesa cattolica. Alla quale si attribuisce
la Grande Paura: riprodurre un
caso Galilei, e pagarla poi per secoli.
Così il compromesso sul darwinismo
il Vaticano lo cerca al ribasso, sacrificando
la tolleranza verso la ragionevole
indagine dell’Intelligent Design,
dopo le aperture di Schoenborn e
Ratzinger. Oppure su aborto e bios, in
rapporto all’ethos fissato nella ragione
umana e nel magistero ecclesiastico,
si avvertono cedimenti e fobie (una
volta è una sortita del presidente dell’Accademia
per la vita, Rino Fisichella,
un’altra volta è l’ottima Lucetta
Scaraffia che si mette nel solco del
biologismo spiritualista disincarnato
del cardinal Martini, per non parlare
delle coccolate macumbe di un sempre
vivace embriofobo come Verzè).
Quando si viene ai minareti svizzeri
o al rapporto con la chiesa cattolica
clandestina in Cina, ecco molte voci
ecclesiastiche di primo piano che
stendono un velo poco pietoso sulla
realtà dei conflitti di civiltà (i quali
implicano molte vittime musulmane
ma anche ebree e cristiane, da non dimenticare)
e sulla totale mancanza di
reciprocità tra gli oranti maomettani
sul sagrato del Duomo di Milano e coloro
che sono impediti nel culto in ambito
arabo-islamico. Fino al paradosso
di una Santa Sede che si esprime liberalmente,
come Onu o Consiglio
d’Europa e altri organismi impegnati
a liberalmente staccare i crocefissi o
finanziare la pianificazione familiare
di sterminio dei non ancora nati/e in
Asia. Anche su Obama si è notata confusione
politicamente corretta. Forse
il cardinal Bertone e l’Osservatore romano,
campioni di realismo, dovrebbero
considerare che sul prezzo da
pagare per Galilei si può tirare un po’,
per ridurlo a una soglia ragionevolmente
accettabile.