DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I tradizionalisti vanno forte sul web, ma ora arrivano anche i progressisti

La rete è piena di siti e blog cattolici di
area tradizionalista; gli stessi lefebvriani
e sedevacantisti presidiano in forze
il Web. Le voci del cattolicesimo progressista
sono decisamente più rare; perciò la
nascita di www.vivailconcilio.it, il prossimo
25 gennaio, è una notizia. L’idea è nata
l’estate scorsa dopo una settimana di studi
sul documento conciliare “Lumen gentium”,
organizzata a Camaldoli dall’Associazione
teologica italiana (Ati). I vertici
dell’Ati, l’attuale presidente Piero Coda e
i suo predecessori Giacomo Canobbio e
Severino Dianich, hanno promosso l’iniziativa
con il patrocinio dei cardinali Carlo
Maria Martini e Roberto Tucci e del vescovo
Luigi Bettazzi (ma la tabula gratulatoria
dei prelati favorevoli all’iniziativa è
più ampia e sarà disponibile sul sito). Il
portale raccoglierà molto materiale sul
Concilio Vaticano II – testi, foto, video – ma
non dovrebbe essere un’operazione archivistica,
per addetti ai lavori. Sono previste
quattro rubriche: un editoriale; le “perle”
del concilio, cioè una breve citazione che
fa da spunto a un approfondimento teologico;
le “bolle” del concilio, spigolature ai
margini dei lavori conciliari; un invito alla
lettura con una rassegna di libri scelti.
A naso, si fiuta aria di riscossa contro un
tradizionalismo cattolico molto vivace e
mediaticamente agguerrito. “Ma noi vogliamo
smarcarci da una collocazione politica.
Non abbiamo alcuno spirito di contrapposizione
e soprattutto non vogliamo
fare un sito di reduci”, ci dice sorridendo
Marco Vergottini, vicepresidente dell’Ati e
regista dell’operazione. “Chi oggi ridimensiona
il concilio è un po’ come se facesse
l’analisi dell’aria e dicesse che è inquinata
a causa del Vaticano II, eppure anche
un’analisi del genere è possibile solo nell’atmosfera
generata dal concilio. La maggioranza
dei cattolici la pensa così ma finora
è rimasta silente, noi cerchiamo di
darle voce. Intendiamoci, non tutto ciò che
accaduto allora e specialmente dopo, nel
postconcilio, è buono e giusto. Però il succo
del discorso è questo: sei vuoi essere
cattolico, viva il Papa e viva il concilio!
Questo e tutti quelli precedenti. Noi non ci
sentiamo gli interpreti autorevoli del Vaticano
II, vogliamo solo rimandare a quello
che ne dice lo stesso Benedetto XVI, anche
pochi giorni fa in sinagoga. Vogliamo
essere una vetrina che mette in mostra i
prodotti buoni e freschi di quell’evento”.
I destinatari sono soprattutto i più giovani
che non ne hanno un ricordo personale.
“Bisogna far circolare un po’ d’aria
fresca ma è fisiologico a cinquant’anni di
distanza”, precisa Vergottini. “Io insegno
Introduzione alla teologia alla Facoltà teologica
di Milano e i miei studenti non sanno
bene cos’è stato, chi erano Giovanni
XXIII e Paolo VI. Per questo daremo molto
spazio ai filmati, come il documentario
appena prodotto dal pontificio consiglio
delle Comunicazioni sociali oppure link
esterni come la storia del concilio realizzata
da Alberto Melloni per Raitre”. Il sito
però non sarà interattivo, i visitatori non
potranno lasciare commenti. “Sarebbe un
lavoro troppo impegnativo. Non abbiamo
le forze, anche economiche”, dice Vergottini.
Ma forse c’è pure il timore di essere
subissati da troll (scocciatori, nel gergo internettiano)
tradizionalisti e non.
In ogni caso, lo sbarco in rete di questo
manipolo di intellettuali di osservanza
martiniana dovrà confrontarsi con la galassia
tradizionalista nostrana che da tempo
ha messo a frutto la lezione d’oltreoceano,
dove l’apostolato cibernetico di matrice
evangelica è un fenomeno impressionante.
Ne dà conto Maria Trigila in un saggio
dettagliato, “La religione tra internet,
blog e ipod”, nel volume collettivo “Editoria,
media e religione” (Libreria Editrice
Vaticana 2009). In effetti negli Stati Uniti
“la tendenza è di utilizzare Internet, in alternativa
ai tradizionali luoghi di culto,
per compiere esperienze religiose”; lo
confermano osservatori specializzati come
il Barna Group e il Pew Research Center.
Da noi il rito non è ancora una realtà virtuale
anzi chat, blog e social forum sono
spesso il ritrovo dei sostenitori della messa
in latino. Quasi tutti i siti religiosi non
istituzionali, poi, promuovono una comunicazione
emotiva e semplificata, del tutto
omogenea a Internet. Vedremo come se la
caveranno dei teologi.

Marco Burini
Il Foglio 19 gennaio 2010