Roma. “Nobile la lettera del Papa. Prevedibile
la risposta della stampa”. E’ l’accusa
che padre Tim Finigan, blogger cattolico
molto seguito nel mondo anglosassone,
ha scritto dopo aver valutato i commenti
che la stampa laica ha riservato alla
lettera che Benedetto XVI ha inviato alla
chiesa d’Irlanda in merito agli abusi su
minori commessi da preti. I primi a commentare
sono stati Richard Owen e David
Sharrock del Times, i quali in un articolo
uscito sabato (dunque prima di conoscere
la lettera di Ratzinger) hanno detto che
l’accoglienza del testo sarebbe stata negativa.
A loro dire a nulla sarebbero servite
le parole del Papa “dopo una settimana in
cui più volte il primate d’Irlanda, il cardinale
Sean Brady, ha chiesto scusa per aver
coperto coloro che nel clero hanno abusato
di minori”. All’ammissione di colpa di
Brady, secondo Owen e Sharrock, il Papa
non avrebbe potuto aggiungere nulla di significativo.
E’ così? Non secondo il commentatore
di fatti religiosi del Telegraph,
Damian Thompson. Per lui il Times non
ha fatto altro che mostrare come certa
stampa sia “preventivamente anticattolica”:
“Ne vedremo delle belle” dice “quando
il Papa a settembre verrà in Inghilterra”.
Dall’Inghilterra all’Irlanda il leit motiv
è uno. Lo sintetizza bene un titolo di Irish
News: la lettera del Papa è un primo
passo importante che tuttavia “il Vaticano
avrebbe dovuto mettere in campo parecchio
tempo fa”. Anche altri leggono la lettera
cercando di mostrarne luci e ombre.
Per l’Irish Independent il Papa ha fatto un
gesto nobile ma “non si è impegnato in
una reale riforma”. Non sono sufficienti,
insomma, la pubblica condanna, il richiamo
ai tribunali civili, l’indizione di un anno
di preghiera. La lettera non piace al
Belfast Telegraph: “Soltanto una totale e
indipendente inchiesta su quanto avvenuto
sarebbe stata una risposta accettabile”.
Per il Mirror, invece, accettabile sarebbe
stata soltanto una lettera nella quale Benedetto
XVI avesse scritto che “il Vaticano
ha protetto i preti pedofili per 50 anni”.
Mentre nelle dieci cartelle papali “non c’è
niente di tutto questo” dice il Mirror. E’
l’inglese Independent che rilancia una testimonianza:
“Sono stato vittima di abuso.
Questo è ciò che il Papa deve fermare”. Titolo
che sottende un concetto esposto
esplicitamente sul Guardian: “La lettera
del Papa delude le vittime di abusi infantili”.
Una delusione presente anche sui
media francesi: sabato era il sito del Monde
a dire che “di fronte alla pedofilia il
Papa privilegia le risposte spirituali”. In
sostanza, lo stesso concetto esposto dal
New York Times: “Il Papa offre scuse, ma
non sanzioni, per lo scandalo degli abusi
sessuali”. Sebbene il testo papale fosse rivolto
in primo luogo ai cattolici irlandesi,
molti si aspettavano un riferimento esplicito
ai casi tedeschi. E, infatti, il presunto
mancato riferimento tiene banco in Germania.
Tutti domenica riportavano le parole
di Christian Weisner, portavoce del
movimento del dissenso “Wir sind Kirche”
le quali, per l’eco mediatico di cui sempre
godono, sembravano contare di più di
quelle di Benedetto XVI: “Siamo delusi:
così l’autorità del Papa in Germania diminuisce”.
Delusione anche sulla laica FAZ:
“Il Papa tace sui casi di abusi in Germania”.
E sulla Welt di Amburgo: “Vergogna,
rimorso, non una parola sui casi tedeschi”.
A conti fatti non ha tutti i torti un lettore
anonimo di Irish News che domenica ha
scritto in una lettera al direttore quanto
segue: “Nemmeno se il Papa si fosse fatto
crocifiggere a testa in giù sarebbe stato
sufficiente per la stampa”.
© Copyright Il Foglio 23 marzo 2010