di Elisabetta Del Soldato
Tratto da Avvenire del 18 marzo 2010
Una società di adozioni cattolica del Regno Unito, Catholic Care, ha vinto ieri una battaglia all’Alta Corte per il diritto di astenersi dal prendere in considerazione coppie gay per l’affidamento dei minori.
Secondo l’Equality Act, la legge sull’uguaglianza che è stata modificata recentemente, le agenzie di adozione non dovrebbero fare differenza sull’origine sessuale della coppia. Ma l’imposizione ha fatto gravare un peso sulle agenzie d’adozione cattoliche che gestiscono un terzo di tutte le adozioni del Regno.
Alcune di queste Organizzazioni non governative, per evitare il dilemma di andare contro i propri principi, hanno minacciato di chiudere, altre hanno chiuso. Ma per questa società di Leeds l’appello all’Alta Corte è andato a buon fine e ora potrà continuare la propria attività. Il vescovo di Leeds, Arthur Roche, in un comunicato ufficiale, ha dato ieri il benvenuto alla decisione del giudice dicendo che Catholic Care lavora nel servizio delle adozioni da oltre cento anni. «Il verdetto di oggi – ha aggiunto – ci incoraggia ad andare avanti e continuare a servire i bambini, le famiglie e la comunità».
In passato la Ong aveva considerato seriamente la possibilità di chiudere come hanno già fatto altre agenzie cattoliche della Gran Bretagna. L’appello all’alto tribunale è giunto dopo una battaglia persa dalla Chiesa cattolica contro l’introduzione, nella legge, di regole sull’orientamento sessuale che obbligava le agenzie a considerare coppie omosessuali come genitori adottivi.