DI M ICHELA C ORICELLI
U na legge ordinaria non basta: per permettere le nozze fra persone dello stesso sesso serve una riforma costituzionale. Per la Costituzione portoghese, infatti, il matrimonio è legato alla procreazione, dunque dovrebbe essere limitato esclusivamente alle coppie eterosessuali.
È il parere del giurista Diogo Freitas do Amaral, professore di diritto, interpellato dal presidente del Portogallo Anibal Cavaco Silva sulla validità costituzionale della polemica legge voluta dal governo.
Il parere dell’esperto è stato richiesto dal capo dello Stato in un momento chiave: Cavaco Silva ha deciso di rinviare all’esame del Tribunale costituzionale quattro articoli del testo approvato lo scorso 11 febbraio dal Parlamento. Il presidente – secondo la legislazione portoghese – ha 40 giorni di tempo per promulgare una norma convalidata dai deputati. Ma questa volta il presidente 71enne – conservatore, a differenza del premier socialista José Socrates – ha deciso di ricorrere al giudice costituzionale, invitando la massima corte ad esprimere la sua opinione. I precedenti sono contrari alla spinosa norma: l’anno scorso la Costituzionale negò a due donne il diritto di sposarsi. Ora la legge verrà analizzata nuovamente. Nel frattempo il giurista Freitas do Amaral ha spiegato in un rapporto perché questo progetto di legge voluto dal governo socialista non può diventare realtà normativa senza prima modificare la Costituzione.
Mentre l’articolo 1 recita: «La legge permette il matrimonio omosessuale fra persone dello stesso sesso », l’articolo 2 prevede una riforma del Codice Civile per eliminare qualsiasi riferimento alle classiche definizioni di «marito e moglie».
Cavaco Silva ha inoltre chiesto l’esame della costituzionalità di altri due articoli: il 4 (che revoca l’inesistenza del matrimonio omosessuale) e il 5, che vincola tutte le disposizioni giuridiche relative alle nozze con questa nuova norma. L’unico articolo che il presidente non ha rinviato al Costituzionale è il 3, ovvero la proibizione di adozione di minori da parte delle coppie dello stesso sesso. La legge è stata approvata un mese fa dall’Assemblea portoghese (Parlamento), grazie ai voti del Partito socialista del premier Socrates e con l’appoggio della sinistra (Bloque de Izquierda), dei comunisti e dei verdi: in totale i «sì» sono stati 128. Contro la regolarizzazione delle nozze gay hanno votato invece 75 degli 81 deputati del Partito Socialdemocratico (conservatore) e 21 parlamentari del CdsPp. Dopo tante polemiche, il testo ora resta in sospeso. Il “Costituzionale” ha 25 giorni di tempo per rivedere gli articoli in questione: la decisione arriverà a metà aprile.
In caso di veto legislativo, la norma dovrebbe comunque ritornare in Parlamento, ma questa volta dovrebbe essere approvata dalla maggioranza assoluta per diventare legge della Repubblica. La regolarizzazione delle nozze omosessuali ha diviso l’opinione pubblica portoghese, come già accaduto nella vicina Spagna. In sintonia con lo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, il premier portoghese ha portato avanti una promessa elettorale che non convince tutti. Movimenti familiari, associazioni e piattaforme civiche – che reclamano da tempo un referendum ad hoc – avevano chiesto al presidente Cavaco Silva di rispedire la legge davanti al Parlamento portoghese.
Il testo, voluto dal premier socialista e votato in aula, rischia ora di tornare in Parlamento Dove servirà un consenso a maggioranza assoluta
© Copyright Avvenire 17 marzo 2010