DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Tutti «bipolari» dopo i casi celebri

Confessioni di vip come Mel Gibson e Robbie Williams hanno conferito un alone «glamour» alla malattia
e scatenano una corsa all'auto-diagnosi

GRAN BRETAGNA

Tutti «bipolari» dopo i casi celebri

Confessioni di vip come Mel Gibson e Robbie Williams hanno conferito un alone «glamour» alla malattia
e scatenano una corsa all'auto-diagnosi

Robbie Willams
Robbie Willams
ROMA - Si allunga la lista dei vip che confessano di soffrire di disordine bipolare. Ma le parole di attori come Stephen Fry, Carrie Fisher e Mel Gibson, e cantanti come Robbie Williams - che sicuramente hanno contribuito a far conoscere un problema di salute mentale ancora poco noto al grande pubblico - hanno avuto un inatteso effetto collaterale. Secondo alcuni psichiatri, infatti, queste confessioni hanno regalato un'aura di glamour e creatività alla patologia. Risultato? Almeno in Gran Bretagna i medici di famiglia e gli psichiatri sarebbero bombardati da persone che chiedono di farsi controllare, con in mente già ben chiara la diagnosi: pensano infatti di soffrire di disordine bipolare. A lanciare l'allarme sono due psichiatri del servizio sanitario britannico, Diana Chan e Lester Sireling, che lavorano in un centro di salute mentale territoriale a North London. Ma perchè all'improvviso dei cittadini perfettamente sani dovrebbero voler essere etichettati come «malati», oltretutto con un problema mentale?

ESAGERAZIONI - Secondo l'analisi dei due specialisti, ormai si confondono normali ondeggiamenti dell'umore - legati agli alti e bassi della vita - con questa condizione medica, e molti pensano di essere «un pizzico» bipolari. C'è perfino un gruppo su Facebook che sottolinea come tutti nella vita, a un certo punto, possano sperimentare questa condizione. In realtà - ricordano gli specialisti sul «Daily Mail» - il disordine bipolare è un problema serio, che spinge i pazienti in stati prolungati e violenti di euforia o depressione, alterando le loro vite.

LA MALATTIA «VERA» - Nei momenti positivi, i pazienti si sentono euforici, hanno pensieri grandiosi, sono inclini a spendere incredibili somme di denaro, a parlare «a macchinetta» e a passare intere giornate senza mangiare, o dormire. Possono vedere anche cose inesistenti, e sentire «le voci». Le depressioni che seguono sono estremamente profonde, e lasciano le «vittime» in uno stato di prostrazione che le rende abuliche e apatiche.

I RISCHI DELL'AUTO-DIAGNOSI - Insomma, questa nuova moda delle auto-diagnosi non solo è ben lontana dalla realtà, ma può portare centinaia di persone ad assumere medicinali inutili e per questo pericolosi, scrivono gli psichiatri sulla rivista del Royal College of Psychiatrists. Nello studio, intitolato non a caso « I Want To Be Bipolar, A New Phenomenon», gli specialisti notano che i camici bianchi stanno assistendo a ondate di aspiranti bipolari. Ormai questa condizione sembra aver acquisito una patina glamour, diventando quasi una «garanzia» di creatività. Secondo i dati del Nhs (Sistema sanitario Britannico) solo in Gran Bretagna circa 500 mila persone hanno una diagnosi di disordine bipolare. Ma dopo una serie di studi in materia alcuni ricercatori sospettano che negli anni si sia assistito a una sorta di «falsa epidemia». Il fenomeno delle malattie di moda ha, comunque, una lunga storia. Per restare in GB, ai tempi della regina Vittoria la melanconia era associata a emozioni e tormenti spia di una sensibilità superiore al normale. Oggi il disordine bipolare fa rima con la creatività. Così, testimonia anche il medico di famiglia di Glasgow, Des Spence, «vediamo molte aspiranti vittime della nuova moda. E io stesso - conclude - ho dovuto convincere un certo numero di persone che in realtà non avevano questo problema». (Fonte Agenzia Adnkronos Salute)


30 marzo 2010