Confessioni di vip come Mel Gibson e Robbie Williams hanno conferito un alone «glamour» alla malattia
e scatenano una corsa all'auto-diagnosi
GRAN BRETAGNA
Tutti «bipolari» dopo i casi celebri
Confessioni di vip come Mel Gibson e Robbie Williams hanno conferito un alone «glamour» alla malattia
e scatenano una corsa all'auto-diagnosi
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Robbie Willams |
ESAGERAZIONI - Secondo l'analisi dei due specialisti, ormai si confondono normali ondeggiamenti dell'umore - legati agli alti e bassi della vita - con questa condizione medica, e molti pensano di essere «un pizzico» bipolari. C'è perfino un gruppo su Facebook che sottolinea come tutti nella vita, a un certo punto, possano sperimentare questa condizione. In realtà - ricordano gli specialisti sul «Daily Mail» - il disordine bipolare è un problema serio, che spinge i pazienti in stati prolungati e violenti di euforia o depressione, alterando le loro vite.
LA MALATTIA «VERA» - Nei momenti positivi, i pazienti si sentono euforici, hanno pensieri grandiosi, sono inclini a spendere incredibili somme di denaro, a parlare «a macchinetta» e a passare intere giornate senza mangiare, o dormire. Possono vedere anche cose inesistenti, e sentire «le voci». Le depressioni che seguono sono estremamente profonde, e lasciano le «vittime» in uno stato di prostrazione che le rende abuliche e apatiche.
I RISCHI DELL'AUTO-DIAGNOSI - Insomma, questa nuova moda delle auto-diagnosi non solo è ben lontana dalla realtà, ma può portare centinaia di persone ad assumere medicinali inutili e per questo pericolosi, scrivono gli psichiatri sulla rivista del Royal College of Psychiatrists. Nello studio, intitolato non a caso « I Want To Be Bipolar, A New Phenomenon», gli specialisti notano che i camici bianchi stanno assistendo a ondate di aspiranti bipolari. Ormai questa condizione sembra aver acquisito una patina glamour, diventando quasi una «garanzia» di creatività. Secondo i dati del Nhs (Sistema sanitario Britannico) solo in Gran Bretagna circa 500 mila persone hanno una diagnosi di disordine bipolare. Ma dopo una serie di studi in materia alcuni ricercatori sospettano che negli anni si sia assistito a una sorta di «falsa epidemia». Il fenomeno delle malattie di moda ha, comunque, una lunga storia. Per restare in GB, ai tempi della regina Vittoria la melanconia era associata a emozioni e tormenti spia di una sensibilità superiore al normale. Oggi il disordine bipolare fa rima con la creatività. Così, testimonia anche il medico di famiglia di Glasgow, Des Spence, «vediamo molte aspiranti vittime della nuova moda. E io stesso - conclude - ho dovuto convincere un certo numero di persone che in realtà non avevano questo problema». (Fonte Agenzia Adnkronos Salute)
30 marzo 2010