“Comunione e vicinanza”: le ha espresse al Papa il card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, all'inizio della Messa di Pasqua sul sagrato della basilica vaticana, il 4 aprile. Un intervento inusuale per un momento difficile, in cui è in atto una campagna di diffamazione e calunnia contro la Chiesa e Benedetto XVI, a partire da episodi di pedofilia di cui si sono resi colpevoli alcuni sacerdoti e religiosi. Eppure, Papa Ratzinger si è sempre speso con ogni mezzo per togliere “ogni sporcizia” dalla compagine degli uomini di Chiesa. A Giuseppe Savagnone, direttore del Centro diocesano per la pastorale della cultura di Palermo e membro del Forum della Cei per il Progetto culturale, abbiamo chiesto un parere su questi attacchi alla Chiesa e al Pontefice.
Professore, come interpreta questi attacchi alla Chiesa degli ultimi tempi?
“Da molti anni è aperto un abisso culturale tra larghe frange della borghesia intellettuale occidentale - soprattutto in Europa, ma anche in America - e la Chiesa. Prendo come sintomo il successo di quel libro mediocre di Dan Brown che è 'Il Codice da Vinci', che aveva come suo unico fulcro l'attacco alla Chiesa. Purtroppo, qualsiasi errore la Chiesa registri al suo interno da parte di uomini e donne che ne fanno parte, si crea un vespaio di polemiche”.
A suo avviso, perché?
“Pur non escludendo una strategia di gruppi che cercano di attaccare scientificamente la Chiesa, il problema è che queste strategie hanno successo nella misura in cui trovano un terreno culturale fertile. La pedofilia non è certo un problema solo dei cattolici, anzi. Eppure, è stato trasformato in un'arma aggressiva verso il cattolicesimo. L'immagine della Chiesa non è offuscata nelle classi popolari che restano vicine e fedeli, ma la borghesia ha maturato, sulla scia dell'illuminismo di bassa lega, un'ostilità laicista verso la Chiesa, da non confondere con un atteggiamento autenticamente laico. Ricordo la bella distinzione tra laico e laicista, fatta da Norberto Bobbio, che non volle firmare il 'Manifesto laico' del 1999, perché a lui pareva laicista in quanto configurava una specie di settarismo anti-ecclesiastico non condivisibile, una sorta di clericalismo capovolto. Ed è quello che oggi registriamo ampiamente. C'è un evidente fondamentalismo contro la Chiesa”.
Chi ha interesse a veicolare un'immagine negativa della Chiesa?
“Ci sono lobby che hanno operato sempre contro la Chiesa. Certo, la massoneria, che si è rafforzata negli ultimi decenni, ha un ruolo importante in quanto avviene oggi, come è successo con il negare le radici cristiane dell'Europa: in quel caso fu la massoneria belga e francese a evitare che si citassero le radici cristiane nel Trattato europeo. Anche i media hanno certamente un ruolo decisivo in questa campagna contro la Chiesa, perché veicolano la cultura dominante, che contribuiscono comunque essi stessi a produrre. In effetti, in questa vicenda, alcuni media si sono mossi in modo molto superficiale, aggressivo e violento”.
Come possiamo contrastare questo atteggiamento ostile?
“Qui dobbiamo fare un grosso lavoro noi cristiani, facendo una compiuta traduzione del Vangelo nel linguaggio comprensibile agli uomini e alle donne del nostro tempo. Ad esempio, quando sono in gioco le questioni bioetiche o della famiglia, la gente discute della posizione della Chiesa come se questa fosse un interlocutore per le riforme in campo giuridico. Ma la Chiesa non è solo questo, tanto che su questi temi ci si può ritrovare con uomini e donne di buona volontà, che condividono la condanna dell'aborto, della pillola Ru486, della dissoluzione della famiglia, del problema delle scuole non statali. Dobbiamo annunciare meglio lo splendore del Vangelo, uno splendore che richiede una forte traduzione nel linguaggio degli uomini e delle donne di oggi”.
Concretamente cosa si può fare?
“Per quanto riguarda la comunità cristiana bisogna insistere in una nuova prospettiva culturale, così da impostare tutta la pastorale ordinaria in modo nuovo, affinché elabori stili nuovi, prospettive nuove a livello di quotidianità. In questa direzione continuerà certamente a operare il “Progetto culturale”. Dobbiamo far in modo di calare la forza del Vangelo nella cultura del nostro tempo, nel modo di pensare della gente. Per altro verso dobbiamo respingere con fermezza e chiarezza gli attacchi a Benedetto XVI, che si è sempre battuto contro 'la sporcizia nella Chiesa. Questi attacchi rivelano faziosità e dimostrano che il vero problema non è il merito delle questioni, non è la verità, ma l'atteggiamento di fondo contro la Chiesa”.
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