L a Chiesa in Cina celebra la Pasqua in un modo simile a Lazzaro, l’amico di Gesù che appena risuscitato è ancora imprigionato dalle bende del sepolcro: assieme a segni di vita e fecondità vi sono pure molti segni di sofferenza e di calvario, se non di morte.
Nelle chiese 'ufficiali', riconosciute dal governo, ci si prepara alla veglia pasquale con cori solenni e addobbi, ma si aspetta pure la vigile presenza dei membri dell’Associazione patriottica (Ap), che verificano se alla cerimonia partecipano anche non cattolici o membri di comunità cristiane dall’estero. Lo scopo di questa associazione è infatti quello di edificare una Chiesa nazionale, separata dal resto della Chiesa universale e, soprattutto, separata dalla Santa Sede. I cattolici cinesi da decenni cercano di evitare di scontrarsi con l’Ap, rimanendo nello stesso tempo fedeli al Papa. L’ultimo comunicato vaticano, emesso il 25 marzo a conclusione della riunione plenaria della Commissione sulla Chiesa in Cina, chiede in modo esplicito a vescovi e sacerdoti di non accettare raduni equivoci, che mettono in dubbio la comunione cattolica. L’indicazione sta creando ancora più frustrazione nei leader dell’Associazione patriottica: da 60 anni essi cercano di dividere la Chiesa di Cina dal Pontefice e si ritrovano una Chiesa ancora più unita al suo Pastore universale.
C’è anche un altro motivo di frustrazione: pur imbavagliata, pur sotto controllo, la Chiesa ufficiale affascina i giovani, soprattutto gli uni- versitari, interessati a scoprire una dimensione spirituale alla loro vita dopo aver ingurgitato dosi massicce di istruzione obbligatoria all’ateismo. La notte di Pasqua le chiese sono traboccanti di giovani curiosi, ma anche di catecumeni che prendono il battesimo. Nella sola Pechino vi saranno almeno 1.000 battesimi. Per molte comunità sotterranee, che rifiutano il controllo dell’Associazione patriottica continua un lungo periodo di sepolcro. Soprattutto per le comunità dell’Hebei, che ha tre vescovi da anni nelle mani della polizia. Sono monsignor Giacomo Su Zhimin ( diocesi di Baoding), 76 anni, arrestato e scomparso dal 1996; monsignor Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian), 86 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001; monsignor Giulio Jia Zhiguo, 74 anni, vescovo di Zhengding, sequestrato lo scorso 30 marzo. Nei campi di lavoro forzato, con pene da uno a tre anni, vi sono pure una decina di sacerdoti. I cattolici hanno deciso di dedicare la preghiera della notte di Pasqua proprio a questi pastori. Per il resto, le comunità celebreranno la Pasqua in modo molto segreto, nelle case, con liturgie essenziali.
Nel Fujian tre sacerdoti attendono di essere imprigionati: Guo Xijin, Miu Yong e Liu Maochun. Un altro, padre Giovanni Battista Luo Wen, ha già passato 15 giorni in isolamento. Tutti sono 'colpevoli' di aver organizzato un incontro non autorizzato per 300 giovani universitari. Minacciati di arresto, uno ha detto di essere «pronto ad andare in prigione», di non avere «nulla da temere» e di essere «orgoglioso di essere un sacerdote cattolico, desideroso di professare la fede anche con le azioni». E ha aggiunto: «Sarei felice di servire come testimone di Cristo e seguire l’esempio di tanti santi martiri».
Proprio questa testimonianza radicale fa breccia fra i giovani, a cui la società cinese offre ormai solo una morta ideologia e uno stanco consumismo. Per questo, anche se di nascosto, anche nel silenzio, tutte le chiese sotterranee, la notte di Pasqua avranno anch’esse molti battesimi.
© Copyright Avvenire 2 aprile 2010