DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Daddy & Daddy. In Gran Bretagna da ora in poi ci si potrà trovare con due padri sul certificato di nascita

Basta con i legami di sangue, di
Dna e persino uterini. Da ora in
poi i bambini inglesi sul certificato di
nascita potranno avere due padri (se
sono fortunati, uno dei due potrebbe
essere perfino il genitore biologico), e
della madre nemmeno l’ombra. E’
l’atto finale dell’attuazione della nuova
legge nazionale su fecondazione e
dintorni, l’Human Fertilisation and
Embryology Act del 2008, che ribalta
una consuetudine stabilita ai tempi
della regina Vittoria e con una scorciatoia
legale accoglie a braccia aperte
maternità surrogate e famiglie
gay.
Della prima apertura
sul tema avevano beneficiato,
l’anno scorso, le
femmine, single o gay che
fossero: a fianco al loro
nome, al momento della
nascita del bambino, hanno
la possibilità di indicare
una persona qualunque come
secondo genitore. Può
essere la fidanzata o la moglie
della mamma, il migliore
amico gay o un vicino di
casa, purché disponibile a impegnarsi
a sostenere il bambino anche
economicamente, al bisogno. Per
soddisfare il politically correct britannico,
alla legge è stata data qualche altra
aggiustatina. Cancellato il riferimento
al fatto che il benessere del
bambino comprendesse “il bisogno di
avere un padre”, offensivo nei confronti
di madri single e lesbiche, e sostituito
con la necessità di garantire
“supporto genitoriale”.
All’epoca, qualcuno sollevò la questione
della scomparsa del padre, e i
gruppi di pressione della comunità lesbica
risposero che è meglio avere
due mamme (e una Principessa Azzurra
sul certificato di nascita) piuttosto
che un padre ubriaco e violento. Dal 6
aprile prossimo, i maschi non picchiatori
e “impegnati in relazioni stabili”
si prenderanno la loro rivincita tagliando
fuori le femmine, ridotte a
fabbriche temporanee dei loro figli.
Ai padri nel frattempo è stato garantito
il diritto al “congedo per paternità”,
e il beneficio toccherà anche alle famiglie
gay. Un sì imbarazzato, la scorsa
settimana, lo aveva detto pure il
leader dei Tory, David Cameron.
Certo, prima di questa legge c’era
l’adozione, ma era una strada “lunga e
spiacevole”, dicono da Stonewall, storico
gruppo di attivisti per i diritti dei
gay. Ci sono di mezzo assistenti sociali
pignoli, e poi bisogna dimostrare
che un bambino con due padri possa
crescere felice e senza scompensi. Altrimenti
le coppie erano costrette ad
andare all’estero e a tornare con il loro
fagottino, pagato carissimo, per
giunta con il rischio che non venisse
riconosciuto come figlio loro. Non tutti
potevano essere fortunati come Steven
e Ivan, i due aitanti poliziotti che
l’anno scorso sono diventati i primi
padri accoppiati d’Inghilterra. Nel loro
caso, a fornire tutto il necessario (a
partorire, insomma, dopo essere stata
fecondata dal seme di Ivan) fu la sorella
di Steven, Lorna, che figura ancora
sul certificato di nascita del piccolo
William. E che però ha assicurato
di non volersi avvalere dei propri
diritti di madre.

© Copyright Il Foglio 31 marzo 2010