DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I RADICALI A ROMA, PEGGIO DI PORTA PIA

E' di qualche giorno fa la notizia della prima installazione, a Roma, di una macchina distributrice di preservativi in un liceo.
In realtà il tentativo di istigare gli studenti italiani ad esigere una tale "risorsa" risale a molti anni fa. Ricordo che fu una mattina di fine inverno del 1997 che entrai in classe, una seconda liceo della mia città, e trovai i ragazzini in agitazione perché a scuola non avevano la macchina distributrice di preservativi! Riuscii a farli ragionare, ma è sempre rimasta viva in me la domanda: chi aveva resi improvvisamente "consapevoli" ["coscientizzati"?], questi quindici-sedicenni, dell'urgenza di avere a portata di mano dei preservativi, indispensabili al loro benessere psicofisico fin dalle ore di scuola?
Alla luce degli almeno tredici anni passati prima di arrivare all'annuncio di questa conquistata normalizzazione dei preservativi a scuola, mi pare che in Italia ci si debba rallegrare non del cedimento, ma della tenuta della nostra cultura. Sì: perché è evidente ormai che siamo di fronte a un sistematico e instancabile assalto al nostro comune sentire, da parte dei fautori di una cultura materialista e scientista decisi a convincere l'uomo a pensare a se stesso come a un'entità biologica spersonalizzata e senz'anima, in nulla diverso da una pianta, un sasso o un salmone.
Assalto, anzi, ormai assedio, che evidentemente cammina sulle gambe di persone disparate - di cui una parte si conosce, perché non si nasconde: sono i nomi noti del partito dei radicali. Sono loro che dichiarano a chiare lettere i loro principi di morte e di avversione alla Chiesa cattolica, esaltano la promiscuità, l'accoppiarsi anticonformistico, il vietato vietare (anche se quando si tratta di passare all'istigazione, assumono un profilo più basso. Mi riferisco, ad esempio, ai ripetuti tentativi di far censurare la Chiesa cattolica nelle sedi istituzionali internazionali. O al ruolo svolto dietro le quinte delle vicende di Eluana, Wellby e altri.)
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E allora, permettemi di dare voce a un appello ai cittadini del Lazio, a fare il possibile perché i radicali non riescano a prendere la guida della regione che ospita la capitale della cristianità!
Se lascerete che eleggano governatore Emma Bonino, quanto tempo ci metterà prima di vietare il crocifisso in tutti i luoghi pubblici di competenza della Regione? Quanto tarderà a imboccare una 'via regionale' alle coppie di fatto? Quanti posti-chiave assegnerà a radicali e simpatizzanti nella sanità e nei settori educativi regionali? Quanti restauri, quante manutenzioni di chiese, conventi e oratori cercherà di ostacolare, strombazzando ovviamente di cause più "degne" a cui destinare i finanziamenti? Da quanti microfoni potrà pubblicizzare i suoi principi eutanasici e abortisti, le sue argomentazioni "logiche" a favore della droga libera, le sue bugie sull'8 per mille? Quante occasioni avrà per umiliare il Pontefice, anche solo omettendo di rinnovare deferenze e consuetudini? Con quanta finta innocenza potrà trovare le occasioni per mettere il capo della cristianità sullo stesso livello di un qualunque capo di denominazione religiosa nata l'altro ieri?
Le opportunità di danneggiare la Chiesa, le sue opere e la sua reputazione saranno continue e tutte formalmente lecite; e in fondo per Emma Bonino si tratterà solo di restare coerente con quanto ha sempre professato.
Da notare che i radicali, maestri (solo) nell'arte della propaganda, hanno pure una rete di attivisti in tutto il mondo, supportata fra l'altro dal mega-ateo miliardario George Soros con la sua capillare associazione culturale e relativistica "Società Aperta". Così si può stare tranquilli che qualunque cosa si attui a Roma sotto il naso del Papa avrà un'eco immediata sui giornali di tutto il mondo, utile a sminuire la sacralità dell'immagine della Chiesa agli occhi dei fedeli che raggiungerà.
Quale confusione, quale sgomento si prepara per la chiesa universale se il suo centro visibile, il suo capo in terra, il Pontefice, sarà umiliato a Roma? Quale clamore se si annuncerà ai quattro venti che i simboli e i princìpi della Chiesa saranno ufficialmente calpestati e oltraggiati nel centro stesso della cristianità?
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In due millenni di storia ci sono stati Papi umiliati e imprigionati, ma non i principi che rappresentavano e mai con il consenso dei fedeli, della gente comune. Nemmeno Garibaldi riuscì a guadagnare i laziali alla sua causa. Egli cercò inutilmente per anni, con attivisti ed emissari, di farsi "invocare" dai romani per potersi presentare a Porta Pia non come aggressore ma come liberatore, ma i cittadini di Roma e del Lazio si rifiutarono di prestarsi al suo gioco.
Concludo con il seguente brano di Vittorio Messori*:
"A Mentana i pontifici e i francesi mettono in fuga i garibadini e l'esercito italiano non può intevenire (come era stato programmato) prendendo a pretesto morale la rivolta degli abitanti del Lazio e di Roma che non ci fu.
Lo stesso accade nel 1870, quando la Francia sconfitta e poi in preda al marasma della Comune richiama il suo presidio [...] si cerca di suscitare un'insurrezione; ma anche stavolta denari, sforzi, agenti provocatori si rivelano inutili. Tanto che ancora il 10 settembre, quando già le truppe di Cadorna convergono sulla città, Pio IX, acclamatissimo dal poolo, si reca a inaugurare una fontana sulla piazza di Termini. E, irrompendo dieci giorni dopo da Porta Pia su quella che sarà, appunto, la via XX settembre, i bersaglieri trovano strade deserte, imposte chiuse, una città che sembra considerarsi più invasa che "liberata".
Alessandra Nucci
*da V. Messori, Pensare la storia, 1993 Edizioni San Paolo, p. 246


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