DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Martiri in difesa di tutti. Trent’anni fa Oscar Romero, oggi in Pakistan. Il compito dei poteri terreni. Di Giuliano Ferrara

Atrent’anni dall’assassinio dell’arcivescovo
di San Salvador, Oscar
Romero, testimone della possibilità
della carità come alternativa alla violenza
e alla sopraffazione di cacicchi
e rivoluzionari, un altro martire, un lavoratore
pachistano, è morto dopo sofferenze
terribili, arso vivo, soltanto
perché non ha rinunciato alla propria
fede. In tempi lontani e in continenti
diversi, il prelato in vista e il fedele
sconosciuto raccontano la stessa storia,
già scritta nel Vangelo. Vi perseguiteranno
a causa mia, diceva Gesù
ai suoi seguaci. Era la promessa di
una testimonianza ardua, che avrebbe
però cambiato il mondo. Il martirio
dei cristiani, che molti considerano
un fenomeno storicamente collocato
nei secoli antichi, prosegue anche oggi
e anzi si estende, soprattutto in Asia
e Africa islamiche, dopo la lunga fase
delle persecuzioni messe in atto dai
regimi autoritari e comunisti.
La chiesa risponde con la preghiera,
l’imitazione dei santi, la protesta intrisa
di mitezza, a volte la prudenza,
che non devono però essere confuse
con sintomi di cedimento e di debolezza.
Invece i poteri terreni, cui compete
il dovere di garantire i diritti della
persona umana – a cominciare dalla
libertà di pensiero e di religione –
non trovano, e forse non cercano con
sufficiente determinazione, il modo
per fronteggiare questa recrudescenza
di persecuzioni. Il fanatismo islamico
o induista viene tollerato per piccole o
meno piccole convenienze politiche,
così come trent’anni fa molti considerarono
in America latina un “male minore”
le dittature sanguinarie che arrivarono
a far assassinare un vescovo
sull’altare mentre diceva messa. I martiri
sono i miti che, secondo l’annuncio
delle beatitudini, erediteranno la terra.
Hanno già cambiato il mondo innestando
la concezione giudeo-cristiana
dell’intangibilità della persona sul
tronco solido del logos greco-romano.
Oggi indicano a tutti anche l’esigenza
di un altro cambiamento, la fine della
tolleranza per i regimi violenti e gli assassini
fanatici.

© Copyright Il Foglio 25 marzo 2010