Nel corso di un mio recente viaggio per un’esperienza di volontariato in Brasile, ho avuto modo di confrontarmi con colleghi ricercatori sul rapporto internet e minori, anche in relazione al convegno al quale sono stato invitato a partecipare quale relatore alla Casa della gioventù di Belém (Parà).
Ebbene: sono risultati innumerevoli i punti di contatto, a conferma della globalizzazione in atto, in merito a quanto studiamo in Europa e in America Latina. Ad esempio, qui come là, i minorenni ricercano in internet nei motori di ricerca soprattutto le parole sesso e pornografia.
La conferma giunge dal sondaggio condotto da Symantec Corpnn che ha individuato tra i principali termini di ricerca di bambini e adolescenti in varie parti del mondo proprio le suddette parole. Tali termini sono ricercati soprattutto su Youtube, Google, Facebook e MySpace.
Secondo il pedagogista José Maria Cerutti Novaes “detta curiosità spesso appare quando è stimolata al di là del normale interesse, sia per aver ascoltato osservazioni di adulti sia per aver visto o sentito qualcosa in un altro modo”.
La ricerca rivela anche che i genitori sono poco attenti a ciò che fanno i loro figli su Internet. I bambini non dovrebbero passare ore e ore davanti al computer, senza limiti. Abbiamo bisogno di favorire il dialogo e stabilire un rapporto di fiducia monitorando soprattutto i siti nei quali si entra in conversazione.
L’elenco con le cento parole più ricercate è stato fatto dopo che Symantec ha stimato 3,5 milioni di ricerche effettuate da OnlineFamily di Norton.
Non dimentichiamo, poi, che MSN e le chat room sono linee aperte, ahimé, alla pedofilia e ciò al di là dei servizi offerti
E’ quindi stato accertato in America latina, che internet è anche una grande porta aperta a una serie di crimini on-line e a violenze commesse da adolescenti e contro gli stessi.
I dati da noi studiati sono quelli del Centro per la prevenzione dei crimini elettronici (Nurecel) del Brasile il cui Stato ha indicato che il numero di reati commessi per via elettronica, come internet o cellulari, cresce di circa il 20% ogni anno. Inoltre, la partecipazione degli adolescenti in casi di reati contro la classe e gli insegnanti attraverso internet è circa il 30% del totale dei crimini analizzati in rete.
Anche nel Sud America è, purtroppo grazie a internet, che registriamo la maggior parte dei casi di pedofilia. Chat e programmi come MSN e Skype sono nella lista dei più usati dagli adulti per eseguire la scansione della rete in cerca di minorenni.
E’ evidente che rispetto a uno strumento mondiale occorre che, anche in virtù della Convenzione per i diritti del fanciullo, l’Onu possa adottare azioni forti a tutela e protezione dei minorenni di tutto il mondo contro persone senza scrupoli.
Daniele Damele
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