DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi


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LA BUONA NOTIZIA
Il Vangelo del giorno
ed il commento





Mercoledì della I settimana del Tempo Ordinario


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E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

IL COMMENTO

A letto con la febbre si ha bisogno di tutto e nulla si può fare. La spossatezza toglie anche la voglia di leggere, di guardare la televisione, di parlare. La suocera di Pietro è immagine di quella febbre dello spirito che spesso ci assale e ci paralizza, impedendoci di servire, di amare. E' la febbre di questo tempo in preda a depressioni e anoressie. E' la febbre dell'alcool, della droga, di tutti quei giacigli nei quali ci rifugiamo per sfuggire alle incombenze serie della vita, quelle che ci chiamano a donare la vita. Ma è pur sempre febbre, sintomo di una malattia più profonda, un'infezione che corrode il cuore. Per quanto si cerchi di riposare, le fughe si risolvono sempre in fallimenti, e la febbre aumenta.
Ma c'è la Chiesa. Come una madre premurosa si preoccupa di noi, e ne parla con il suo Signore. E' questa la prima missione della Chiesa: pregare, implorare, affidare. Come diceva Santa Caterina da Siena, spesso accade che sia molto più fecondo parlare a Dio degli uomini che non di Dio agli uomini. Ed è una parola anche per i genitori, per i catechisti, per i presbiteri. E' il criterio che appare nel Vangelo, dove Gesù è solo, nella notte, in preghiera. E' questo il grembo da cui nasce ogni missione. Parlare al Padre del proprio figlio in difficoltà, della moglie in crisi, del marito depresso, di chiunque abbiamo a cuore ed è in preda alla febbre. Senza questa preghiera, senza questo parlare a Dio la Chiesa e ciascuno di noi sbaglierà tempi e parole, rinchiuderà ogni opera nell'angusto confine della carne, e sarà fallimento. Si tratta di inginocchiarsi e aprire il cuore al Signore, far nomi e cognomi, e implorare l'aiuto. Secondo la sua volontà. In essa solo si trova la pace anche in situazioni limite, conflittuali, appparentemente senza sbocchi. E' la preghiera insistente che apre il cammino al Signore, perchè è Lui che opera, che sana, che ridesta alla vi
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II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. ANNO C



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IL COMMENTO AL VANGELO









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LA BUSSOLA. Frammenti per orientarsi





Santa Francesca Cabrini a Rosarno


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/74/Francesca_Cabrini.JPG/250px-Francesca_Cabrini.JPGAndiamo a Rosarno anche noi. Ci vanno tutti di questi tempi. Per lo più si tratta di pellegrinaggi virtuali ma ci si accontenta. L'importante è parlarne e scriverne. E' interessante scorrere titoli e articoli, vi si scopre un campionario di varia umanità. Anche nella Chiesa le opinioni - perchè sempre e solo di opinioni al fine si tratta - sono alquanto discordanti. Ma nessuno, dicasi nessuno, ha usato il verbo evangelizzare. Sociologia e politica, riflessioni e consigli, commozione e pietà, e anche qualche polemicuccia, ma a nessuno che sia venuto in mente quello che venne in mente a Cristo davanti alle masse che erravano senza pastore. La sua commozione generò un pane che non perisce, la Parola che esce dalla bocca di Dio. Ma ora sembra fuori moda, chissà, probabilmente in fondo non si crede che in certe situazioni possa realmente salvare. Diceva ieri il Card. Ruini: "I presbiteri sono chiamati ad essere loro per primi dei ‘credenti sul serio’." E se questo pellegrinaggio virtuale a Rosarno ci dicesse, ancora una volta, che molti nella Chiesa sono in riserva di fede? Per questo andiamo anche a noi a Rosarno, anhe noi virtualmente, ma ci facciamo accompagnare da chi di fede non ne scarseggiava proprio. Da colei che di queste cose se ne intendeva. Santa Francesca Cabrini. Non partecipava a talk show, non scriveva e non polemizzava. Amava, e annunciava la Parola incarnandola. Non promuoveva marce e manifestazioni, portava in processione con gli stendardi del Signore e della Vergine i ragazzi strappati dalla strada e dalla malavita. Riconsegnava Cristo a chi, emigrato e disprezzato, lo aveva dimenticato. E così ridonava dignità e vita agli ultimi della terra degli anni a cavallo tra '800 e '900, gli emigranti italiani in America. Con lei scopriamo il volto autentico della Chiesa che anche in questi eventi crede all'impossibile, e lo compie. "Noi non siamo nulla, ma con Dio possiamo tutto" diceva. Anche annunciare e conquistare a Cristo immigrati violenti, e italiani insofferenti. A.I.


LEGGI LA BELLISSIMA BIOGRAFIA BREVE Santa Francesca Saverio Cabrini. Di Antonio Sicari



http://www.ailbologna.it/uimages/set-2001/pag07c.jpgIL SEGNO DEL GIORNO
"E questo sarà per voi il segno:
troverete un bambino in fasce
che giace in una mangiatoia"



I FATTI DI ROSARNO; LA CHIESA E LE TANTE CHIACCHIERE AL VENTO


Accoglienza e fede. La Chiesa aperta a tutti, il mondo chiuso come Sodoma. E una paziente educazione permanente all'amore.


"La Chiesa è aperta a tutti, perché – in Dio - esiste per gli altri! Pertanto essa partecipa intensamente alle sorti dell’umanità, che in questo anno appena iniziato, appare ancora segnata dalla drammatica crisi che ha colpito l’economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale". Così il Papa al Corpo Diplomatico. "E' molto naturale avere come prima reazione la difesa della propria normalita' di vita. Ci vuole pazienza. E' un grande mandato per la Chiesa: educare le persone ad aprire i cuori" . Così l'allora Card. Ratzinger in un'intervista del 1997 commentando gli sbarchi di Albanesi in Italia. Aprire il cuore perchè la Chiesa è aperta a tutti. I fatti tragici di questi giorni non possono lasciarci indifferenti. Ma il punto è, come sempre, il criterio con il quale discerniamo gli eventi. Molto prima della politica, dei talk-show, degli editoriali vi è una paziente educazione. Ed è compito della Chiesa. Nella stessa intervista il Card. Ratzinger affermava che "in realta' c'e' una forza distruttiva che esiste, opera ed e' molto evidente.... Certo delle mancanze (nella Chiesa) ci devono essere state... (Occorre un) esame di coscienza: perche' siamo cosi' incapaci di rispondere alla sete del mondo?". Alla sete del mondo vi è una sola risposta: la porta sempre aperta della Chiesa. Ma come non chiuderla se chi vi è dentro è ancora oppresso dalla paura della morte? .....

Antonello Iapicca Pbro
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"Va, metti una sentinella; ch’essa annunzi quel che vedrà!"






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