DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Messori e le tre ore di Ratzinger



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Vittorio Messori al Papa in Piazza San Pietro: Gli ho ricordato che sono oramai 25 anni che è uscito “Rapporto sulla fede”. “Non ci credo”, mi ha risposto. “Davvero”, gli ho detto io. E poi: “Sarebbe il momento di fare un ‘Rapporto sulla fede II’. Lei mi dia tre giorni. Ci chiudiamo in clausura come facemmo a Bressanone nel 1984 e il libro è fatto”. “Tre giorni?”, mi ha domandato. “Ma dottore, non ho nemmeno tre ore! Comunque le prometto che ci penso”. Poi si è allontanato di qualche passo. Quindi si è voltato e di nuovo mi ha detto: “Non ho nemmeno tre ore”.





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LA BUONA NOTIZIA
Il Vangelo del giorno
ed il commento




30 dicembre


http://www.homolaicus.com/arte/cesena/storia/Chiese/Abbazia/258_small.jpgC'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.


IL COMMENTO

Anna era lì, sola con il suo Dio, con in seno la speranza di tutto il suo Popolo. Ed ora, in un istante, dopo decine d'anni trascorsi tra digiuni e preghiere, la Grazia di un incontro. Non era stata inutile la sua vita, anzi. La vecchiaia è feconda in una carica profetica dirompente. Quante donne anziane e quanti uomini vivono ai bordi della società, dalla panchina dei giardini pubblici ad una sedia in un angolo della casa; se non peggio, dimenticati in un ospizio. No, la vecchiaia è il tempo della preghiera più intensa, l'intimità colma di attesa del compimento di tutta una vita. Gli anziani sono come le antenne che ricevono ansie, speranze, angosce e desideri di tutta la famiglia per ritrasmetterle a Dio. Non sono soli, sono lasciati liberi per Dio. E a loro, come ad Anna, è concesso, in una pienezza di vita che gli anni precedenti non hanno conosciuto, la Grazia dell'incontro più importante, quello decisivo, per loro e per le loro famiglie. Saranno gli anziani, i nonni a parlare a figli e nipoti, nuore e generi, di quel Bambino, della salvezza e del compimento, la redenzione a quanti attendono afferrati e distratti da mille impegni, un senso alle proprie vite. Anna dunque, il culmine della vita, la parte migliore, la più saggia, la pià santa, la più feconda. Perchè era proprio nella vecchiaia inoltrata che quel Dio pregato, amato e temuto le aveva risposto; ed ecco ora un Bambino, piccolo per lei piccola, umile per lei umile, nascosto per lei nascosta. Così Dio incontra i suoi figli. Nulla d'eccezionale, piuttosto lo stupore d'un evento atteso e accaduto nella semplicità d'un Bimbo che nasce. Così è la nostra storia con Dio. Viene a noi nelle sembianze semplici della vita d'ogni giorno, viene a trovarci e a saziare le speranze che ci colmano il cuore.


LEGGI TUTTO IL COMMENTO




UN'ISOLA COME LA GROTTA DI BETLEMME, COME LA CROCE GLORIOSA DI GERUSALEMME


ECCO IL REGALO DI NATALE PER TUTTI VOI: "L'ISOLA" UNO DEI PIU' BEI FILM MAI VISTI.

PER PENSARE, PER PREGARE, PER AMARE CRISTO




[L]Un film meraviglioso, senza alcuna enfasi. Da gustare e assaporare sino in fondo. La profonda conoscenza di se stesso, il primo grado dell'umiltà. E l'abbandono totale e senza condizioni all'amore e alla misericordia di Dio. Lo svelamento dei pensieri più profondi alla fine di un'esistenza vissuta con Cristo e con Lui nascosta in Dio. La vita semplice crocifissa con Cristo, la follia d'una sapienza che trapassa la carne e giunge sino all'essenza vera e autentica delle cose, dell'uomo e della storia. La santità che sgorga per pura Grazia in un uomo avvinto dall'amore e ad esso aggrappato come all'unica ancora di salvezza. La vita che diviene preghiera, quella preghiera incessante del cuore che si fa respiro dell'anima. Tutto ciò, e molto di più è questo film, da guardare con tutta la famiglia, e riguardare da soli, pregando, come dinnanzi ad un'icona. Sì, perchè l'icona della Gloria di Dio è l'uomo vivente, ed il protagonista di questo film è un uomo vivo nel fuoco dello Spirito Santo, anche se agli occhi mondani e superficialmente religiosi appare morto. E' il senso più profondo del Natale, la stoltezza che salva il mondo, i vagiti di un Bimbo che bagnano di misericordia le nostre povere esistenze sperdute. La grotta di Betlemme è la caldaia dove vive rintanato il Padre Anatoli, bambino apparentemente capriccioso per la sciapa mentalità moralista e legalista degli intelligenti che credono d'aver compreso tutto. Un bambino che conduce i suoi fratelli come in un cammino di conversione, un catecumenato al fondo della verità su stessi e su Dio, all'acqua del battesimo. A poco a poco, come attraversando una sorta di scrutini, i monaci suoi compagni saranno introdotti nello splendore dell'umiltà, la verità che si unisce prodigiosamente alla Verità che è Dio stesso. Impareranno a riconoscere le trappole del demonio, a guardare in faccia i peccati veri che avvelenano il cuore, la terribile mancanza d'amore e come l'amore non è sforzo ma una Grazia che procede dal sentirsi perdonati da Dio. Impareranno anche il combattimento quotidiano contro le insidie e le tentazioni del demonio, armati della sola invocazione del dolcissimo e onnipotente Nome di Gesù. Così come chiunque cerchi i miracoli di Padre Anatoli incontrerà piuttosto parabole urticanti che smascherano false pietà e alienazioni spirituali. Come nella Scrittura il miracolo solleva lo sguardo all'incontro e all'intimità con Cristo. Se così non fosse a nulla varrebbero i segni. Così è per il Natale, Festa che può facilmente scivolare nello sciapo sentimentalismo. Betlemme anuncia Gerusalemme, la mangiatoia indica la Croce. Il Bimbo prelude al Crocifisso. Per questo il film trasuda Natale e Pasqua, perchè vivida brilla la Croce Gloriosa di Cristo. La vita dello stareč Padre Anatoli è infatti segnata da un evento lancinante come un chiodo che lo crocifigge. Tutta la sua vita sarà legata a quell'evento, e lui stesso percorrerà un cammino di umiltà e semplicità che lo consegnerà alla lode del Dies Natalis, alla veste bianca del battesimo eterno. Con Anatoli possiamo guardare alla nostra vita, agli eventi passati o presenti che ci inchiodano alla Croce, spesso muta e lancinante presenza che intristisce e angoscia le nostre vite. Con lui possiamo scoprire come proprio nell'esatto momento in cui i chiodi han trafitto le nostre carni - quell'evento che oggi, potendo, cancelleremmo dalla nostra storia, credendo che eliminandolo, potremmo vivere meglio e sereni - quell'istante che ci ha crocifissi è lo scrigno misterioso che custodisce la Verità, il seme di Grazia che ci tiene avvinti a Dio e ci fa bramare la salvezza. Quell'istante che ci ha crocifisso, come ogni momento in cui qualcuno o qualcosa perfora le nostre vite, sono ben altro di quel che crediamo. E' lì, in quell'istante che ha inizio la vera vita, come nella grotta di Betlemme, Dio fatto carne preparava la nostra carne ad entrare nel Cielo. Buona visione, e che Dio ci conceda vedere la luce nelle nostre storie, la Verità del suo amore in ogni piega della nostra vita, prodigio dischiuso sull'eterno amore di Dio come il sepolcro di Gerusalemme, come la scena che chiude il film.

Antonello Iapicca Pbro



QUI PER VEDERE IL FILM:

Il regalo di Natale per voi. Lo splendido film L'Isola in italiano




http://www.ailbologna.it/uimages/set-2001/pag07c.jpgIL SEGNO DEL GIORNO
"E questo sarà per voi il segno:
troverete un bambino in fasce
che giace in una mangiatoia"







LA GIORNATA PER LA FAMIGLIA A MADRID: "IL FUTURO DELL'EUROPA PASSA PER LA FAMIGLIA"


MADRID PRESEPE D'EUROPA


Nulla. E' passata ormai questa domenica 27 dicembre 2009 e, aprendone i siti web, scopriamo che per i media non è successo assolutamente nulla. Più di un milione di persone, centinaia di migliaia di bambini, famiglie d'ogni angolo d'Europa nel gelo di Madrid. Nulla. Esattamente come duemila anni fa a Betlemme. Il mondo non ha occhi, anzi non vuole averli, e li chiude. Bene, è esattamente quello che ci aspettavamo. E' il fallimento mediatico il segno incontrovertibile del successo dell'evento. Perchè le cose di Dio sono così. Non destano interesse mediatico, non cercano palcoscenici mondani. Le cose di Dio sono. Come Egli è Colui che è, e basta. Il suo essere oltre la morte che erode ogni vanità sostiene l'universo e la vita di ciascun uomo. Come la famiglia cristiana apparsa viva, serena e felice a Madrid. Esiste, è, e questo basta. La Chiesa risvegliata da quest'impeto di gioia è lì, in cima al monte, sul candelabro, e illumina la notte del mondo.
Ed è scritto che il mondo preferisca le tenebre, rifiuti l'evidenza dell'amore di Dio, sfugga alla verità. Per questo, paradossalmente, proprio l'umano fallimento di un evento eccezionale silenziato ad arte, ne decreta il successo. Perchè il successo di Dio passa per il fallimento umano. Così Dio illumina le tenebre, come duemila anni fa nella notte di Betlemme, e come poi, dopo trent'anni in un sepolcro di Gerusalemme, ha squarciato di luce il nero della morte. Il successo di Dio infatti è smascherare e annientare la menzogna annunciando e compiendo la verità. E' l'abbondanza del peccato a far sovrabbondare la Grazia.
Dio ama, e Madrid oggi grondava amore
Gli organizzatori lo avevano ripetuto: non è una manifestazione contro, è una pura testimonianza, innanzi tutto per la Chiesa e poi per l'Europa che sta abbandonando la fonte della della vita e uccidendo la famiglia. Così è stato. Eccole allora le famiglie che Dio ha donato alla Chiesa e al mondo. Eccole a costruire le cattedrali del Terzo Millennio, allineando, non già mattoni di pietra come fecero i poveri nel medioevo, ma le pietre vive, i figli della Grazia, i frutti dell'Humanae Vitae compiuta in obbedienza alla Chiesa. Eccole le famiglie unite, e sane, e feconde secondo la volontà d'amore di Dio. Eccole a risplendere nell'oscurità di quest'Europa. Eccole a Madrid, ritornare oggi esattamente dove quarantacinque anni fa ebbe inizio la loro avventura.
Molti dei papà e delle mamme oggi presenti a Madrid nascevano in quegli anni sessanta, quando,
tra gli zingari delle baracche di Palomeras Altas alla periferia della stessa Capitale spagnola, Kiko Argüello, un giovane pittore, e Carmen Hernandez, una ragazza colma di zelo missionario, afferrati dallo Spirito Santo, davano inizio al Cammino Neocatecumenale. Nulla immaginavano questi due ragazzi di quello che sarebbe accaduto. Ma sapeva tutto Dio. Infatti, mentre a Roma lo Spirito soffiava sul Concilio Ecumenico Vaticano II, e mentre Paolo VI, solo e e assediato, firmava l'Humanae Vitae, l'Enciclica più profetica, Dio stesso, tra quelle baracche di Madrid, si stava preparando un resto fedele, il popolo nel quale, assieme a tanti altri fermenti e movimenti donati alla Chiesa, avrebbe poi compiuto quanto andava ispirando alla sua Chiesa. L'annuncio del Kerygma, la Buona notizia della vittoria sulla morte di Gesù Cristo, si incarnava nelle vite disastrate di quegli zingari e i fermenti del rinnovamento liturgico si realizzavano nelle celebrazioni vive e vivificanti di una comunità cristiana che andava apparendo tra quelle baracche. Ma nulla lasciava presagire il terremoto di bene che lo Spirito Santo, in quel fazzoletto di mondo, avrebbe scatenato nella Chiesa e nei cinque continenti. Come a Betlemme, come in quella tomba a Gerusalemme, come oggi a Madrid. Lì, tra i poveri più poveri, lontano dai riflettori, Dio stava gestando un cammino di conversione, un'iniziazione cristiana nella forma di catecumenato che ha raccolto milioni di poveri e piccoli in tutto il mondo, i lontani dalla Chiesa, i peccatori incalliti, i pagani e i neopagani, e quanti han sofferto famiglie distrutte, gli alcolizzati, i drogati, i perduti dentro vite senza senso. Attraverso il Cammino Neocatecumenale, la Chiesa li ha poi gestati alla fede, e Dio ne ha ricostruito vite e famiglie riconsegnando dignità perdute. Soprattutto, è apparsa la comunità cristiana capace di testimoniare, nella vita reale e quotidiana, i segni di una fede adulta, l'amore e l'unità. In essa si salvano e formano le famiglie; in essa sono sostenute nel combattimento, specie quello sostenuto dai figli assediati da ogni dove. Nella comunità si impara a trasmettere la fede alla seguente generazione. Per questo, se Il futuro dell'Europa passa per la famiglia, il futuro della Chiesa passa per la comunità cristiana. E qui il nucleo di vita nascosto della manifestazione di oggi, gravida di frutti che neanche possiamo immaginare.
La vittoria di Cristo ha donato vita eterna a queste famiglie, come ha detto Kiko durante l'incontro. In questa vita più forte della morte e del peccato i genitori han superato l'egoismo aprendosi alla vita che ha zampillato figli come gocce d'oceano. Per questo sono accorsi per testimoniare la fedeltà di Dio alle sue promesse e dire oggi alla Chiesa e al mondo: "Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato" (Is. 8,18).
Così, come tanti anni fa lo furono gli iniziatori, i figli dei poveri liberati di Palomeras son tornati tra i poveri di questo popolo europeo privato di vita, gioia e dignità. Da qui, da dove è germinato il Cammino Neocatecumenale, può ripartire l'Europa, dalla famiglia cristiana curata e amata dalla Chiesa.
Il silenzio attorno, l'apparente irrilevanza mondana, mediatica e politica di questo concretissimo essere di Dio in questa Europa, è la notte che presagisce il miracolo più umile e fecondo, il segno dato a noi tutti. A Betlemme fu un bimbo adagiato in una mangiatoia, e Maria e Giuseppe, una famiglia riparata in una grotta a donare al mondo la Vita e l'amore che non muoiono. Oggi a Madrid, il presepe d'Europa, Dio ha rinnovato lo stesso segno: queste famiglie e i loro bambini deposti nella greppia di questa società. E' questa la Parola fatta carne che Dio ha voluto donare agli uomini di questo tempo, affinchè, come diceva il Papa nell'omelia della notte di Natale, possa essere guardata e così plasmare un cuore di carne capace di amare. Queste famiglie sono oggi la speranza visibile che Dio ci dona: "Quando vediamo Lui, il Dio che è diventato un bambino, ci si apre il cuore. Nella Notte Santa Dio viene a noi come uomo, affinché noi diventiamo veramente umani". Così Dio si è mostrato oggi all'Europa perchè l'Europa apra il cuore; così continuerà a mostrarsi, nei volti e nelle storie sante di queste famiglie, dei loro figli, perchè ogni uomo possa ritornare ad essere umano, per formare famiglie umane, ad immagine della Trinità, famiglia divina dalla quale tutti siamo nati e nella quale tutti attingiamo forza, vita e gioia.


Antonello Iapicca Pbro





SPECIALE INCONTRO DI MADRID DEL 27 DICEMBRE

IL FUTURO PASSA PER LA FAMIGLIA





AGGIORNAMENTI:




MULTIMEDIA





LA GIORNATA PER LA FAMIGLIA DI MADRID E GLI ECHI MISTERIOSI DOVE MENO TE LO ASPETTI (A NON USAR LA RAGIONE, SE NON PROPRIO LA FEDE...)





LA PREPARAZIONE



ARGOMENTI




http://all-news.myblog.it/media/01/01/1403175862.jpgTUTTE LE NOTIZIE
"Va, metti una sentinella;
ch’essa annunzi quel che vedrà!"





NATALE



CRONACA



LA CHIESA ED IL PAPA



DIO E MATEMATICA



IL 2010 E L'EUROPA . EVANGELIZZARE, NON V'E' ALTRO CAMMINO






LA SPLENDIDA OMELIA NELLA NOTTE DI NATALE

Il Papa: Facciamoci viandanti verso Dio: nell’essere interiormente in cammino verso di Lui, e anche in cammini molto concreti nella Chiesa



Alcuni commentatori fanno notare che per primi i pastori, le anime semplici, sono venuti da Gesù nella mangiatoia e hanno potuto incontrare il Redentore del mondo. I sapienti venuti dall’Oriente, i rappresentanti di coloro che hanno rango e nome, vennero molto più tardi. I commentatori aggiungono: questo è del tutto ovvio. I pastori, infatti, abitavano accanto. Essi non dovevano che "attraversare" (cfr Lc 2, 15) come si attraversa un breve spazio per andare dai vicini. I sapienti, invece, abitavano lontano. Essi dovevano percorrere una via lunga e difficile, per arrivare a Betlemme. E avevano bisogno di guida e di indicazione. Ebbene, anche oggi esistono anime semplici ed umili che abitano molto vicino al Signore. Essi sono, per così dire, i suoi vicini e possono facilmente andare da Lui. Ma la maggior parte di noi uomini moderni vive lontana da Gesù Cristo, da Colui che si è fatto uomo, dal Dio venuto in mezzo a noi. Viviamo in filosofie, in affari e occupazioni che ci riempiono totalmente e dai quali il cammino verso la mangiatoia è molto lungo. In molteplici modi Dio deve ripetutamente spingerci e darci una mano, affinché possiamo trovare l’uscita dal groviglio dei nostri pensieri e dei nostri impegni e trovare la via verso di Lui. Ma per tutti c’è una via. Per tutti il Signore dispone segnali adatti a ciascuno. Egli chiama tutti noi, perché anche noi si possa dire: Orsù, "attraversiamo", andiamo a Betlemme – verso quel Dio, che ci è venuto incontro. Sì, Dio si è incamminato verso di noi. Da soli non potremmo giungere fino a Lui. La via supera le nostre forze. Ma Dio è disceso. Egli ci viene incontro. Egli ha percorso la parte più lunga del cammino. Ora ci chiede: Venite e vedete quanto vi amo. Venite e vedete che io sono qui. Transeamus usque Bethleem, dice la Bibbia latina. Andiamo di là! Oltrepassiamo noi stessi! Facciamoci viandanti verso Dio in molteplici modi: nell’essere interiormente in cammino verso di Lui. E tuttavia anche in cammini molto concreti – nella Liturgia della Chiesa, nel servizio al prossimo, in cui Cristo mi attende.




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UNO SGUARDO
Gli editoriali




ELUANA, ICONA DELLA NATIVITA' 2009


Natale. Ed è subito Eluana. Il suo ricordo emerge vivo tra le luci di questi giorni. E l'acqua, e la sete, e la morte veloce, quasi a togliere il disturbo. E' lei, Eluana, l'icona di questa Natività del 2009. Natale infatti è una corda tesa tra il rifiuto e l'accoglienza, la trincea che segna il fronte d'una guerra mai spenta. Accogliere o rifiutare.

Antonello Iapicca Pbro

LEGGI TUTTO Natale ed il ricordo di Eluana, Icona della Natività del 2009








Su Radio Maria Angela Pellicciari intervista il curatore del sito su Evengelizzazione e inculturazione in Giappone

Inculturazione, incarnazione e missione. Tra teologia ed esperienza. Audio e download




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L'instancabile attività della Chiesa







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CAMMINO NEOCATECUMENALE




SPECIALE CAMMINO NEOCATECUMENALE: ARTICOLI, EVENTI, INTERVISTE





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DISCERNERE
Uno sguardo profetico sugli eventi





BAGAGLIO A MANO
Materiale utile ad approfondire
per annunciare e incarnare il Vangelo


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SPIRITUALITA'
Sulle orme dei Padri








IL REGALO DI NATALE DEL PAPA ALLA CHIESA: IL"CORTILE DEI GENTILI" E I CARISMI PER COMPIERE LA MISSIONE AD GENTES.

Il Papa indica alla Chiesa la via all'evangelizzazione


Il Papa ci sorprende ancora. Qualche giorno fa con la lettera a Mons. Cordes in occasione dei suoi 75 anni, e poi ieri, con il discorso di auguri alla Curia. E un filo rosso, una parola vibrante di nuovo ripetuta alla Chiesa. Evangelizzare i lontani, i moltissimi che hanno smarrito Dio, o che neanche lo conoscono. E per far questo addita ai Vescovi, ai parroci, ai presbiteri, alla Chiesa intera i carismi che Dio sta donando in questo tempo. Evangelizzare, creare spazi perchè le persone possano assaporare il gusto dell'amore di Dio. Ecco, i carismi, i movimenti, il Cammino Neocatecumenale, L'iniziazione cristiana, le famiglie in missione, le nuove Missio Ad Gentes che si stanno estendendo per tutto il mondo, non sono forse questi "
cortili dei Gentili dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero"? Noi pensiamo di sì, pensiamo che il Papa stia guardando allo zelo e all'amore testimoniato da questi "uomini toccati nel profondo dallo spirito di Dio" attraverso i quali crescono "forme nuove di autentica vita cristiana e nuovi modi autentici di essere Chiesa". Perchè il nuovo modo di essere Chiesa è preparare comunità adulte che siano questi "cortili dei Gentili", di chi soffre e vede la sua vita allo sbando, i gentili "al cui servizio sta la vita interna della Chiesa". Per questo "Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa questi doni di Dio"
.

A.I.


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"A Parigi ho parlato della ricerca di Dio come del motivo fondamentale dal quale è nato il monachesimo occidentale e, con esso, la cultura occidentale. Come primo passo dell’evangelizzazione dobbiamo cercare di tenere desta tale ricerca; dobbiamo preoccuparci che l’uomo non accantoni la questione su Dio come questione essenziale della sua esistenza. Preoccuparci perché egli accetti tale questione e la nostalgia che in essa si nasconde. Mi viene qui in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, che cioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cortile dei gentili, che sgomberò da affari esteriori perché ci fosse lo spazio libero per i gentili che lì volevano pregare l’unico Dio, anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servizio era riservato l’interno del tempio. Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto".

LEGGI TUTTO IL DISCORSO:

Il Papa: La Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano agganciarsi a Dio. E' la Missio Ad Gentes!




STUPENDA LETTERA DEL PAPA AL CARD: CORDES PER I SUOI 75 ANNI


Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa i carismi, questi doni di Dio


http://cache.daylife.com/imageserve/01pDcBh6SR31v/340x.jpgParticolarmente caratteristico per il Tuo slancio pastorale è e rimane il Tuo impegno per i “movimenti”: il Movimento Carismatico, Comunione e Liberazione ed il Cammino Neocatecumenale hanno molti motivi di gratitudine nei Tuoi confronti. Mentre gli organizzatori e i pianificatori nella Chiesa al principio avevano molto riserve nei confronti dei movimenti, Tu hai subito fiutato la vita che lì erompeva – la forza dello Spirito Santo che dona vie nuove e in modo imprevedibile mantiene sempre giovane la Chiesa. Hai riconosciuto il carattere pentecostale di questi movimenti e Ti sei impegnato appassionatamente per ottenere che fossero accolti dai pastori della Chiesa. Certo, per quello che riguarda l'organizzazione e la pianificazione c’erano spesso buoni motivi per scandalizzarsi perché erompevano cose nuove ed impreviste che non sempre si lasciavano ricondurre senza problemi nelle forme organizzative esistenti. Tu hai visto che ciò che è organico è più importante di ciò che è organizzato, Tu hai visto che qui degli uomini erano stati toccati nel profondo dallo spirito di Dio e che in tal modo crescevano forme nuove di autentica vita cristiana e nuovi modi autentici di essere Chiesa. Certo, questi movimenti devono essere ordinati e ricondotti all’interno della totalità; devono imparare a riconoscere i loro limiti e a diventare parte della realtà comunitaria della Chiesa nella sua costituzione propria insieme con il Papa e con i Vescovi. Hanno pertanto bisogno di guida e anche di purificazione per poter raggiungere la forma della loro vera maturità. Essi, tuttavia, sono doni dei quali bisogna essere grati. Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa questi doni di Dio.

Tuo Benedetto PP XVI

LEGGI TUTTA LA LETTERA


Il crociato della carità della Chiesa. Intervista al Cardinale Paul Josef Cordes