DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Sabato della V Settimana del Tempo Ordinario


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Marco 8,1-10.

In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano». Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?». E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette». Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò. Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta.


IL COMMENTO

La compassione di Gesù ci sfama. Seguire Gesù senza l'esperienza di essere realmente sfamati significa sicuramente venir meno per via. Essere con Lui, seguirlo sin nel deserto, attirati dalle Sue Parole, dai Suoi miracoli può non essere sufficiente. Anzi. Come giungere in ritardo anche di un solo minuto alla consegna di un premio. Risuonano le parole di Gesù a coloro che protestano l'essere stati con Lui, l'aver predicato nel Suo nome: "Non vi conosco!". La prossimità non è sufficiente. Non sazia. Decisivo è l'incontro personale con la Sua compassione. La Sua passione con la nostra. Il Suo dolore con il nostro. La Sua vita con la nostra. Lui in noi. Gesù conosce il nostro cuore, i suoi vuoti, i suoi smarrimenti. La nostra fame d'amore. E ha compassione. Le sue viscere si commuovono dinnanzi a ciascuno di noi....LEGGI TUTTO IL COMMENTO


VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)




Il Commento, gli approfondimenti, l'esegesi, i Padri etc



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TUTTE LE NOTIZIE



IN RILIEVO



Il Papa guarda negli occhi ogni uomo, con lo sguardo di Cristo. Ne percepisce il male profondo, che si fa visibile nei mille scandali sessuali che coinvolgono la politica, nei pruriti pettegoli dei media, nel corpo sofferente e percio' inguardabile ed insostenibile di Eluana. Il Papa ci guarda e vede che la piu' grande sofferenza e' l'essere schiavi di sfuggire ogni sofferenza. Il Papa guarda il mondo e scuote ancora la Chiesa. E ciascuno di noi, cosi' spesso dispersi nelle risacche mondane: Evangelizzare! Curare i malati del corpo e dello spirito! Le due opere essenziali della Chiesa Tutto il resto, ma proprio tutto, non e' essenziale, e' poco piu' che vapore. Annunciare il Vangelo e prendersi cura dei malati, questo la Chiesa non puo' disattenderlo. A.I.

Il Papa: La Chiesa non può disattendere queste due opere essenziali: evangelizzazione e cura dei malati nel corpo e nello spirito






DALLA TOMBA VUOTA

Don Karol e Wanda, Diario di un’amicizia pura




DISCERNERE




LA CHIESA NELLA STORIA


Gli inglesi e il Papa Le diffamatorie campagne mediatiche di Enrico VIII contro la chiesa. Pure accuse di sodomia



Un po' d'aria buona





CAMMINO NEOCATECUMENALE

Murcia avrà nel REDEMPTORIS MATER uno dei maggiori centri di educazione cattolica e missionaria nel mondo



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ALL'ALBA DEL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO
Segni dalla tomba vuota




Don Karol e Wanda, Diario di un’amicizia pura


«Il Papa invitava sempre i giovani e i ragazzi alla disciplina, a tenere aperti gli occhi dell’anima e non quelli del corpo. E io ho incontrato tanti sacerdoti santi, non soltanto Wojtyla, che fedeli al celibato sapevano coltivare rapporti d’amicizia pura e fraterna con donne. La Chiesa cattolica ha bisogno di testimoni, che facciano vedere come sia possibile l’amore casto. Non è complicato, basta convertirsi...»

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LA SENTINELLA
"Va, metti una sentinella;
ch’essa annunzi quel che vedrà!"






Carissimi cateriniani mediatici, deponete le armi e stringetevi, con amore, al Santo Padre e alla Chiesa


http://www.domenicani.it/Santi_e_sante/images/santacaterina.jpgCarissimi cateriniani mediatici, riflettete un momento e posate la penna. Non vestite i panni della Santa di Siena che, se aveva qualcosa da dire al Papa, scriveva lettere personali e riservate. I media sono il ventre mollo della vanità, templi eretti allo strapotere dell'ego. I vostri durissimi e fuorvianti commenti alla nota della Segreteria di Stato, insinuano strumentalizzazioni del Santo Padre, che avrebbe, probabilmente sotto tortura e vigliaccamente ingannato, approvato il documento. Poniamo per un solo istante che tutto quel che andate scrivendo, accodandovi al garrulo degli anticlericali, sia vero. Strillarlo in prima pagina, con il peso e l'autorevolezza della vostra firma cattolica, a che e a chi giova? Alla Chiesa? Al Papa? A voi stessi? Lo spettacolo di fango nel quale avete contribuito a trascinare il Papa e la Chiesa è la risposta più eloquente. Potrete essere soddisfatti d'essere temuti nelle stanze del Palazzo Apostolico, novelli feltrini cattolici. Potrete andare orgogliosi d'aver accelerato presunti regolamenti di conti curiali. Potrete raccontare a quanti perdono la vita sul fronte dell'evangelizzazione, ai vostri fratelli che, nella penombra della vita d'ogni giorno, vivono e annunciano il Vangelo in questa società neopagana, le ragioni del vostro zelo iconoclasta che ferisce profondamente quel Corpo che, tra mille difficoltà e persecuzioni, cercano di presentare come l'unico "cortile dei gentili" dove trovare amore e misericordia. Il piombo delle rotative scende sin dentro il cuore e lo stramazza nella piaga dell'ego. Sovrapporre se stessi al bene della Chiesa in una maniacale certezza di verità confusa in una missione di moralizzazione e ripulitura tutta mondana nello stile e nei metodi, non avrà che un risultato: macchiare ancor più nostra Madre. Per quel che vale, da questo insetto del web vi chiedo di deporre le armi nascoste tra le tastiere dei vostri PC. Che il vostro scrivere sia, con Santa Caterina, altro "se non che si tratti di sconfiggere il dimonio e toglierli la signoria che egli ha presa dello uomo per lo peccato mortale, e trargli l’odio del cuore, e pacificarlo con Cristo Crocifisso e col prossimo suo» (Lettera 122) . Lasciate ai persecutori il loro mestiere, e imparate dal Signore e dal suo Vicario: la zizzania cresce inesorabile insieme al grano buono. A meno che il Signore non vi abbia confidato la speciale missione di metter mano alla falce, credo sia giunto il momento di lasciar fare a Lui, e a colui che ha scelto per condurre la Chiesa. Santa Caterina contemplava in lui «il dolce Cristo in terra» (Lettera 196), a cui si deve filiale affetto ed obbedienza come a «Cristo in terra, il quale è in vece di Cristo in cielo» (Lettera 207). Anche quando "deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perché chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia".


Antonello Iapicca Pbro




Ferrara, Magister e compagnia danzante, se ci siete, battete ora un colpo di verità e giustizia



https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgC_R46D4W7p0gUiQCOZSNnpFGcVy5-A5t_Advpn7JCz2jaTtZu9HrJaMsMQ5yjMiOrrMQ717tCHVspLqQPjRT8l5ZZqH8wXtYoDMAVOg3d63aA1NPv_VvNaQuhvS57EACpnwT/s400/bert(4).bmpSono arrivate le parole del Papa. Per noi Roma locuta causa soluta. Certo vi saranno ora fiumi di parole a chiosare e glossare, distinguo ed analisi, ma a noi importa proprio nulla. C'era chi invocava teste mozzate, metaforicamente ovviamente; e c'era chi descriveva, con dovizia di velinate, lancinanti lotte intestine; o chi, come in un editoriale sul Foglio di oggi, si era già lanciato in più morbide analisi, per la verità trite e ritrite, su presunte linee divergenti nel seno della Chiesa, italiana e non solo. Bene, il Papa, attraverso un comunicato secco e perentorio della Segreteria di Stato, ha respinto al mittente illazioni, veline e gossip. E, quel che più importa, prega perchè " chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia". Vaticanisti, foglianti e compagnia tutta, se avete davvero a cuore il bene della Chiesa, battete ora un colpo di verità e giustizia. Diversamente avremo la prova che, in fondo, del Papa e della Chiesa vi interessa davvero poco. Per superficialità, speriamo, avete offerto il destro ad un attacco infelice al Santo Padre e alla Chiesa intera. Fermarvi, se non proprio far marcia indietro, sarebbe la cosa più onesta.

Antonello Iapicca Pbro



IL COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO:




"STRISCIA L'AGGETTIVO".
L'ELEFANTE CHE DECAPITA SOLO SARCASTICAMENTE DI STRISCIO



Che il vicolo fosse cieco bastava un bambino per capirlo. Il guaio è che, una volta dentro, invece di cercare l'uscita ci si preferisce avvolgere ancor più di fuligine. Per difendersi Ferrara inaugura una nuova rubrica, Striscia la notizia, il che poi non è neanche molto originale. Testuale dall'editoriale in prima pagina, su Il Foglio di oggi: "Di Gendarmerie, plichi postali e altri molti e notevoli dettagli pettegoli... non ci siamo occupati che di striscio, riferendo le altrui cronache con il beneficio di inventario". Che un elefante possa muoversi "che di striscio" lo lasciamo giudicare alle cristallerie. A noi fa specie la caduta vertiginosa di questo valente defensor vitae che abbiamo stimato e che vogliamo continuare a stimare. Ma qui tutto puzza proprio di quel che Ferrara imputa al Direttore dell'Osservatore Romano, "la mancanza di senso dell’umorismo" che "è il complemento essenziale di ogni umana vanità". Perchè di vanità allo stato puro si tratta. Non è umorismo riportare di striscio pettegolezzi che graffiano a sangue il Papa e la Chiesa. Non è umorismo cercare di svincolarsi dalle sabbie mobili nelle quali si è scivolati definendo sarcastiche le ipotesi circa decapitazioni prossime in quel del Vaticano. Non è umorismo la pseudo marcia indietro fuori tempo massimo con la quale si sarebbero volute cercare "di spiegare le ragioni non banali, non solo di potere, del conflitto che ha opposto l’autorevole e prepotente segretario di stato all’autorevole e resistente vertice della Conferenza episcopale". Dare, ancora oggi, gratuitamente del prepotente al più stretto collaboratore del Papa è infilare una goccia d'arsenico tra le righe d'una goffa autodifesa. Altro che Strsicia la notizia, qui siamo a striscia l'aggettivo, ed è una lama di pugnale vibrata al cuore della Chiesa. Con quel prepotente si vorrebbe decapitare via pagina il Segretario di Stato, di nuovo ed esplicitamente fatto responsabile di tutto, per proteggere se stessi fingendo di scagionare il Papa. Che sarebbe, nelle migliori delle ipotesi, prigioniero imbelle di loschi collaboratori dediti a un "improprio narcisismo curiale." Se l'Osservatore Romano scrive che "Il Santo Padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione" ma si insinua che si tratti della farina del sacco del Direttore ciò significa solo una cosa: il Papa è un povero burattino. Dire che questo è inaccettabile è dir poco. Non basta definirsi stampa laica, libera e amica. Amica di chi? Proprio ad un anno dalla morte di Eluana, e non è un caso, si azzanna la Chiesa con il solo risultato di deligittimarla e bagnarne le polveri dell'autorevolezza. Begli amici, e che libertà, che umorismo... A noi sembra invece che il cortocircuito tra Espresso e Il Foglio abbia risvolti sinistri e inquietanti, che ci sfuggono nei dettagli ma che ci aprono definitivamente gli occhi: guai a confidare negli uomini, men che meno se stampano parole fintamente libere ma ancorate a precisi disegni di potere. Un potere, culturale e mediatico innanzi tutto, che è comunque ostile alla Chiesa, più pericoloso perchè autodefinitosi amico. Lo scriveva duemila anni fa San Paolo: «Da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori al di dentro» (2Cor 7, 5). Parlava della Chiesa, ed è ovvio che anche oggi sia così, allargando quel di dentro anche agli amici intrufolatisi a dettar regole di moralità e verità. Di battaglie e timori la Chiesa ne è esperta conoscitrice. Non sarà il fuoco amico di questi giorni a tagliarne la testa e a strozzarne la voce. Le squallide veline e l'altrettanto squallido uso che ne è stato fatto, i contorsionismi a difendersi e a tirarsi fuori che così poco si addicono ai pachidermi, hanno oggi il pregio di segnare ancor più nettamente il confine tra la purezza dell'annuncio del Vangelo sempre presente sulle labbra del Papa, e la triste e infeconda banalità delle parole di carta che durano lo spazio di un mattino.

Antonello Iapicca Pbro






LA QUASI MARCIA INDIETRO DE IL FOGLIO



L'ONESTA' DI MESSORI



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http://scorfano.files.wordpress.com/2009/03/questa-non-e-una-bussola1.jpg

LA BUSSOLA.
Frammenti per orientarsi




Pedofilie occulte e amore autentico


https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvGatyLHBXVSQr5sKt2FkzKpfOCfCZm164hBW7bpPw-FB5aly-QhaTAIcHRc17GYMXMngelZnGeY8TPRbXdwR9sJZlJfMNxKydzxC8qt6xyZiaO48TAln2IMZisEuRzZ2xKPUB0A/s320/pedofilia3.jpgIl Papa, potrebbe essere altrimenti? riconosce colpe gravissime e verga, di nuovo, una irrinunciabile linea rossa a sconfinare pedofilia e pedofili lontano dalla Chiesa e dentro carceri e ospedali. Tutti, compresi alcuni organi cattolici, risaltano le parole di Benedetto XVI sulla piaga pedofila, ma ne fanno il fulcro di un discorso nel quale ha detto molto di più. Si trattava di famiglia e di preparazione al matrimonio dei fidanzati. In una parola: formazione. Essa parte dalla trasmissione della fede ai figli, nella quale "dovrà progressivamente emergere il significato della sessualità come capacità di relazione e positiva energia da integrare nell’amore autentico". Poi la preparazione specifica dei fidanzati che "dovrebbe configurarsi come un itinerario di fede e di vita cristiana, che conduca ad una conoscenza approfondita del mistero di Cristo e della Chiesa, dei significati di grazia e di responsabilità del matrimonio". Infine la preparazione immediata con l'approfondimento del Rito del matrimonio. Il fine di questa lunga preparazione, che si inscrive nella più generale iniziazione cristiana che riguarda ogni battezzato è, secondo il Papa, che la "vocazione dei coniugi diventi una ricchezza per l’intera comunità cristiana e, specialmente nel contesto attuale, una testimonianza missionaria e profetica". La famiglia cristiana è dunque un annuncio profetico. Perchè risponda a questa vocazione è decisiva la formazione. Solo una famiglia adulta nella fede, ancorata nell'amore di Dio, unita profondamente a Cristo, costituisce "l’aiuto più grande che si possa offrire ai bambini. Essi vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perché le figure materna e paterna sono complementari nell’educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità. E’ importante, quindi, che si faccia tutto il possibile per farli crescere in una famiglia unita e stabile. A tal fine, occorre esortare i coniugi a non perdere mai di vista le ragioni profonde e la sacramentalità del loro patto coniugale e a rinsaldarlo con l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera, il dialogo costante, l’accoglienza reciproca ed il perdono vicendevole. Un ambiente familiare non sereno, la divisione della coppia dei genitori, e, in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori". La pedofilia è certo deplorata e condannata, ma lo sguardo del Papa, come al solito, vola molto più in alto. Esiste il modo migliore per tutelare le autentiche esigenze dei bambini, che sono loro diritti. La pedofilia non è l'unico problema; c'è qualcosa di più, sottaciuto da chi non riesce a vedere più in là del proprio naso. Occorre chiedersi quali siano le esigenze autentiche dei bambini; il Papa le sintetizza nel bisogno di essere amati "da una madre e da un padre che si amano", e nel bisogno "di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perché le figure materna e paterna sono complementari nell’educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità". La pedofilia, letteralmente amore all'infanzia (greco παῖς, παιδός-bambino e φιλία-amicizia, affetto), si annida, ideologicamente e non patologicamente che è molto più grave, nel divorzio, nelle adozioni da parte delle coppie omosessuali e nella fecondazione artificiale di cui beneficiano. La pedofilia è un reato, il divorzio e il matrimonio omosessuale sono, al contrario, in molti Paesi diritti stabiliti per legge. La pedofilia è perseguibile, la Chiesa stessa riconosce gravissime colpe in alcuni dei suoi membri e, come disse il Papa a Sydney, «i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia». Il divorzio e le unioni gay sono, al contrario, diritti inalienabili, conquiste civili, anche il solo parlarne fa rischiare la galera per omofobia o, nella migliore delle ipotesi, la discriminazione per integralismo. Per non parlare dell'aborto, pedofilia perpetrata ai danni dell'infanzia più indifesa. Che succederebbe a chi, bisturi in mano, massacrasse il corpo di un bimbo di tre anni? Nel regime relativistico che governa il mondo il Papa sottolinea il criterio fondamentale per avvicinarsi alle problematiche dell'infanzia: l'autenticità. Occultando la verità antropologica sulle esigenze dell'uomo, infante o adulto che sia, si rende impossibile ogni attenzione e cura alla persona. Per questo il Papa ci ha detto, in sintesi, che solo la comunità cristiana può aiutare davvero la famiglia, perchè la guida ad essere secondo la volontà di Dio, l'unica che risponda alla verità e agli autentici desideri dell'uomo. La Parola di Dio, i sacramenti, la preghiera, il perdono sono i tesori che la Chiesa comunica ai suoi figli. Solo da essi può scaturire quell'amore autentico alla vita nella sua pienezza che è l'antidoto ad ogni violenza e pedofilia che devastano l'infanzia mutilando l'intera esistenza.

Antonello Iapicca Pbro

Il Papa: La preparazione al matrimonio dovrebbe configurarsi come un itinerario di fede e di vita cristiana
Discorso del Papa alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia




SPECIALE GIORNATA DEL RICORDO



UN ANNO FA ELUANA






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MULTIMEDIA






SANT'AGOSTINO. VIDEO E DOWNLOAD DELLO SCENEGGIATO RAI


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Cogliamo l'occasione offerta dalla visione dello sceneggiato della Rai per conoscere e approfondire la vita e gli scritti di Sant'Agostino, l'autore più citato da Benedetto XVI. Potremo così penetrare meglio il Magistero del Santo Padre, e sarà un cammino spirituale fondamentale per la nostra stessa vita. AL centro dello sceneggiato, secondo anche l'intenzione del regista, vi è la conversione di Agostino. Ci farà bene accostarci a quest'uomo e all'opera della Grazia che in lui ha avuto esisti meravigliosi. Ci aiuterà a camminare anche noi nel personale e comunitario cammino di conversione, desiderando più dìogni altra cosa la sapienza della Croce che ha guidato s. Agostino. Buona visione e buona lettura. E, soprattutto, buona preghiera.





SANT'AGOSTINO: FONTI; BIOGRAFIE; TESTI DEL MAGISTERO









ALTRI MULTIMEDIA





http://www.ailbologna.it/uimages/set-2001/pag07c.jpgIL SEGNO DEL GIORNO
"E questo sarà per voi il segno:
troverete un bambino in fasce
che giace in una mangiatoia"



Il Papa: nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario. Consolano i nuovi movimenti che con gioia annunciano il Vangelo


San Domenico ci rammenta che nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario, il quale spinge incessantemente a portare il primo annuncio del Vangelo e, dove necessario, ad una nuova evangelizzazione: è Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare! Ed è consolante vedere come anche nella Chiesa di oggi sono tanti – pastori e fedeli laici, membri di antichi ordini religiosi e di nuovi movimenti ecclesiali – che con gioia spendono la loro vita per questo ideale supremo: annunciare e testimoniare il Vangelo!...Viaggiando, Domenico si rese conto di due enormi sfide per la Chiesa del suo tempo: l’esistenza di popoli non ancora evangelizzati, ai confini settentrionali del continente europeo, e la lacerazione religiosa che indeboliva la vita cristiana nel Sud della Francia, dove l’azione di alcuni gruppi eretici creava disturbo e l’allontanamento dalla verità della fede. L’azione missionaria verso chi non conosce la luce del Vangelo e l’opera di rievangelizzazione delle comunità cristiane divennero così le mète apostoliche che Domenico si propose di perseguire. Fu il Papa, presso il quale il Vescovo Diego e Domenico si recarono per chiedere consiglio, che domandò a quest’ultimo di dedicarsi alla predicazione agli Albigesi, un gruppo eretico che sosteneva una concezione dualistica della realtà... Domenico accettò con entusiasmo questa missione, che realizzò proprio con l’esempio della sua esistenza povera e austera, con la predicazione del Vangelo e con dibattiti pubblici. A questa missione di predicare la Buona Novella egli dedicò il resto della sua vita. I suoi figli avrebbero realizzato anche gli altri sogni di san Domenico: la missione ad gentes, cioè a coloro che ancora non conoscevano Gesù, e la missione a coloro che vivevano nelle città, soprattutto quelle universitarie, dove le nuove tendenze intellettuali erano una sfida per la fede dei colti.


Il Papa: nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario. Consolano i nuovi movimenti che con gioia annunciano il Vangelo




IL PAPA CI DONA UNA CATECHESI FONDAMENTALE CHE ILLUMINA IL RAPPORTO FECONDO E INSOSTITUIBILE TRA CARISMA DI GOVERNO E CARISMA PROFETICO NELLA CHIESA


Il Papa: Insieme cresce il vero rinnovamento. Il Successore di Pietro, i Vescovi, e il carisma nuovo che lo Spirito Santo crea per rinnovare la Chiesa



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San Francesco è chiamato a riparare questa chiesetta, ma lo stato rovinoso di questo edificio è simbolo della situazione drammatica e inquietante della Chiesa stessa in quel tempo, con una fede superficiale che non forma e non trasforma la vita, con un clero poco zelante, con il raffreddarsi dell’amore; una distruzione interiore della Chiesa che comporta anche una decomposizione dell’unità, con la nascita di movimenti ereticali. Tuttavia, in questa Chiesa in rovina sta nel centro il Crocifisso e parla: chiama al rinnovamento, chiama Francesco ad un lavoro manuale per riparare concretamente la chiesetta di san Damiano, simbolo della chiamata più profonda a rinnovare la Chiesa stessa di Cristo, con la sua radicalità di fede e con il suo entusiasmo di amore per Cristo.Questo avvenimento, accaduto probabilmente nel 1205, fa pensare ad un altro avvenimento simile verificatosi nel 1207: il sogno del Papa Innocenzo III. Questi vede in sogno che la Basilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa madre di tutte le chiese, sta crollando e un religioso piccolo e insignificante puntella con le sue spalle la chiesa affinché non cada. E’ interessante notare, da una parte, che non è il Papa che dà l’aiuto affinché la chiesa non crolli, ma un piccolo e insignificante religioso, che il Papa riconosce in Francesco che Gli fa visita. Innocenzo III era un Papa potente, di grande cultura teologica, come pure di grande potere politico, tuttavia non è lui a rinnovare la Chiesa, ma il piccolo e insignificante religioso: è san Francesco, chiamato da Dio. Dall’altra parte, però, è importante notare che san Francesco non rinnova la Chiesa senza o contro il Papa, ma solo in comunione con lui. Le due realtà vanno insieme: il Successore di Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata sulla successione degli Apostoli e il carisma nuovo che lo Spirito Santo crea in questo momento per rinnovare la Chiesa. Insieme cresce il vero rinnovamento.... Ricevette un’accoglienza paterna da quel grande Pontefice, che, illuminato dal Signore, intuì l’origine divina del movimento suscitato da Francesco. Il Poverello di Assisi aveva compreso che ogni carisma donato dallo Spirito Santo va posto a servizio del Corpo di Cristo, che è la Chiesa; pertanto agì sempre in piena comunione con l’autorità ecclesiastica. Nella vita dei santi non c’è contrasto tra carisma profetico e carisma di governo e, se qualche tensione viene a crearsi, essi sanno attendere con pazienza i tempi dello Spirito Santo.


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Ryłko: Movimenti ecclesiali e nuove comunità sono fucine del 'nuovo stile' di collaborazione tra Pastori e laici nel servizio all'evangelizzazione


Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici è intervenuto al V Colloquio di Roma, organizzato dalla Comunità dell'Emmanuele e dall'Istituto Universitario Pierre Goursat (IUPG), in collaborazione con l'Istituto Pontificio "Redemptor Hominis", dal 25 al 27 gennaio sul tema "Sacerdoti e laici nella missione".

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Il "nuovo stile" di collaborazione tra sacerdoti e laici, ha spiegato il porporato polacco, presuppone "che i presbiteri riconoscano l'identità propria dei fedeli laici e ne valorizzino effettivamente la missione nella Chiesa e nel mondo, guardandosi sia dal nutrire diffidenza nei loro confronti e dall'assumere atteggiamenti paternalistici e autoritari nel governo delle comunità parrocchiali, sia da quella falsa promozione del laicato che, non rispettandone la specificità della vocazione, rischia di tramutarsi in un alibi per il disimpegno e la rinuncia ai propri doveri pastorali verso la comunità cristiana". "Fattore decisivo per il risveglio missionario di tutto il popolo di Dio in un mondo dove dilagano laicismo e neopaganesimo, e dove Dio è sempre più il Grande Escluso, il 'nuovo stile' di collaborazione tra Pastori e laici inaugurato dal Concilio Vaticano II si prospetta tuttora come un traguardo importante a cui tendere insieme e spesso come una vera sfida da raccogliere". "Ai nostri giorni, suscita grande speranza nella Chiesa la stupefacente fioritura di movimenti ecclesiali e nuove comunità, anch'essa frutto del Concilio", ha spiegato, constatando che "tra gli stessi fondatori, del resto, figurano sia laici (uomini e donne) che sacerdoti, religiosi e religiose". In questi movimenti, ha aggiunto, "prende forma così un 'noi' comunitario" che diventa "un percorso pedagogico fatto 'insieme' e nel quale ci si sente tutti coinvolti e interpellati, sacerdoti compresi".

"Per questo, i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono diventati vere e proprie fucine del 'nuovo stile' di collaborazione tra Pastori e laici nel servizio alla missione evangelizzatrice della Chiesa".

"Il sacerdote, per primo, deve saper cogliere e interpretare la novità di questi 'doni carismatici' porgendo l'orecchio a quello che lo Spirito dice alla Chiesa oggi (cfr Ap 2, 8). Ai movimenti non si deve guardare come a un 'problema pastorale', ma come a una grande opportunità, una preziosa risorsa di rinnovamento delle nostre comunità parrocchiali". Associazioni e movimenti ecclesiali, ha constatato il Cardinale, "possono costituire un nucleo vitale delle parrocchie in cui operano", aspetto "particolarmente vero per le parrocchie urbane che, non di rado estese su territori molto vasti, si misurano con il rischio di un anonimato che può essere efficacemente contrastato da una microstruttura di piccole comunità cristiane che vivono la fede con intensità". "Essi non si pongono in concorrenza con la parrocchia, né tanto meno, sono un'alternativa alla parrocchia - ha segnalato -. Rappresentano piuttosto una grande possibilità pastorale da cogliere. Perché ogni ambiente in cui si formino cristiani 'adulti', consapevoli della propria vocazione e missione, serve la causa della Chiesa e della parrocchia".

"Dai suoi ministri la Chiesa si aspetta quindi sensibilità, apertura e cordiale accoglienza di queste nuove realtà che portano nella vita di tante comunità cristiane frutti veramente benedetti di conversione, santità e missione".

I movimenti ecclesiali e le nuove comunità hanno dunque bisongo "del sapiente, attento e paterno accompagnamento dei Pastori. Si tratta di una missione impegnativa e molto delicata, alla quale ogni sacerdote deve prepararsi in modo adeguato, a prescindere dal fatto di una sua effettiva appartenenza all'uno o all'altro".

Il Cardinale si è detto convinto che l'Anno Sacerdotale che stiamo vivendo nella Chiesa costituisca "un'ottima opportunità data ai Pastori per mettersi all'attento ascolto di ciò che lo Spirito Santo dice alla Chiesa mediante questi doni carismatici"

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