DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi


http://www.ailbologna.it/uimages/set-2001/pag07c.jpgIL SEGNO DEL GIORNO
"E questo sarà per voi il segno:
troverete un bambino in fasce
che giace in una mangiatoia"







LA GIORNATA PER LA FAMIGLIA A MADRID: "IL FUTURO DELL'EUROPA PASSA PER LA FAMIGLIA"


MADRID PRESEPE D'EUROPA


Nulla. E' passata ormai questa domenica 27 dicembre 2009 e, aprendone i siti web, scopriamo che per i media non è successo assolutamente nulla. Più di un milione di persone, centinaia di migliaia di bambini, famiglie d'ogni angolo d'Europa nel gelo di Madrid. Nulla. Esattamente come duemila anni fa a Betlemme. Il mondo non ha occhi, anzi non vuole averli, e li chiude. Bene, è esattamente quello che ci aspettavamo. E' il fallimento mediatico il segno incontrovertibile del successo dell'evento. Perchè le cose di Dio sono così. Non destano interesse mediatico, non cercano palcoscenici mondani. Le cose di Dio sono. Come Egli è Colui che è, e basta. Il suo essere oltre la morte che erode ogni vanità sostiene l'universo e la vita di ciascun uomo. Come la famiglia cristiana apparsa viva, serena e felice a Madrid. Esiste, è, e questo basta. La Chiesa risvegliata da quest'impeto di gioia è lì, in cima al monte, sul candelabro, e illumina la notte del mondo.
Ed è scritto che il mondo preferisca le tenebre, rifiuti l'evidenza dell'amore di Dio, sfugga alla verità. Per questo, paradossalmente, proprio l'umano fallimento di un evento eccezionale silenziato ad arte, ne decreta il successo. Perchè il successo di Dio passa per il fallimento umano. Così Dio illumina le tenebre, come duemila anni fa nella notte di Betlemme, e come poi, dopo trent'anni in un sepolcro di Gerusalemme, ha squarciato di luce il nero della morte. Il successo di Dio infatti è smascherare e annientare la menzogna annunciando e compiendo la verità. E' l'abbondanza del peccato a far sovrabbondare la Grazia.
Dio ama, e Madrid oggi grondava amore
Gli organizzatori lo avevano ripetuto: non è una manifestazione contro, è una pura testimonianza, innanzi tutto per la Chiesa e poi per l'Europa che sta abbandonando la fonte della della vita e uccidendo la famiglia. Così è stato. Eccole allora le famiglie che Dio ha donato alla Chiesa e al mondo. Eccole a costruire le cattedrali del Terzo Millennio, allineando, non già mattoni di pietra come fecero i poveri nel medioevo, ma le pietre vive, i figli della Grazia, i frutti dell'Humanae Vitae compiuta in obbedienza alla Chiesa. Eccole le famiglie unite, e sane, e feconde secondo la volontà d'amore di Dio. Eccole a risplendere nell'oscurità di quest'Europa. Eccole a Madrid, ritornare oggi esattamente dove quarantacinque anni fa ebbe inizio la loro avventura.
Molti dei papà e delle mamme oggi presenti a Madrid nascevano in quegli anni sessanta, quando,
tra gli zingari delle baracche di Palomeras Altas alla periferia della stessa Capitale spagnola, Kiko Argüello, un giovane pittore, e Carmen Hernandez, una ragazza colma di zelo missionario, afferrati dallo Spirito Santo, davano inizio al Cammino Neocatecumenale. Nulla immaginavano questi due ragazzi di quello che sarebbe accaduto. Ma sapeva tutto Dio. Infatti, mentre a Roma lo Spirito soffiava sul Concilio Ecumenico Vaticano II, e mentre Paolo VI, solo e e assediato, firmava l'Humanae Vitae, l'Enciclica più profetica, Dio stesso, tra quelle baracche di Madrid, si stava preparando un resto fedele, il popolo nel quale, assieme a tanti altri fermenti e movimenti donati alla Chiesa, avrebbe poi compiuto quanto andava ispirando alla sua Chiesa. L'annuncio del Kerygma, la Buona notizia della vittoria sulla morte di Gesù Cristo, si incarnava nelle vite disastrate di quegli zingari e i fermenti del rinnovamento liturgico si realizzavano nelle celebrazioni vive e vivificanti di una comunità cristiana che andava apparendo tra quelle baracche. Ma nulla lasciava presagire il terremoto di bene che lo Spirito Santo, in quel fazzoletto di mondo, avrebbe scatenato nella Chiesa e nei cinque continenti. Come a Betlemme, come in quella tomba a Gerusalemme, come oggi a Madrid. Lì, tra i poveri più poveri, lontano dai riflettori, Dio stava gestando un cammino di conversione, un'iniziazione cristiana nella forma di catecumenato che ha raccolto milioni di poveri e piccoli in tutto il mondo, i lontani dalla Chiesa, i peccatori incalliti, i pagani e i neopagani, e quanti han sofferto famiglie distrutte, gli alcolizzati, i drogati, i perduti dentro vite senza senso. Attraverso il Cammino Neocatecumenale, la Chiesa li ha poi gestati alla fede, e Dio ne ha ricostruito vite e famiglie riconsegnando dignità perdute. Soprattutto, è apparsa la comunità cristiana capace di testimoniare, nella vita reale e quotidiana, i segni di una fede adulta, l'amore e l'unità. In essa si salvano e formano le famiglie; in essa sono sostenute nel combattimento, specie quello sostenuto dai figli assediati da ogni dove. Nella comunità si impara a trasmettere la fede alla seguente generazione. Per questo, se Il futuro dell'Europa passa per la famiglia, il futuro della Chiesa passa per la comunità cristiana. E qui il nucleo di vita nascosto della manifestazione di oggi, gravida di frutti che neanche possiamo immaginare.
La vittoria di Cristo ha donato vita eterna a queste famiglie, come ha detto Kiko durante l'incontro. In questa vita più forte della morte e del peccato i genitori han superato l'egoismo aprendosi alla vita che ha zampillato figli come gocce d'oceano. Per questo sono accorsi per testimoniare la fedeltà di Dio alle sue promesse e dire oggi alla Chiesa e al mondo: "Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato" (Is. 8,18).
Così, come tanti anni fa lo furono gli iniziatori, i figli dei poveri liberati di Palomeras son tornati tra i poveri di questo popolo europeo privato di vita, gioia e dignità. Da qui, da dove è germinato il Cammino Neocatecumenale, può ripartire l'Europa, dalla famiglia cristiana curata e amata dalla Chiesa.
Il silenzio attorno, l'apparente irrilevanza mondana, mediatica e politica di questo concretissimo essere di Dio in questa Europa, è la notte che presagisce il miracolo più umile e fecondo, il segno dato a noi tutti. A Betlemme fu un bimbo adagiato in una mangiatoia, e Maria e Giuseppe, una famiglia riparata in una grotta a donare al mondo la Vita e l'amore che non muoiono. Oggi a Madrid, il presepe d'Europa, Dio ha rinnovato lo stesso segno: queste famiglie e i loro bambini deposti nella greppia di questa società. E' questa la Parola fatta carne che Dio ha voluto donare agli uomini di questo tempo, affinchè, come diceva il Papa nell'omelia della notte di Natale, possa essere guardata e così plasmare un cuore di carne capace di amare. Queste famiglie sono oggi la speranza visibile che Dio ci dona: "Quando vediamo Lui, il Dio che è diventato un bambino, ci si apre il cuore. Nella Notte Santa Dio viene a noi come uomo, affinché noi diventiamo veramente umani". Così Dio si è mostrato oggi all'Europa perchè l'Europa apra il cuore; così continuerà a mostrarsi, nei volti e nelle storie sante di queste famiglie, dei loro figli, perchè ogni uomo possa ritornare ad essere umano, per formare famiglie umane, ad immagine della Trinità, famiglia divina dalla quale tutti siamo nati e nella quale tutti attingiamo forza, vita e gioia.


Antonello Iapicca Pbro





SPECIALE INCONTRO DI MADRID DEL 27 DICEMBRE

IL FUTURO PASSA PER LA FAMIGLIA








LA PREPARAZIONE





http://unalberogrande.it/media/annunciazione.jpg
LA BUONA NOTIZIA
Il Vangelo del giorno
ed il commento





28 dicembre, Santi Innocenti


http://www.specchioromano.it/Fondamentali/Immagini/Foto%20Articoli/innocenti.jpg"I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi".


LEGGI IL COMMENTO



Che Dio vi ricolmi d'amore in questo Santo Natale

Don Antonello Iapicca


"Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". (San Francesco)


Il segno. Una mangiatoia ed un bimbo. Dio. Un segno nella notte, la nostra. L'oscurità di tante vite rapprese in un grumo di fatti, sensazioni, affetti, gioie, dolori, speranze confuse in un groviglio senza senso. Si fa, si disfa. Senza un perchè. E' questa la notte più profonda, la vita come una matassa senza capo né coda. E Dio sa quanto sia difficile, impossibile, sbrogliarle queste matasse. La notte di una vita senza senso, perchè senza un segno ad indicarne il Destino. La notte dei pastori, transumanti con i loro armenti sulle vie della storia, cercando un pascolo, un riposo, un segno. Noi, pastori di questo tempo, le ore sbiadite sui cammini incerti alla ricerca di gioia, di pace, di cibo. E nulla a saziarci lì dove abbiamo davvero fame, tutto scivola, e ci lascia più vuoti di prima. La notte dei nostri desideri inappagati. In questa notte brilla una Luce.
Ed è un b
imbo. Un segno. Il segno. Un bambino avvolto in fasce, un bambino in una mangiatoia. Un Uomo in una tomba. Dio dentro alla nostra vita, buia, agonizzante, discesa, senza accorgersene, in un sepolcro. Dio è in una grotta, a Betlemme, come la nostra vita. La Luce brilla nelle tenebre, laddove s'è spenta la nostra speranza. Nella morte è sceso il Creatore, oggi, ora. Lì dove siamo è deposto il segno. Dio con noi. E noi con Lui. Nulla gli è estraneo, tutto di noi è per Lui. E' questo il segno, il senso della nostra vita. Essere per Lui. Di Lui. Sempre. Nulla anonimo, nulla insignificante. Tutto santo, tutto ordinato. Anche quel che sembra sconclusionato, inutile, insensato, anche il peggio di noi è per Lui. Tutto di noi, passato, presente, futuro sono la greppia dove Lui desidera essere adagiato. E' Lui il segno, il senso che dà valore e consistenza eterna ad ogno nostro secondo, ad ogni nostro micron di mente, cuore e vita. Un bambino ci è dato, un segno. Siamo Suoi. Da sempre. Per sempre. Auguri, che siate quel che già siete. Con Lui deposto in una mangiatoia - la nostra vita - anche noi siamo deposti in una greppia - la nostra storia. L'augurio più vero, più santo, essere, restare in Lui nella magiatoia dei nostri giorni, crocifissi con Lui perchè sia Lui a vivere in noi, Lui il segno per ogni uomo, la nostra vita aggrappata a Lui il segno di salvezza, e di gioia e d'amore per questa generazione. Buon Natale, ovvero, buona vita perduta nel Signore Gesù, vita eterna nell'eterno Dio che s'è fatto bambino per noi. Auguri davvero, con tutto il cuore.

A. I.









IL NATALE DEL PAPA E DELLA CHIESA









LA SPLENDIDA OMELIA NELLA NOTTE DI NATALE

Il Papa: Facciamoci viandanti verso Dio: nell’essere interiormente in cammino verso di Lui, e anche in cammini molto concreti nella Chiesa




Alcuni commentatori fanno notare che per primi i pastori, le anime semplici, sono venuti da Gesù nella mangiatoia e hanno potuto incontrare il Redentore del mondo. I sapienti venuti dall’Oriente, i rappresentanti di coloro che hanno rango e nome, vennero molto più tardi. I commentatori aggiungono: questo è del tutto ovvio. I pastori, infatti, abitavano accanto. Essi non dovevano che "attraversare" (cfr Lc 2, 15) come si attraversa un breve spazio per andare dai vicini. I sapienti, invece, abitavano lontano. Essi dovevano percorrere una via lunga e difficile, per arrivare a Betlemme. E avevano bisogno di guida e di indicazione. Ebbene, anche oggi esistono anime semplici ed umili che abitano molto vicino al Signore. Essi sono, per così dire, i suoi vicini e possono facilmente andare da Lui. Ma la maggior parte di noi uomini moderni vive lontana da Gesù Cristo, da Colui che si è fatto uomo, dal Dio venuto in mezzo a noi. Viviamo in filosofie, in affari e occupazioni che ci riempiono totalmente e dai quali il cammino verso la mangiatoia è molto lungo. In molteplici modi Dio deve ripetutamente spingerci e darci una mano, affinché possiamo trovare l’uscita dal groviglio dei nostri pensieri e dei nostri impegni e trovare la via verso di Lui. Ma per tutti c’è una via. Per tutti il Signore dispone segnali adatti a ciascuno. Egli chiama tutti noi, perché anche noi si possa dire: Orsù, "attraversiamo", andiamo a Betlemme – verso quel Dio, che ci è venuto incontro. Sì, Dio si è incamminato verso di noi. Da soli non potremmo giungere fino a Lui. La via supera le nostre forze. Ma Dio è disceso. Egli ci viene incontro. Egli ha percorso la parte più lunga del cammino. Ora ci chiede: Venite e vedete quanto vi amo. Venite e vedete che io sono qui. Transeamus usque Bethleem, dice la Bibbia latina. Andiamo di là! Oltrepassiamo noi stessi! Facciamoci viandanti verso Dio in molteplici modi: nell’essere interiormente in cammino verso di Lui. E tuttavia anche in cammini molto concreti – nella Liturgia della Chiesa, nel servizio al prossimo, in cui Cristo mi attende.

LEGGI L'OMELIA





SPECIALE AVVENTO E NATALE






Natale ed il ricordo di Eluana, Icona della Natività del 2009






http://cantalavita.files.wordpress.com/2009/05/rimanete_ok.jpg

UNO SGUARDO
Gli editoriali




ELUANA, ICONA DELLA NATIVITA' 2009

http://aurora86.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/33037/ELUANA-ENGLARO.jpg












Natale. Ed è subito Eluana. Il suo ricordo emerge vivo tra le luci di questi giorni. E l'acqua, e la sete, e la morte veloce, quasi a togliere il disturbo. E' lei, Eluana, l'icona di questa Natività del 2009. Natale infatti è una corda tesa tra il rifiuto e l'accoglienza, la trincea che segna il fronte d'una guerra mai spenta. Accogliere o rifiutare.

Antonello Iapicca Pbro

LEGGI TUTTO Natale ed il ricordo di Eluana, Icona della Natività del 2009









http://all-news.myblog.it/media/01/01/1403175862.jpgTUTTE LE NOTIZIE
"Va, metti una sentinella;
ch’essa annunzi quel che vedrà!"




CHIESA



DISCERNERE


BEATIFICAZIONE PIO XII E GIOVANNI PAOLO II




CHIESA E OMOSESSUALITA'



UN GIORNO BENEDETTO. IL MAGISTERO DEL PAPA:




I SEGNI DI IERI




http://www.ailbologna.it/uimages/set-2001/pag07c.jpgIL SEGNO DEL GIORNO
"E questo sarà per voi il segno:
troverete un bambino in fasce
che giace in una mangiatoia"




INTERVISTA A KIKO ARGUELLO PUBBLICATA SU "IL FOGLIO"

Kiko Argüello, fondatore del Cammino neocatecumenale, ci spiega la festa del 27 dicembre per “aprirsi alla vita... E La Chiesa deve dirlo forte!"



“Il futuro dell’umanità passa per la famiglia”: un profetico Giovanni Paolo II così scandiva da Plaza de Lima, a Madrid, durante il suo primo viaggio in Spagna, nel 1982. “Il futuro dell’Europa passa
per la famiglia”: così ripete il volantino con cui il Cammino neocatecumenale invita alla Festa della Sacra Famiglia di Nazaret,
il prossimo 27 dicembre a Madrid, Plaza de Lima. Il raduno delle famiglie cristiane è giunto, in Spagna, alla terza edizione. Diversamente dagli anni passati, questa volta, dopo l’abituale collegamento con San Pietro per l’Angelus del Papa che si rivolgerà in diretta ai partecipanti, ci sarà un’eucarestia.
Kiko Argüello, iniziatore con Carmen Hernandez del Cammino neocatecumenale, ha promosso una presenza massiccia delle famiglie del Cammino di tutta Europa: più di diecimila solo quelle italiane in partenza per la capitale spagnola. Abbiamo chiesto ad Argüello perché vale la pena di fare uno
sforzo così massiccio.


LEGGI L'INTERVISTA





Su Radio Maria Angela Pellicciari intervista il curatore del sito su Evengelizzazione e inculturazione in Giappone

Inculturazione, incarnazione e missione. Tra teologia ed esperienza. Audio e download





IL REGALO DI NATALE DEL PAPA ALLA CHIESA: IL"CORTILE DEI GENTILI" E I CARISMI PER COMPIERE LA MISSIONE AD GENTES.

Il Papa indica alla Chiesa la via all'evangelizzazione


Il Papa ci sorprende ancora. Qualche giorno fa con la lettera a Mons. Cordes in occasione dei suoi 75 anni, e poi ieri, con il discorso di auguri alla Curia. E un filo rosso, una parola vibrante di nuovo ripetuta alla Chiesa. Evangelizzare i lontani, i moltissimi che hanno smarrito Dio, o che neanche lo conoscono. E per far questo addita ai Vescovi, ai parroci, ai presbiteri, alla Chiesa intera i carismi che Dio sta donando in questo tempo. Evangelizzare, creare spazi perchè le persone possano assaporare il gusto dell'amore di Dio. Ecco, i carismi, i movimenti, il Cammino Neocatecumenale, L'iniziazione cristiana, le famiglie in missione, le nuove Missio Ad Gentes che si stanno estendendo per tutto il mondo, non sono forse questi "
cortili dei Gentili dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero"? Noi pensiamo di sì, pensiamo che il Papa stia guardando allo zelo e all'amore testimoniato da questi "uomini toccati nel profondo dallo spirito di Dio" attraverso i quali crescono "forme nuove di autentica vita cristiana e nuovi modi autentici di essere Chiesa". Perchè il nuovo modo di essere Chiesa è preparare comunità adulte che siano questi "cortili dei Gentili", di chi soffre e vede la sua vita allo sbando, i gentili "al cui servizio sta la vita interna della Chiesa". Per questo "Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa questi doni di Dio"
.

A.I.


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"A Parigi ho parlato della ricerca di Dio come del motivo fondamentale dal quale è nato il monachesimo occidentale e, con esso, la cultura occidentale. Come primo passo dell’evangelizzazione dobbiamo cercare di tenere desta tale ricerca; dobbiamo preoccuparci che l’uomo non accantoni la questione su Dio come questione essenziale della sua esistenza. Preoccuparci perché egli accetti tale questione e la nostalgia che in essa si nasconde. Mi viene qui in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, che cioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cortile dei gentili, che sgomberò da affari esteriori perché ci fosse lo spazio libero per i gentili che lì volevano pregare l’unico Dio, anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servizio era riservato l’interno del tempio. Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto".

LEGGI TUTTO IL DISCORSO:

Il Papa: La Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano agganciarsi a Dio. E' la Missio Ad Gentes!




STUPENDA LETTERA DEL PAPA AL CARD: CORDES PER I SUOI 75 ANNI


Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa i carismi, questi doni di Dio


http://cache.daylife.com/imageserve/01pDcBh6SR31v/340x.jpgParticolarmente caratteristico per il Tuo slancio pastorale è e rimane il Tuo impegno per i “movimenti”: il Movimento Carismatico, Comunione e Liberazione ed il Cammino Neocatecumenale hanno molti motivi di gratitudine nei Tuoi confronti. Mentre gli organizzatori e i pianificatori nella Chiesa al principio avevano molto riserve nei confronti dei movimenti, Tu hai subito fiutato la vita che lì erompeva – la forza dello Spirito Santo che dona vie nuove e in modo imprevedibile mantiene sempre giovane la Chiesa. Hai riconosciuto il carattere pentecostale di questi movimenti e Ti sei impegnato appassionatamente per ottenere che fossero accolti dai pastori della Chiesa. Certo, per quello che riguarda l'organizzazione e la pianificazione c’erano spesso buoni motivi per scandalizzarsi perché erompevano cose nuove ed impreviste che non sempre si lasciavano ricondurre senza problemi nelle forme organizzative esistenti. Tu hai visto che ciò che è organico è più importante di ciò che è organizzato, Tu hai visto che qui degli uomini erano stati toccati nel profondo dallo spirito di Dio e che in tal modo crescevano forme nuove di autentica vita cristiana e nuovi modi autentici di essere Chiesa. Certo, questi movimenti devono essere ordinati e ricondotti all’interno della totalità; devono imparare a riconoscere i loro limiti e a diventare parte della realtà comunitaria della Chiesa nella sua costituzione propria insieme con il Papa e con i Vescovi. Hanno pertanto bisogno di guida e anche di purificazione per poter raggiungere la forma della loro vera maturità. Essi, tuttavia, sono doni dei quali bisogna essere grati. Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa questi doni di Dio.

Tuo Benedetto PP XVI

LEGGI TUTTA LA LETTERA


Il crociato della carità della Chiesa. Intervista al Cardinale Paul Josef Cordes













Papa Wojtyla e Pio XII: firmati i decreti per la beatificazione






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L'instancabile attività della Chiesa



Il Papa: la persona umana che si costituisce nella libertà e nell'amore si comprende solo alla luce di Cristo




CAMMINO NEOCATECUMENALE

In Terra Santa, invitati dal Cammino Neocatecumenale, cardinali e vescovi dall’Africa per riflettere sulla nuova evangelizzazione nel loro continente.

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SE LI AVETE PERSI. ARCHIVIO RAGIONATO



DA NON PERDERE PER DISCERNERE


IL VERO INQUINAMENTO SECONDO IL PAPA

Spesso ci lamentiamo dell'inquinamento dell'aria, che in certi luoghi della città è irrespirabile. E' vero: ci vuole l'impegno di tutti per rendere più pulita la città. E tuttavia c'è un altro inquinamento, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso. E' l'inquinamento dello spirito; è quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia... La città è fatta di volti, ma purtroppo le dinamiche collettive possono farci smarrire la percezione della loro profondità. Vediamo tutto in superficie. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l'anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili. Maria Immacolata ci aiuta a riscoprire e difendere la profondità delle persone, perché in lei vi è perfetta trasparenza dell'anima nel corpo. E' la purezza in persona, nel senso che spirito, anima e corpo sono in lei pienamente coerenti tra di loro e con la volontà di Dio. La Madonna ci insegna ad aprirci all'azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati, sfruttati. "Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia". (Discorso nella Solennità dell'Immacolata, 8 dicembre 2009)


LEGGI LO SPLENDIDO DISCORSO DEL PAPA Il Papa: ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto


MILANO TRA IDENTITA' E MISSIONE (PERDUTE?) DELLA CHIESA


L'IMMACOLATA E IL PECCATO ORIGINALE. OCCASIONE PER RIFLETTERE E DISCERNERE I SEGNI DEI TEMPI

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Tutto nasce qui. E tutto è redento qui. Il mistero dell'Immacolata e il peccato originale. La sentinella del 7 dicembre 2009